L’annata 2019 sembra anche migliore rispetto la media decennale. Ma a prescindere da questo il prezzo pattuito per kg è sempre al ribasso e riserve in cantina enormi, si parla di 32 mesi di produzione ferma. Questo significa un capitale enorme bloccato che rischia di non permettere nuovi investimenti, in particolare per i viticoltori di collina. Fa pensare, e non è solo una questione di soldi a nostro parere, la diminuzione di consumo di vino ticinese del 22% negli ultimi anni. Infatti, invece di tante riunioni tra le innumerevoli associazioni, troppe a nostro modo di vedere, bisognerebbe iniziare a capire che il prezzo del vino diventa secondario se si riesce ad emozionare la clientela. Una filiera vera, non solo a parole potrebbe risolvere parte della problematica. Ma sappiamo tutti come in Ticino ci si fa la guerra gli uni contro gli altri e con questo modo “operandis”, la tendenza sarà sempre al ribasso. Diciamo che invece del produttore i problemi stanno anche nella grande distribuzione che vuole prodotti di ottima qualità a prezzi stracciati. Io, consumatore, mi “incazzo” a morte se compero il vino dal produttore pagandolo ad un prezzo e poi lo vedo presso un grande distributore al 30% meno caro. . Proprio durante la conferenza noi di ETC abbiamo portato un esempio fresco. Recandoci per qualche giorno in Toscana, abbiamo preso del vino buono, pagandolo non poco, ma abbiamo visto l’amore del viticoltore verso il suo prodotto. Come se vendesse un gioiello e felice di consegnarlo al consumatore. L’altra sera cenetta in Ticino del gruppo con cui ci siamo recati in Toscana e abbiamo aperto qualche bottiglie di quei luoghi, ricordando gli angoli, la gentilezza e i sapori dell’atmosfera. Non ne facciamo una questione di costi, ma loro ci hanno dato emozioni vere… Possibile che non la capiamo alle nostre latitudini.
(ETC/rb)