Siamo frequentatori di ristoranti anche in Ticino. Ci dà enorme fastidio che molti ristoranti non tengono orari decenti, seguendo un po’ il significato che in un paese rappresenta un ristorante o un bar.
Aprire anche certi ristoranti solo in alcune giornate, quando gira gente e chiudere al pomeriggio, oppure per un periodo invernale, a noi sembra poco serio. Andiamo incontro a situazioni difficili, dove la categoria si lamenta sempre, e poi continua a restringere gli orari di apertura, aumentare i prezzi senza che siano corrisposti ad un servizio adeguato. Capiamo che certe vecchie strutture, in particolare quei “bastimenti” vecchi chiamati anche Hotel, non costruiti con i criteri moderni di risparmio energetico, abbiano difficoltà a tenere aperto; ma che si organizzino e che rimangano aperti almeno come locale di ristoro. Paesi a vocazione Turistica come da anni si va cianciando in Ticino, hanno atteggiamenti contrari alle regole del turismo (salvo alcune regioni che sono di per loro favorite).
Peccato salire su una meta a piedi o in bicicletta e ritrovarsi poi il ristoro chiuso, l’alpe che non c’è, oppure al contrario mi ritrovo in capanne lussuose, dove difficile avvicinarsi ai prezzi proposti. Insomma da anni sentiamo lamentele, da anni lo Stato spende milioni per favorire il turismo e da anni i locali chiudono e gli orari di apertura si assottigliano. Ma una domanda: è il ristoratore che ha bisogno del turista o il turista che ha bisogno del ristoratore..
Ho l’impressione che chi fa il ristoratore non abbia ben in mente cosa è il suo compito; servire pietanze, bibite alla gente, con il sorriso sulle labbra e in un ventaglio di orari interessanti, e a volte anche solo per un cliente. Fare il ristoratore è una missione, che chiede dedizione e sacrificio e non solo incassare.
Se poi guardiamo certi prezzi proposti da lacuni ristoranti, fanno proprio passare la voglia di frequentarli!
(ETC/rb)
Poi vi sono ristoranti che funzionano bene ed hanno anche una funzione sociale, vedi Ulliat a Chiasso, che sono costretti a chiudere per motivi di direttive politiche, che vergogna!