Ieri, lunedì, si è svolta la «Night of Light». Nel corso di un’azione straordinaria a livello nazionale, tutte le associazioni del settore degli eventi in Svizzera hanno dato prova di solidarietà e hanno fatto sentire assieme la loro voce. È stato un grido di aiuto silenzioso ma molto emozionante da parte di migliaia di persone che operano nel settore degli eventi e che non vengono ancora abbastanza ascoltate dai politici. La «Night of Light» ha portato le giustificate preoccupazioni dell’industria all’attenzione di un vasto pubblico.
Più di 1300 sostenitori, oltre 1100 edifici e strutture illuminati
In tutta la Svizzera, più di 1300 location, organizzatori di eventi, agenzie di eventi, società fieristiche, allestitori e gestori di stand fieristici, caterer, fornitori di servizi tecnici, aziende di decorazione, operatori culturali, manager, aziende di produzione e ditte individuali hanno partecipato a questa azione di solidarietà unica nel suo genere.
In questo contesto, ieri un totale di 1100 edifici e altre strutture sono stati illuminati di ROSSO in tutte le parti del Paese per lanciare un appello fiammeggiante da parte del settore degli eventi. Tra questi il Jet d’Eau di Ginevra, molti edifici a Losanna, il Castello di Chillon, la Bundesplatz e lo stadio Wankdorf di Berna, il KKL di Lucerna, la Fiera di Basilea, il Teatro dell’Opera di Zurigo, l’Hallenstadion di Zurigo o il Kybunpark di San Gallo. In tutta la Svizzera, fino ai Grigioni ma anche in Ticino o nel Principato del Liechtenstein, innumerevoli edifici di prestigio sono stati rischiarati di luce ROSSA – al di là di tutti i confini linguistici e culturali. Ma anche molti club più piccoli, sedi aziendali ed edifici privati sono stati rischiarati di rosso per mostrare l’ampiezza e la profondità con cui il settore egli eventi è ancorato in Svizzera.
La «Night of Light» è stata un’azione internazionale tesa a evidenziare la difficile situazione del settore degli eventi in tutto il mondo. L’azione ha suscitato un enorme interesse pubblico.
Materiale per i media ed elenchi degli edifici illuminati:
https://www.dropbox.com/sh/gjsgnheyk7slk76/AAA5pIofNDpJWV9_bBxIS9wta?dl=0
In ogni caso di utilizzo del materiale, vi preghiamo di indicare come fonte «Night of Light».
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Citazioni:
«Un grande ringraziamento va alle migliaia di persone che negli ultimi giorni si è offerto volontario per il successo della «Night of Light». L’intero settore degli eventi si è mostrato solidale e ha saputo attirare l’attenzione di un vasto pubblico sulle nostre giustificate richieste. Ora dobbiamo fare tutto il possibile per indurre anche Berna a comprendere le nostre richieste.» – Stefan Breitenmoser, SMPA
«Incredibile quello che il team intorno all’organizzazione e tutti i sostenitori hanno realizzato in così poco tempo. Avete messo in piedi qualcosa di unico, grazie all’impegno, alla passione e alla professionalità di ogni singolo individuo. Le immagini degli scenari illuminati di rosso in tutta la Svizzera mi emozionano ancora.» – Joerg Gantenbein, SVTB-ASTT
«Wow, che evento! Oltre 1.000 edifici si sono illuminati di rosso – una grandiosa azione. In meno di due settimane, questo grande evento nazionale è stato organizzato con un enorme impatto mediatico per far sentire la voce del nostro settore. È stato lanciato un segnale chiaro e si è attirata l’attenzione sulla situazione altamente critica del nostro settore.» – Christian Künzli, ExpoEvent
Contesto:
La «Night of Light» è stata un’azione promossa dal settore degli eventi nel suo complesso, e originariamente lanciata in Germania. Per la prima volta in Svizzera, tutte le associazioni di categoria e innumerevoli altri operatori si sono riuniti per sostenere un’azione congiunta a livello nazionale.
L’obiettivo era, da un lato, rendere visibile l’intero settore e, dall’altro, tracciare la portata della situazione attuale, poiché c’è allarme rosso nel settore degli eventi. Malgrado le assicurazioni iniziali del Consiglio federale, soprattutto le PMI e i lavoratori indipendenti del settore si sentono piantati in asso. La soppressione del tempo ridotto per le persone in posizione analoga a un datore di lavoro e le modifiche dell’indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti peggiorano ulteriormente le prospettive degli operatori. Si rende urgentemente necessaria una prosecuzione del supporto fino alla ripresa della normale attività, altrimenti già entro i prossimi mesi si profila il rischio di una massiccia ondata di fallimenti.
L’intero settore chiede inoltre una maggiore sicurezza di pianificazione per il periodo a partire dal 1° settembre 2020 e una certezza riguardo gli orizzonti temporali per gli eventi futuri. Ci vorranno mesi prima che il settore della cultura ritorni alla normalità. In un ambito come il nostro, che è interconnesso a livello globale, il tempo necessario per un nuovo inizio richiede dai 4 agli 8 mesi, a seconda della manifestazione. Forse potremo riprendere slancio non prima del prossimo anno.
Da ieri, lunedì, sono nuovamente consentiti eventi con un massimo di 1000 persone nel rispetto delle misure di sicurezza e di igiene sviluppate. Questo è un raggio di speranza, ma non è ancora assicurata in molti casi l’economicità degli eventi pur tenendo conto dell’allentamento attuale delle misure. Dovrà prima essere chiaro cosa comportano, in termini attuativi, i nuovi requisiti imposti. La situazione è resa più difficile dal fatto che la Confederazione ha di nuovo delegato, in larga misura, la responsabilità ai Cantoni, il che può generare differenze cantonali a livello di gestione. Questo che resta invariato, quindi,
è che il settore continuerà a risentire degli effetti della crisi Covid-19 nei mesi a venire, anche se le misure verranno ulteriormente allentate.
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