“Il Consiglio federale è incaricato di compensare finanziariamente il Canton Ticino per la mancata entrata in vigore del nuovo accordo italo-svizzero sui frontalieri, parafato dalle autorità fiscali dei due Paesi il 22 dicembre 2015 scorso”(…)
Cosi inizia una mozione depositata in data odierna a Berna da parte del Consigliere nazionale Marco Chiesa (UDC) inerente l’accordo sopraesposto.
Si chiede al Consiglio federale di farsi carico, da un profilo finanziario, delle mancate entrate finanziarie che questa situazione arreca al Cantone. A supporto di questa tesi si citano i seguenti elementi:
A) Con l’entrata in vigore dell’accordo sulla libera circolazione delle persone, la Svizzera ha modificato l’accordo sui frontalieri con l’Austria, stornando il 12,5% delle imposte incassate alla fonte dai frontalieri al Governo austriaco.
B) Con il nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia, parafato verso la fine del 2015, il Ticino potrà incassare il 70% delle imposte in luogo dell’attuale 61,2% e, soprattutto, i lavoratori frontalieri dovranno dichiarare il loro salario in Italia.
C) La mancata entrata in vigore dell’accordo ha, indirettamente, pesanti conseguenze sul mercato del lavoro ticinese che subisce un significativo dumping salariale a causa dei lavoratori frontalieri.
D) Le minori entrate finanziarie stimate per il Cantone Ticino per la mancata entrata in vigore dell’accordo sui frontalieri è pari a 15 milioni di franchi, ovvero la differenza tra il 70 e il 61,2%. Secondo la Costituzione federale, la Confederazione ha la competenza esclusiva di concludere accordi con gli Stati esteri (art. 54 cpv. 1 Cost.) e deve salvaguardare gli interessi dei Cantoni (art. 54 cpv. 3 Cost.). Per queste ragioni viene chiesto al Consiglio federale, a seguito della violazione dell’art. 54 cpv. 3 Cost., una solidarietà confederale sulla base dell’art. 44 cpv. 1 Cost. che stabilisce che Confederazione e Cantoni collaborano e si aiutano reciprocamente nell’adempimento dei loro compiti. Questa disposizione di stampo “federalista” riconosce una solidarietà tra Confederazione e Cantoni.
Alla luce del mutato contesto socio-economico intercorso dal 1974 ad oggi, si chiede al Consiglio di Stato:
• Congelare a partire dal prossimo 30 giugno il ristorno delle imposte alla fonte alla Repubblica italiana secondo l’accordo del 1974..
• Costituirsi parte lesa nei confronti della Confederazione per il risarcimento delle minori entrate finanziarie, cioè 15 milioni di franchi all’anno, sino a quando il nuovo accordo parafato nel 2015 non entrerà in vigore. Questo vale per gli anni 2016 e seguenti.
La Destra
(Per il gruppo Tiziano Galeazzi, UDC)