Abbiamo sentito nei giorni scorsi alcuni interventi sui vari media sull’eventualità di organizzare nuovamente i giochi olimpici nel canton Grigioni e molti dati, finora conosciuti solo ai pochi, che ci hanno fatto riflettere, ma che non piovono del tutto con sorpresa. Lo abbiamo sempre constatato che andare a sciare è sport per ricchi e che finalizzare le politiche turistiche solo e unicamente sugli impianti per sciatori è gioco forza , oggi, operazione perdente. Investire unicamente, e questo lo hanno dichiarato molti gestori di stazioni invernali Svizzere che vanno per la maggiore, sugli impianti sciistici fini a se stessi, comporterà la chiusura di molte istallazioni. La vivacità e la strategia turistica e breve-medio termine sul turismo invernale, vuoi anche per le bizze della meteo che si è completamente mutata grazie anche all’intervento dell’uomo sulla natura, a livello di imbecillità e con uno sfruttamento della cementificazione estremizzata, anteponendo interessi finanziari al mantenimento del paesaggio e dell’ambiente, comporta la sconfitta certa. Attingere continuamente a finanze pubbliche, per garantire la funzionalità unicamente degli impianti significa intestardirsi senza alcuna visione futura e senza che si faccia tesoro di esperienze di regioni ben più importanti e storicamente forti dal profilo del turismo invernale. Sarà sempre in futuro una lotta immane contro la Natura, in cui l’uomo sarà sempre costretto a dover abbassare la testa e perdere sempre, giustificando l’ingiustificabile ed erogando risorse economiche pubbliche in operazioni che non potranno avere alcun riscontro positivo, sia di politiche turistiche che economiche. Benvengano investimenti pubblici a favore del turismo invernale, ma non mirati esclusivamente all’attività sportiva dello sci alpino, ma con visione globale dove lo sci alpino è parte integrante di una visione globale ma non motivo primordiale di investimenti di soldi pubblici.
Sul fatto che ogni anno sono sempre meno gli sciatori (statistiche di enti pubblici) è spiegabile semplicemente sul fatto che sciare è uno sport per ricchi e che al giorno d’oggi sempre meno gente può permetterselo. Allora se vogliamo gettare dalla finestra anno dopo anno soldi pubblici senza alcuna visione globale di turismo invernale, si continui pure ma che i responsabili di queste politiche scriteriate si assumano completamente la responsabilità di quanto fatto e la responsabilità dell’impoverimento delle varie comunità coinvolte.
Che si investi pure nel turismo invernale, anche parecchio se necessario, ma con la visone territoriale e con buon senso. In inverno, che ci sia neve o non ci sia neve, bisogna creare attività tali che la gente, non solo i benestanti, possano recarsi nei nostri comuni e stazioni invernali a godere le ferie, sapendo che possono passare qualche giorno di ferie con soluzioni ed attività disparate, ferie attive, tanto da evitare di pensare che senza neve si disdice.
A meno che i gestori dei vari impianti di sci spendano unicamente loro soldi senza chiedere sostegno al settore pubblico.
E che si crei dei gruppi di promozione turistica vera, lasciando a casa chi ci ha proposto e continua a proporre visioni antiquate e perdenti. In pratica visoni nuove e persone nuove per un turismo invernale finalmente vincente, a questo punto anche con soldi pubblici in correlazione ad investimenti privati. E importante bypassare la burocrazia e gli interessi partitici.
(ETC/rb)
NB: si ricorda che in un paese democratico è permesso esprimere opinioni personali, e come tali possono venir discusse, sempre sui temi evitando come si è sempre più abituati ad attacchi alle persone. Chi attacca le persone e alza la voce è sempre un perdente!