“La mediazione è un modo per risolvere i conflitti e le controversie al di fuori dell’apparato giudiziario, come la negoziazione, l’arbitrato e la conciliazione, di cui è una forma. I litiganti si rivolgono volontariamente a un terzo, il mediatore, neutro e imparziale, che li aiuta a ristabilire la comunicazione, a chiarire i loro reali interessi e a trovare una soluzione costruttiva al problema, con l’obiettivo di sottoscrivere un accordo che convenga a tutti e che possa poi essere messo in pratica. La mediazione si caratterizza per l’intervento di una terza persona estranea alla lite e imparziale, sprovvista di potere istituzionale e decisionale, la confidenzialità della procedura (non si tengono verbali, gli appunti vengono distrutti alla fine della mediazione), la partecipazione di tutte le persone interessate al conflitto e alla sua soluzione, il piano formale, extragiudiziale, la libera volontà di partecipare alla mediazione e l’autodeterminazione nel risultato. Solo le parti possono elaborare la soluzione tagliata su misura per i loro bisogni e i loro interessi” (citazione da “Pratica della mediazione nel Canton Ticino”, dell’avv. Emanuela Epiney Colombo).
La mediazione è quindi un metodo alternativo per risolvere i conflitti che permette di contribuire allo sgravio della mole di lavoro con la quale sono confrontati i tribunali.
Negli ultimi anni, la possibilità di intraprendere una procedura di mediazione è stata vieppiù codificata, dal Codice di procedura civile (art. 314 cpv. 2 CPC che ha codificato la mediazione fra i genitori quale misura a protezione dei minori), alla mediazione obbligatoria istituita nel contesto della legge sull’informazione e sulla trasparenza, ma anche ne contesto del diritto penale minorile.
Nella procedura di mediazione, illustrata bene in precedenza dalla citazione della già giudice Emanuela Epiney Colombo, la figura del/la mediatore/trice ha un ruolo molto importante e fondamentale. Proprio per questo, il/la mediatore/trice, deve aver seguito una formazione adeguata.
Dal 2002, le persone che desiderano formarsi come mediatori e mediatrici possono farlo in Ticino presso la SUPSI con un corso postdiploma in mediazione (per oltre 200 ore di formazione teorica e pratica), che adempie i requisiti posti dalla Federazione svizzera delle associazioni di mediazione e della Federazione svizzera degli avvocati. Nella vicina Italia, è pure possibile formarsi presso università e associazioni specializzate che adempiono le condizioni poste dal Forum europeo della mediazione familiare. Accanto a queste formazioni riconosciute, vi sono tutta una serie di corsi, che ancora non sono sufficienti per svolgere questo particolare mandato.
Il titolo di mediatore non è oggi protetto. Qualsiasi persona, che abbia frequentato corsi riconosciuti o meno, può quindi improvvisarsi mediatore. Questo fatto può dunque creare enormi danni e gravi conseguenze alle parti in mediazione, pregiudicando gravemente i diritti di una parte che ignora il diritto. Un esempio su tutti nel contesto della mediazione familiare: un mediatore sprovvisto di formazione e di esperienza può indurre le parti a sottoscrivere un accordo in ambito di divorzio, che, se omologato, sarà difficilmente oggetto di revisione giacché una revisione della convenzione potrà essere affrontata solo se le condizioni iniziali sono mutato in modo sostanziale e duraturo.
Tramite la presente mozione, alla luce anche della sentenza della Camera di protezione del Tribunale di appello del 6 febbraio 2017 (inc. 9.2016.217), chiediamo che vengano previste nel diritto cantonale delle esigenze qualitative e formative minime per esercitare l’incarico di mediatore/trice, come previste da altre legislazioni cantonali, tenendo altresì conto delle direttive della Federazione svizzera degli avvocati per l’uso del titolo di “avvocato mediatore FSA”, nonché del fatto che simili requisiti sono già previsti nella legge cantonale sull’organizzazione delle autorità penali minorili.
Lara Filippini (UDC – La Destra),
Sabrina Aldi (Lega), Maurizio Agustoni (PPD), Andrea Giudici (PLRT), Tamara Merlo (Verdi), Gianrico Corti (PS)