L’Organizzazione turistica regionale Mendrisiotto e Basso Ceresio è lieta di presentare il nuovo libro, edito in versione tedesca, scritto da Omar Gisler con l’obiettivo di presentare l’opera degli artisti ticinesi che hanno partecipato allo sviluppo architettonico e artistico delle grandi città europee. È infatti uno dei capitoli più affascinanti e allo stesso tempo meno noti della storia elvetica: La vita e le vicissitudini dei Magistri Comacini. Sono stati migliaia i ticinesi partiti alla volta dell’Europa per contribuire alla costruzione di castelli, palazzi, chiese e fortezze. Il libro «Terra d’artisti – Come i capomastri ticinesi hanno contribuito alla storia dell’arte in Europa» dedica loro un doveroso omaggio.
Qual è il filo rosso che collega il Cremlino di Mosca, la Basilica di San Pietro a Roma, la Hofburg di Vienna, il Ponte dei Sospiri a Venezia ed il Canale di Suez? La risposta è semplice quanto inaspettata: tutte queste opere sono frutto del lavoro e del genio degli artisti ticinesi, soprattutto dei capomastri nati, cresciuti e formatisi nei paesi situati intorno al Lago di Lugano e nel Mendrisiotto. Nel corso dei secoli, i cosiddetti Magistri (o Maestri) Comacini hanno lasciato preziose tracce in tutta Europa, conquistando la stima di papi, imperatori, zar e sultani.
Sebbene abbiano scritto un capitolo eccezionale della storia elvetica, la vita e le vicissitudini di questi geni, ribelli e artisti sono perlopiù sconosciute al grande pubblico, soprattutto oltre Gottardo.
La casa editrice AS Verlag, sostenuta dal Canton Ticino, dalla Fondazione Ernst Goehner e dalla Fondazione Oertli, colma questa lacuna con la pubblicazione del libro «Terra d’artisti – Come i capomastri ticinesi hanno contribuito alla storia dell’arte in Europa». L’autore Omar Gisler, ex-collaboratore di Ticino Turismo ed attualmente responsabile di Comunicazione e Marketing presso il Kantonsspital Baden in Argovia, ripercorre e contestualizza i percorsi di vita, nonché i piani, i progetti e le opere di oltre venti architetti, ingegneri e capomastri. Li presenta in ritratti suggestivi, ricchi di aneddoti e di facile comprensione.
In totale sono oltre 4’000 emigranti – muratori, architetti, ma anche capomastri, stuccatori e scultori – che a partire dall’alto medioevo hanno lasciato il territorio della Svizzera italiana per trovare la loro fortuna sui vari cantieri in tutta Europa contribuendo così alla costruzione di palazzi, chiese, fortezze e (in qualche caso) intere città. Le opere di almeno un centinaio di loro meritano l’aggettivo «eccellente». L’autore narra le vicende e le opere di venti di questi maestri: una scelta difficile che è stata guidata dal fatto che i lavori e la biografia degli artisti considerati sono significativi ed emblematici delle diverse epoche in cui essi hanno vissuto.
All’inizio della cronistoria troviamo così l’architetto Pietro Antonio Solari, che lasciò Milano nel 1488 per recarsi alla corte dello zar a Mosca ove divenne responsabile per la fortificazione del Cremlino. Seguono le biografie dei ben noti Domenico Fontana, Carlo Maderno e Francesco Borromini, artisti che hanno lasciato un’impronta tuttora tangibile a Roma. Altrettanto significativo è il contributo di Domenico Trezzini per San Pietroburgo, la nuova capitale della Russia creata a partire dal 1703 «ex nihilo» nelle paludi della foce della Neva.
La fine della guerra dei trent’anni fu seguita da una vasta opera di ricostruzione in centro e nord Europa sul finire del XVII secolo, che ha visto all’opera esperti d’edilizia come Filiberto Lucchese, Giovanni Pietro Tencalla e Filippo Caratti, le cui impronte sono riscontrabili tutt’oggi a Vienna, Praga e in Moravia. Per gli Asburgo lavorava anche Giocondo Albertolli, che con il suo «buon gusto» rivoluzionò a Milano, all’epoca sotto dominio austriaco, il modo di decorare e ornare gli spazi interni.
Nell’Ottocento Pietro Bianchi e Pietro Nobile, l’uno a Napoli e l’altro a Vienna, costruirono rispettivamente la chiesa di San Francesco di Paola e il Tempio di Teseo. Grazie ad una ristrutturazione totale, Gaspare Fossati salvò dal crollo la Basilica di Santa Sofia di Istanbul, uno dei monumenti più importanti della storia dell’architettura.
Chiude cronologicamente la serie narrativa Giovanni Lombardi, l’ingegnere per eccellenza della storia più recente, costruttore di una serie infinita di dighe e gallerie.
Tramite questi ritratti, il libro «Terra d’artisti» attraversa sei secoli e mette in evidenza un capitolo della storia della Svizzera perlopiù sconosciuto e che a volte si trova inaspettatamente legato ai grandi eventi e protagonisti della Storia. L’opera secolare dei Magistri Comacini è eccezionale ed unica, scrive Marco Solari, Presidente del Locarno Film Festival, in un saggio introduttivo. Non c’è nessuna regione in Europa che può vantare una tradizione artistica così ampia, lunga ed eccellente. È una particolarità che va sottolineata e ribadita con fierezza, tanto più che questo argomento è ancora troppo poco conosciuto al vasto pubblico.
Da notare che perfino negli ambienti accademici la materia finora non ha suscitato molto scalpore in quanto le biografie di molti artisti, architetti e capomastri sono state poco studiate ed esplorate. La creazione di una cattedra universitaria dedicata ai Magistri Comacini potrebbe essere un approccio interessante per approfondire il contributo ticinese e svizzero alla storia dell’arte e della cultura europea, conclude Solari.
Il turismo ed il patrimonio artistico
Per l’Organizzazione turistica regionale Mendrisiotto e Basso Ceresio si tratta di un’opera che concorre in maniera diretta alla valorizzazione di alcuni personaggi storici divenuti importanti e molto conosciuti nel mondo che, a loro volta e grazie a questo libro, vengono collocati in un contesto regionale che propone ancora oggi la possibilità di ritrovare tracce della loro presenza, dei loro natali. Le loro storie e il fascino del loro successo invitano a visitare i luoghi che hanno in qualche modo stimolato la loro creatività, come è stato il caso dei grandi Borromini e Maderno, nati proprio qui in questa regione, rispettivamente a Bissone e a Capolago.