Incredibile : i pericolosi islamisti fomentatori di odio verso gli infedeli vengono trattati con i guanti ed i loro critici sono invece considerati degli spregevoli razzisti ed estremisti da punire con la censura, la gogna pubblica e l’isolamento sociale
“SWISS STOP ISLAMIZATION AWARD”:
I SILENZI DELLA STAMPA TICINESE
E LA RASSEGNA DELLA STAMPA NAZIONALE
MALGRADO IL BOICOTTAGGIO DEGLI ADDETTI ALL’INFORMAZIONE I CONTRIBUTI PER IL FINANZIAMENTO DEL NUOVO PREMIO IDEATO DAL GUASTAFESTE COMINCIANO AD ARRIVARE
Sono trascorse 4 settimane dal lancio dello “SWISS STOP ISLAMIZATION AWARD 2018” , destinato a ricompensare quei pochi coraggiosi che da anni si distinguono nella lotta contro l’islamizzazione della Svizzera e contro la radicalizzazione dei musulmani da parte dei fanatici islamisti. Ecco un primo bilancio dell’iniziativa.
Come noto il Premio nazionale ideato dal movimento del Guastafeste e giunto alla sua prima edizione, si propone di ricompensare ogni anno con una somma complessiva di 6’000 franchi tre persone : una per la Svizzera italiana, una per la Svizzera tedesca e una per la Svizzera romanda.
Per leggere la lista provvisoria dei 15 candidati cliccate sul seguente link :
http://ilguastafeste.ch/articoloislamizzazioneprimoagosto.pdf
GIÀ RACCOLTI OLTRE 4’000 FRANCHI MALGRADO IL SILENZIO-STAMPA IN TICINO
Allo scopo di racimolare la somma necessaria è stata lanciata una raccolta di fondi (crowdfunding) sul sito Tells-Geschoss.ch, dove chiunque può verificare in qualsiasi momento l’ammontare dei contributi raccolti per il finanziamento di questo progetto.
Ebbene, al momento di scrivere queste righe sono stati raccolti 4’310 franchi. E’ già un buon inizio, considerando che siamo in pieno periodo di vacanze , ma la somma avrebbe potuto essere più consistente se i ticinesi fossero stati informati dell’esistenza di questa iniziativa partita proprio dal Ticino.
Difatti la stampa ticinese (Corriere del Ticino, La Regione, RSI radio e TV , Teleticino) e i vari siti online di informazione che vanno per la maggiore (Ticinonews, Ticinonline, Liberatv, Ticinolibero) hanno snobbato questa iniziativa . Alla faccia della tanto decantata pluralità dell’informazione…!
Onore e merito dunque a quegli organi di informazione che hanno dato la notizia : RadiofiumeTicino , Mattinonline , Ticino-oggi , EtiCinforma , Ticinolive e il Mattino della domenica uscito il 26 agosto (nell’articolo non è mancata una frecciata anche ai portali online che hanno boicottato la notizia del Premio e che però “raccolgono ogni cicca”).
IL MONDO ALLA ROVESCIA : BUONI ALL’INFERNO E CATTIVI IN PARADISO
Purtroppo le cose in questo libero e democratico Paese vanno così : quei fanatici islamisti che in mille modi (anche con la violenza) stanno portando avanti la loro subdola e strisciante strategia di islamizzazione dell’ambiente e della società occidentale con l’obiettivo finale di conquistare l’Europa e sostituire la democrazia con la sharia ( a danno anche dei musulmani “moderati” sempre più a rischio di radicalizzazione ) sono trattati con le pinze da una stampa timorosa che non ha ancora capito cosa sta succedendo e che ormai appare già sottomessa all’Islam .
Invece quei pochi coraggiosi che in modo civile e pacifico stanno cercando di opporsi all’avanzata della colonizzazione islamica, oltretutto mettendo a rischio la propria vita (vedi quanto successo ad altri critici dell’ Islam, come il regista olandese Theo van Gogh, i giornalisti francesi del Charlie hebdo, lo scrittore indiano Salman Rushdie su cui da 30 anni pende una fatwa di condanna a morte emessa dal Governo iraniano, ecc.) , nel migliore dei casi vanno boicottati con il silenzio e nel peggiore sono considerati una banda di spregevoli islamofobi , provocatori e razzisti da punire con la gogna pubblica e l’isolamento sociale.
E’ il mondo che va alla rovescia, insomma, dove i “buoni” meritano l’inferno e i “cattivi” il paradiso … possibilmente con le vergini !
QUELL’ISLAMIZZAZIONE DELL’AMBIENTE CHE INIZIA MANIPOLANDO I BAMBINI
Un chiarissimo esempio di cosa significhi “islamizzare l’ambiente” è dato da una pubblicità diffusa negli scorsi giorni specialmente negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna da parte della ditta di abbigliamento americana Gap, e che sta creando molte giustificate polemiche specialmente in Francia, Paese fortemente indiziato a diventare il primo Califfato islamico dell’Unione europea.
Nella pubblicità si vede una bambina di una decina d’anni che posa sorridente con il velo islamico (hijab) che le copre i capelli. Forse lo scopo di questa trovata era solo quello di far parlare, ma il risultato pratico è quello di far passare l’idea che sia del tutto normale e accettabile il fatto che nella nostra società le donne si coprano il capo fin da ragazzine per non “provocare” i maschi , perché chi non lo fa è considerata dai misogini maschilisti islamisti una prostituta meritevole di essere molestata e stuprata (vedi link qui sotto) .
http://ilguastafeste.ch/articoloconsentitolostuporonellislam.pdf
La pubblicità di una ditta di abbigliamento americana,
ovvero ecco la strisciante islamizzazione che avanza
grazie anche al lavaggio del cervello dei bambini (foto
ripresa dai siti Riposte laique e Boulevard Voltaire)
In un’intervista rilasciata al Corriere del Ticino ( cfr. Corriere del 5 giugno 2018) e intitolata “C’è un piano degli islamisti per conquistare l’Europa”, lo scrittore algerino Boualem Sansal, aveva cercato di mettere in guardia gli europei sulle strategie messe in atto per islamizzare l’Occidente, sia attraverso i flussi migratori e sia attraverso la conversione delle popolazioni autoctone. Una conversione portata avanti con una predicazione incessante e con l’islamizzazione dell’ambiente, che inizia “facendo circolare le donne velate, o con le scritte dei locali e degli esercizi commerciali : e a forza di vivere in un ambiente musulmano i bambini crescono e diventano musulmani credendosi nativi di questi valori. E se ci scappa di mano l’infanzia, la gioventù, l’ambiente, il cammino dell’Islam sarebbe spianato” (vedi link qui sotto) .
http://ilguastafeste.ch/islamizzarelambientestrategiaperconquistareeuropa.pdf
La strategia è talmente chiara che c’è da stupirsi del fatto che gran parte dei giornalisti e dei politici rosso-verdi , persone condizionate nella loro capacità di giudizio dall’imperante ideologia del politicamente corretto ma certamente non (tutte) stupide, non l’abbia ancora capita . Un’ignoranza colpevole, perché oggi chi vuole informarsi sull’Islam e sull’islamismo dispone di mille possibilità per farlo e se non lo fa è perché non vuole farlo .
Questi “utili idioti” usano tutti i riguardi per non pestare i piedi agli islamisti ed i loro imam, facendoli passare per vittime dell’intolleranza, e allo stesso tempo non si fanno problemi a censurare e mettere alla berlina quei pochi avveduti cittadini che cercano di opporsi al disastro ampiamente annunciato che si profila all’orizzonte per un’Europa destinata nel giro di pochi decenni a diventare una colonia dell’Islam, dove gli sceicchi del Golfo si trasferiranno quando il loro petrolio sarà finito.
NESSUNO È PROFETA IN PATRIA… SPECIE IN TICINO
Ma se la stampa ticinese “mainstream” (cioè quella che rappresenta la corrente principale del pensiero unico) ha vergognosamente boicottato la notizia di un Premio nazionale nato proprio in Ticino, confermando una volta di più il detto secondo cui “nessuno è profeta in Patria”, va anche evidenziato che la notizia è stata data con notevole risalto da alcuni dei più importanti giornali della Svizzera tedesca, come il SonntagsBlick, il Blick, il Tages Anzeiger e la Basler Zeitung, a dimostrazione del fatto che l’iniziativa meritava oggettivamente di essere riferita, magari aggiungendo qualche commento redazionale critico o completandola con un’intervista. Nella Svizzera francese, dove la stampa ( sul modello di quella della vicina Francia) è sempre più islamofila, la notizia è stata data solo dal giornale online Le Matin (quello cartaceo ha chiuso di recente la sua esistenza) .
La notizia è poi stata ripresa e in alcuni casi sviluppata anche su taluni siti di informazione online della Svizzera romanda e della Francia, fra cui anche un paio di siti musulmani.
Nelle votazioni del 2009 contro la costruzione dei minareti e del 2013 contro la dissimulazione del volto in pubblico, la stragrande maggioranza dei ticinesi ha dimostrato di essere contro l’islamizzazione dell’ambiente. Ma evidentemente la stragrande maggioranza dei giornalisti operanti in questo Cantone non ha ancora capito da che parte tira il vento e pensano che il loro compito non sia quello di informare bensì quello di educare i lettori-elettori che non si adeguano al “pensiero unico” e al dogma del “politicamente corretto”. Per questo essi si ostinano a censurare o a ridurre ai minimi termini certe sgradite iniziative politiche che possono alimentare l’islamofobia (come fu il caso per la petizione lanciata lo scorso anno a livello nazionale dal Guastafeste per chiedere di proibire i movimenti islamisti in Svizzera e di chiudere le loro moschee).
Gli utenti della stampa ticinese che, pur pagando elevati canoni e abbonamenti, sono stati defraudati del loro diritto a un’informazione corretta e completa, potranno comunque verificare – cliccando sui link riportati qui sotto – come la notizia dello “Swiss Stop Islamization Award 2018” è stata data sui vari organi di stampa d’oltre Gottardo e sui vari siti online di informazione. Buona lettura !
GIORGIO GHIRINGHELLI