Ogni anno, in occasione della comunicazione dell’utile della Banca Nazionale Svizzera hanno luogo diverse discussioni sull’impiego della quota parte destinata al Cantone Ticino.
La distribuzione dell’utile della BNS è stabilito dall’art. 31 della Legge federale sulla BNS, in particolare “sull’utile iscritto a bilancio è versato un dividendo pari al 6 per cento al massimo del capitale azionario. L’importo dell’utile iscritto a bilancio che supera la distribuzione del dividendo è ripartito in ragione di un terzo alla Confederazione e di due terzi ai Cantoni. Il Dipartimento e la Banca nazionale stipulano per un determinato periodo il volume della ripartizione annuale dell’utile tra Confederazione e Cantoni per garantirne una distribuzione costante a medio termine. I Cantoni ne sono previamente informati. La quota versata ai Cantoni è ripartita in funzione della loro popolazione residente. Il Consiglio federale disciplina i dettagli dopo aver sentito i Cantoni”.
Per concretizzare quanto precede il 9 novembre 2016 è stata sottoscritta la Convenzione tra il Dipartimento federale delle finanze e la Banca nazionale svizzera sulla distribuzione dell’utile della Banca nazionale svizzera.
Tale Convenzione prevede che se la riserva per future ripartizioni non presenta un saldo negativo, la BNS distribuisce a Confederazione e Cantoni un miliardo di franchi (art. 3), se la riserva presenta un saldo superiore a 20 miliardi di franchi, la BNS distribuisce a Confederazione e Cantoni un ulteriore miliardo di franchi (art. 7), sempre secondo la chiave di ripartizione 1/3 Confederazione, 2/3 Cantoni (art. 8).
Il Preventivo cantonale 2018, come in passato, ha messo in conto ca 28 milioni di franchi (conto n. 41100001); di fatto i primi 28 milioni di utile sono destinati alla gestione corrente del Cantone.
Questo significa che quando la quota parte di utile supera questa cifra si crea una sopravvenienza – per importi anche considerevoli (nel 2018 sono per esempio previsti maggiori introiti di ca. 26 milioni di franchi) – che sfugge al controllo del Gran Consiglio e quindi del popolo.
A dipendenza della situazione economica del Cantone si possono immaginare diversi impieghi di un eventuale “surplus” della quota parte di utile BNS: ridurre il debito pubblico, effettuare investimenti, aiutare i Comuni, coinvolgere i cittadini nella distribuzione dell’utile.
Per esempio nel gennaio scorso il Convivio intercomunale dei sindaci del Locarnese ha chiesto al Consiglio di Stato di far partecipare i Comuni alla distribuzione dell’utile della BNS, tenuto conto da un lato del miglioramento dei conti cantonali e dall’altro lato degli importanti sforzi richiesti ai Comuni ticinesi negli ultimi anni. Il Consiglio di Stato, senza consultare in alcun modo il Gran Consiglio, ha respinto in modo netto queste richieste.
Considerati gli importi in questione, ai sottoscritti mozionanti sembra preferibile che il Gran Consiglio si esprima in merito a eventuali dividendi extra della BNS, ciò che peraltro potrebbe consentire il coinvolgimento della popolazione tramite gli strumenti della democrazia diretta.
L’esigenza di presentare un Messaggio potrebbe essere l’occasione di elaborare delle “linea guida” che permettano di dare un certo ordine alle discussioni sull’impiego del dividendo: per esempio, i primi 10 milioni supplementari potrebbero essere attribuiti ai Comuni, i secondi 10 milioni destinati a progetti/investimenti/misure cantonali e gli ulteriori importi distribuiti direttamente ai cittadini come partecipazione al dividendo.
In considerazione di quanto precede si chiede che il Consiglio di Stato, in caso di dividendo della BNS superiore a quello inserito in preventivo, presenti al Gran Consiglio un Messaggio sull’impiego del dividendo supplementare ed allestisca delle linee guida da applicare nel medio-lungo termine.
Con ossequio
Maurizio Agustoni