In inverno in Ticino pernottamenti col pollice verso il basso. Attenzione anche i fedeli ci abbandonano…
La fase al ribasso continua e in quest’inverno la situazione si fa preoccupante anche perché il turismo che perde velocità è quello germanico, per tradizione il nostro miglior bacino a cui attingere. Tiene le cifre quello interno, e questo dato fa ben sperare in una ripresa. Ma il turista chi è in realtà? Può essere turista a casa nostra anche il residente, che si sposta dalla città alla montagna, creando indotto alle regioni periferiche. La meteo, come spesso i vari direttori locali degli enti del turismo o secondo la nuova terminologia “Organizzazione Turistica regionale” si appellano per giustificare la continua erosione di turismo, è una scusa non più scusante. I pernottamenti stanno calando in Ticino in maniera molto preoccupante, di mese in mese, senza che vi sia una reazione vera per invertire la rotta. Appellarsi agli operatori privati, senza poi mettere a disposizione le risorse necessarie per compensare situazioni difficili di strutture logistiche obsolete e una incapacità totale dello spirito dell’accoglienza, ci sembra una scusante facile, che permette ai vari Ponzio Pilatus del turismo locale di … lavarsi le mani. Vi sono tante regioni nel mondo, e anche vicino a noi, dove i costi sono leggermente più bassi, ma neanche poi di tanto, ma il loro valore aggiunto è il servire le eccellenze del luogo con il sorriso sulle labbra, con la disponibilità anche di sera di dare informazioni per far sentire a proprio agio il turista. E’ ora di smetterla di vergognarsi della nostra storia, ma sarebbe il momento di far vivere la nostra storia come valore agigunto ad un turismo di qualità e anche di nicchia. Chiedete ai nostri giovani di partecipare ad un evento ticinese in costumi del luogo, ti guarderanno come per dirti se siamo matti o meno …
Ci fanno tenerezza tutti quei funzionari strapagati che parlano di turismo e di strategie, quando oltre le varie OTR vi sono i comuni che impiegano risorse per avere i loro manager turistici comunali. Tante risorse spezzettate, importanti, spese senza una visione a medio-lungo termine. Si stampano brochure sapendo che dopo due mesi non saranno più attuali, si promettono grandi investimenti e ritorni economici che nessuno ha mai visto, insomma ognuno lavora per se in una sua ipotetica direzione, senza guardare il vicino di casa che altrettanto opera nel settore ma in una direzione differente. Alla fine la diminuzione costante dei pernottamenti è la soluzione logica di uno stato in essere che negli ultimi vent’anni non ha saputo per niente adeguarsi alle nuove esigenze. Stiamo assistendo a tanti eventi culturali e retrospettivi come eravamo un secolo fa, senza percepire che sono sempre la solita “solfa2 nota a tutti ma che non portano nessun indotto economico odierno. Va molto bene riallacciarsi al passato se la proiezione è futuro, se si adattano questi eventi alle esigenze del turista di oggi. Vi sono comuni e OTR che stampano brochure, in numeri limitati, magari facendoli anche pagare al turista (vedi cartine geografiche di passeggiate) e distribuendole laddove non ha nessun senso la divulgazione, penalizzando invece Hotel e ristoranti, come negozi commerciali. Le brochure vanno stampate in quantità industriali e distribuite dove vi sono numeri importanti frequenza. Stampare brochure per compiacersi non serve a nulla !!! Dall’altra parte bisogna anche constatare come alcuni operatori turistici non hanno la giusta sensibilità. L’anno passato avevamo stampato noi un vademecum per il nostro comune, regalandolo in quantità importanti ai vari alberghi e ristoranti del comune. Invece di distribuirlo ai vari clienti turisti alcuni esercenti, molti, li hanno riposti in un cassetto e vanificato tutto il lavoro e l’impegno di altri. Ecco perché riteniamo inutile ogni dispendio di energia economica e temporale, perché alla fine alcuni (molti) operatori non hanno nessuna sensibilità turistica e il loro hobby preferito è quello di piangersi addosso e criticare gli altri. Guardiamoci tutti allo specchio e poniamoci una domanda semplice; “cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo e nella vita quotidiana, per favorire il turismo e l’accoglienza?” E cerchiamo di rispondere onestamente alla domanda. Forse le cose miglioreranno. (ETC/rb)