Da oltre un anno la nostra redazione sostiene il principio del sostegno all’economia del cantone Ticino, ideato e promosso dall’artigiano ticinese. Noi lo abbiamo pubblicato sia sul giornale, sia sulle nostre brochure cartacee. Altri loghi sono nati, sempre con l’intento di sensibilizzare la popolazione ad acquistare in Ticino. Premesso che non si può fare di un erba un fascio. Eppure qualcosa non torna. Noi siamo convinti che sia giusto spendere in Ticino i soldi che guadagniamo in Ticino perché la nostra economia lo richiede e perché eticamente è importante. Fare girare l’economia ticinese dalla base è un dovere di ogni cittadino. Poi ci accorgiamo, lo sentiamo al bar da parte sia di artigiani che di grandi direttori, che la zona di confine è a loro molto nota, per acquisti di alimentari, vestiario, fai da te e di richieste di interventi edili da parte di padroncini. E’ giusto che i cittadini cerchino di sostenere l’economia, o meglio la classe imprenditoriale, ma sarebbe altrettanto giusto che questa stessa classe imprenditoriale si comporti con coerenza e coscienza. Andiamo a vedere dove il logo dell’artigiano è stato pubblicato, in molti siti di associazioni di categoria e poi verifichiamo gli associati imprenditori. Non possiamo naturalmente andare a casa loro per delel verifiche, ma vediamo il loro organico impiegato, la non assunzione di apprendisti residenti favorendo apprendisti frontalieri e via dicendo. Guardiamo fuori dalle loro ville, certo gli operai non hanno la villa, e verifichiamo, quando è possibile, chi fa i lavori di manutenzione. Non si tratta di lanciare accuse gratuitamente, ma non ci sembra che siano gli operai che licenziano gli imprenditori, ma, a volte, con la scusa del cambio libero, si stanno attuando delle porcherie inaudite, sotto gli occhi di tutti, licenziando senza un minimo di responsabilità. Oltre ai licenziamenti si chiedono orari ridotti, dunque soldi da parte dello Stato, per assumere personale non residente. Guardiamo le strade del Mendrisiotto, girate nelle aziende, e fate una semplice analisi della situazione. Il comune di Claro con grande coraggio e coerenza ha applicato un logo interessante, criticato dalle autorità italiane e non condiviso da molti imprenditori ticinesi! Qualcosa non torno, di questo siamo certi … e incombono le elezioni con persone che ci chiedono un mandato per rappresentarci, quando nelle loro ditte agiscono esattamente al contrario di come parlano. Qualcosa, lo ribadiamo, non torna e bisogna assolutamente che la popolazione, “criminalizzata” da alcuni imprenditori e politici che sono causa del disagio di molti residenti, si scuota e inizi a reagire, non raccogliendo le minaccie catastrofiche disegnate da una certa classe di imprenditori, che di questo disegno ne ha fatto oggetto per giustificare propri comportamenti poco coerenti. Qualcosa non torna.
Naturalmente queste pratiche di grande economia vengono praticate dalle grosse aziende, mentre nei comuni, artigiani piccoli e medi, commercianti, piccoli ristoratori e chi opera a livello famigliare nell’economia, per essere coerente con i propri ideali di commercio condivisibile, e per rispetto dei propri pochi collaboratori con i quali lavora e crea ricchezza nel comune in cui risiede, si vede costretto ad ipotecare le proprie case primarie, a dare fondo ai propri capitali risparmiati nei tempi d’oro, per poter garantire lo stipendio a tutti. A questi imprenditori, locali, residenti, che rischiano veramente del loro, dobbiamo dare una risposta chiara ed inequivocabile, contribuendo magari anche come Stato ad alleviare le loro difficoltà. Noi lavoriamo per questi e con questi perché riteniamo che l’etica e l’onestà deve essere fondamentale per una crescita economica duratura e corretta.
Ecco il comunicato del Comune di Claro, grande esempio di sensibilità economica nei confronti della popolazione:
Il Comune di Claro, nel rispetto della legge sugli appalti pubblici, ha dato seguito alla
propria decisione di sostenere con l’attribuzione di appalti pubblici e mandati le ditte locali
che maggiormente impiegano personale residente in Ticino.
Per incentivare tale pratica, con l’auspicio che altri enti pubblici e “para-pubblici” la adottino
in futuro, ha creato un adesivo che rende immediatamente visibile al pubblico, in termini di
percentuale, il rapporto esistente nella ditta fra il personale residente in Ticino e quello
proveniente dall’estero. Per personale residente non si intende solo il cittadino Svizzero ma
naturalmente anche lo straniero in possesso di un permesso di dimora.
Questo adesivo intende “aiutare” nelle proprie scelte i consumatori ticinesi che vogliono
sostenere, con i propri acquisti, l’economia locale. Economia che fatica sempre più a dare
lavoro ai nostri residenti, in particolare ai giovani, che in Ticino vorrebbero trovare il proprio
futuro.
L’adesivo, in vendita a fr.10.00, può essere esibito su veicoli, carta intestata, ecc. ed è
ottenibile annualmente presso la Cancelleria comunale di Claro dietro presentazione di
un’autocertificazione sulla percentuale di personale residente in Ticino in rapporto al
personale complessivo impiegato.
La risposta al nostro articolo da parte dell’artigiano datata 04.04.2015:
Perché promuovere l’economia con sosTIeni ?
Perché sosTIeni si può mettere ovunque
sosTIeni è gratuito
sosTIeni non genera costi di verifica
sosTIeni non genera costi per l’ottenimento
sosTIeni non genera burocrazia
sosTIeni non esclude chi impiega correttamente manodopera estera necessaria
sosTIeni non promuove nessuno in particolare ma tutta l’economia ticinese
sosTIeni è apprezzato anche dai paesi verso i quali esportiamo
sosTIeni è già largamente diffuso
sosTIeni è trasversale a tutti i partiti
sosTIeni è un iniziativa di un singolo cittadino che INVITA ESCLUSIVAMENTE a RIFLETTERE SU RECIPROCITÀ E RESPONSABILITÀ, SENZA ESPRIMERE GIUDIZZI di sorta, per questo motivo vi invito ad usarlo.
Artigiano ticinese qualunque.