Premessa
L’ampio dibattito che si sta sviluppando sul tema del cambiamento climatico tocca gran parte dei Paesi mondiali, anche la Svizzera e il Ticino. Con diversi eventi e manifestazioni i cittadini hanno chiesto alla politica di occuparsi del problema con soluzioni immediate e praticabili. Dai più giovani agli anziani, chi più chi meno, tutti sono sensibili e consapevoli che il comportamento umano è una concausa del fenomeno. Tutti a parole vogliono un mondo più pulito e rispettoso della natura, poi nella pratica spesso ci si scontra con le abitudini, le esigenze e gli interessi personali che mettono in discussione i lodevoli principi iniziali.
La politica deve occuparsi del tema con oggettività, scevra da emotività che potrebbero peggiorare la situazione invece che migliorarla.
Il presente atto intende fare un quadro della situazione nel nostro Cantone e in Svizzera in rapporto alla situazione mondiale, offrire qualche spunto e idea per sviluppare un concetto locale basato sul sano realismo e non condizionati dall’emotività.
Breve panoramica mondiale
I Paesi sviluppati e industrializzati con gli anni hanno sviluppato una certa attenzione e cultura all’utilizzo parsimonioso delle risorse, molto rimane però da fare. Questi Paesi sfruttano al massimo la crescita economica interna, l’aspetto climatico e ambientale non è per loro una priorità. È oramai piuttosto ciclico, prima parte la crescita economica che impiega tutte le risorse e attenzioni, poi dopo alcuni decenni, anche grazie al miglior potere d’acquisto, nasce una certa sensibilità ambientale. In questo lasso di tempo però, questi Paesi producono importanti quantità di CO2, inquinamento generale, valori e situazioni difficili da recuperare anche con un’accresciuta cultura e volontà rispettosa dell’ambiente.
L’esempio della Cina è lampante. La grande crescita economica, seguita dal benessere generale con un potere d’acquisto nettamente migliorato per tutti, causano un aumento importante dell’inquinamento. Da qualche anno però anche in Cina da parte di Governo, aziende e cittadini, si rilevano interessanti azioni che tendono a migliorare la situazione dell’impatto dell’uomo sull’ambiente.
Come è la situazione nei vari Paesi? La cartina seguente indica lo ”Environmental Performance Index (EPI)”, sviluppato dalla Yale University, che si basa sull’analisi di diverse categorie che impattano sull’ambiente, quali ad esempio: la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, l’impatto dell’agricoltura, la biodiversità, l’approvvigionamento energetico, ecc.
Questa tabella è significativa per due aspetti. Il primo è che gran parte dei Paesi occidentali sviluppati hanno un impatto sull’ambiente piuttosto moderato, seppur migliorabile. La Svizzera è tra i Paesi più virtuosi e a più riprese si è classificata al 1°posto in questo indice.
Appare molto chiaro che il grosso problema del cambiamento climatico sia una concausa creata in gran parte dai Paesi quali India, Cina e Asia in generale, dall’Africa – seppur l’incidenza sia certamente molto meno impattante dei più popolosi Paesi asiatici -, dal Centro e Sud America, Russia e USA.
Questa cartina permette pure di comprendere che la Svizzera, già oggi tra i Paesi più performanti al mondo in ambito ambientale, ha sicuramente margini di miglioramento, ma che nel contesto globale risulterebbero piuttosto irrilevanti.
Da qui si riprende la premessa iniziale di dover oggettivare il tema ambientale tenendo conto del grado di performance del nostro Paese e soprattutto di quello dei Paesi meno virtuosi.
Breve panoramica in Svizzera
La Svizzera è uno dei Paesi più industrializzati, ma pure tra i più all’avanguardia nella politica energetica e nella protezione dell’ambiente.
Sul sito web della Confederazione, sulla pagina dell’Ufficio federale di energia https://www.bfe.admin.ch/bfe/de/home.html vengono ben illustrati i passi intrapresi nell’ambito:
“L’articolo sull’energia, la legge sull’energia, la legge sul CO2, la legge sull’energia nucleare e la legge sull’approvvigionamento elettrico costituiscono lo strumentario per una politica energetica svizzera all’insegna della modernità e della sostenibilità. Oltre alle basi legali rientrano nella politica energetica della Confederazione e dei Cantoni anche l’allestimento di prospettive energetiche, strategie, programmi d’attuazione e la valutazione di provvedimenti del settore a livello comunale, cantonale e federale. La politica energetica è stata riconosciuta nella Costituzione federale soltanto nel 1990. L’articolo sull’energia sancisce che “nell’ambito delle loro competenze, la Confederazione e i Cantoni si adoperano per un approvvigionamento energetico sufficiente, diversificato, sicuro, economico ed ecologico, nonché per un consumo energetico parsimonioso e razionale”. Le condizioni che questo articolo costituzionale pone alla politica energetica sono palesemente severe; ciò mostra chiaramente quanto sia difficile trovare delle soluzioni che soddisfino le diverse esigenze. A partire dal 1990, tutti i Cantoni hanno emanato proprie leggi e prescrizioni in materia energetica. Con l’entrata in vigore della legge o dell’ordinanza sull’energia il 1° gennaio 1999, il Consiglio federale ha assolto il mandato che il Popolo gli aveva conferito optando per l’articolo costituzionale sull’energia.”
Svizzera Energia https://www.svizzeraenergia.ch/home.aspx che ha il mandato di attuare la politica energetica decisa dalla Confederazione, sul suo sito web indica:
“Il programma SvizzeraEnergia è stato istituito dal Consiglio federale, per promuovere l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Il programma sensibilizza l’opinione pubblica in Svizzera nei confronti dei temi energetici, promuove progetti innovativi e sostiene offerte di formazione e perfezionamento professionale del personale specializzato. Il programma permette così di contribuire in misura sensibile a far sì che le innovazioni prendano piede e diventino visibili. Energie rinnovabili o uso efficiente dell’energia: SvizzeraEnergia fornisce la sua consulenza e informa gli interessati.”
A cascata Cantoni e Comuni promuovono una politica energetica e ambientale virtuosa investendo energie e risorse nella migliore gestione dei rifiuti, nel migliore utilizzo delle energie e nel maggior rispetto dell’ambiente.
Ne è la prova il successo ottenuto dal programma “Città dell’energia” promosso da Svizzera energia https://www.local-energy.swiss/it/programme/energiestadt#/ dove ben 437 Comuni svizzeri hanno ricevuto il “Label Città energia” di cui 48 con il “Label Città dell’energia Gold” (stato dicembre 2018).
Se la Svizzera è così all’avanguardia è perché negli anni Confederazione, Cantoni, Comuni, aziende e cittadini, hanno sviluppato una cultura e conoscenze specifiche che permettono di raggiungere questo lusinghiero risultato.
La Confederazione ha inoltre avviato un programma pilota per determinare come la Svizzera possa adattarsi alle mutate condizioni climatiche. In tutte le parti del Paese sono complessivamente in corso 50 progetti, il tutto sotto l’egida dell’Ufficio federale dell’ambiente.
Un attore importante a livello svizzero nel campo è l’Empa https://www.empa.ch/ l’istituto interdisciplinare di ricerca per le scienze dei materiali e della tecnologia. Elabora soluzioni per l’industria e la società negli ambiti dei materiali e delle superfici nanostrutturate, delle tecnologie ambientali, energetiche ed edilizie sostenibili, nonché delle biotecnologie e delle tecnologie mediche. Elabora inoltre per gli Enti pubblici dati utili alle decisioni politiche eseguendo studi commissionati dai vari Uffici federali.
Il ruolo del Canton Ticino
Il nostro Cantone in linea con la politica federale contribuisce a promuovere una politica energetica e climatica virtuosa. I margini di miglioramento sono ancora importanti, soprattutto se pensiamo all’importante traffico transfrontaliero che ogni giorno genera numerosi spostamenti con le automobili private.
Il Dipartimento del Territorio ha già attivato una serie di iniziative per promuovere la mobilità aziendale, anche se si nota una certa reticenza o pigrizia da parte degli attori economici.
Un altro tema che necessita una risposta è relativa alla gestione delle plastiche, perché una vera soluzione a costi sostenibili sembrerebbe non esserci ancora, anche se la quantità di plastiche prodotte dall’industria del commercio risulta ancora molto, troppo importante.
Il Piano Energetico Cantonale (PEC), https://www4.ti.ch/generale/piano-energetico-cantonale/piano-energetico-cantonale-pec/piano-energetico-cantonale-pec/ strumento molto interessante adottato dal Cantone, è il mezzo per “ottenere una politica energetica coordinata e dinamica in grado di affrontare le sfide poste dalle esigenze attuali e future attraverso proposte volte a diminuire i consumi e le emissioni di CO2 e a diversificare la produzione e l’approvvigionamento, considerando nel contempo gli interessi economici legati al settore energetico, sia a livello di investimenti per la produzione indigena e la copertura del fabbisogno, sia a livello di costi per il consumatore finale.”
Il Fondo per le Energie Rinnovabili (Fer) è un’altra iniziativa messa in campo dal Cantone per migliorare l’impatto generale sull’ambiente.
In particolare il Fer sovvenziona i seguenti investimenti privati:
• Impianti fotovoltaici;
• Impianti per piccole centrali idroelettriche;
• Impianti eolici;
• Impianti geotermici di profondità;
• Impianti a biomassa.
I Comuni sono infine tenuti a loro volta alla promozione di una politica energetica virtuosa e rispettosa dell’ambiente nel limite delle loro competenze. Il fondo Fer che viene destinato ogni anno ai singoli Comuni, ha appunto una destinazione ben precisa:
• Risanamento del proprio parco immobiliare;
• Costruzione di nuovi edifici ad alto standard energetico;
• Interventi di efficienza energetica sulle infrastrutture;
• Realizzazione di reti di teleriscaldamento alimentate prevalentemente con energie rinnovabili;
• Incentivi a favore di privati, aziende ed enti pubblici;
• Altri provvedimenti adottati per promuovere un utilizzo parsimonioso e razionale dell’energia (applicazione controllo prescrizioni in cantiere, aggiornamento catasto degli impianti energetici).
Si può dunque tranquillamente affermare che la Svizzera ha una solida e consolidata politica energetica e ambientale, ciò ha permesso di raggiungere performances molto interessanti e confermate anche dalle comparazioni tra i vari Stati.
Posizionamenti politici e ideologici sul tema
Il tema è certamente terreno fertile per chi vuole profilarsi politicamente. È inutile nascondere che dietro all’argomento vi sia generalmente poca conoscenza e improvvisazione. Gli ambienti di sinistra da tempo utilizzano il tema per profilarsi, lo fanno da anni ed è certamente legittimo. Da qualche tempo pure i partiti di centro, fino ad ora piuttosto moderati e pragmatici, si sono lanciati con l’intento di cavalcare questa ondata verde che sembrerebbe fare presa nell’opinione pubblica. I mozionanti intendono con questo primo atto affrontare il tema con la propria visione, legittima tanto quanto quella degli altri partiti o politici, ma con pragmatismo, soprattutto relazionando le azioni e i possibili provvedimenti, con la situazione a livello globale.
Cambiamento climatico, come renderlo un’opportunità per il Ticino?
La Svizzera e il Ticino, attraverso le leggi e i vari programmi d’attuazione, hanno una cultura ambientale migliore di molti altri Paesi mondiali. La tecnologia e le conoscenze che si sono sviluppate attorno a questa cultura sono un valore aggiunto da incrementare. La politica del nostro Paese subisce il tema invece di renderlo un punto di forza. Molti Paesi nel mondo hanno necessità di imparare dalla Svizzera come migliorare la loro situazione energetica e ambientale, sfruttiamo dunque questa opportunità per esportare cultura, conoscenze, prodotti e sviluppo. Questo permetterà ai Paesi che hanno queste necessità di beneficiare del nostro know-how e il Ticino e la Svizzera, invece, di creare nuove opportunità di business e occupazione per i residenti.
Nella pratica come?
Molte aziende in Ticino operano nell’ambito della produzione di energie alternative, biomassa, teleriscaldamento, produzione di legna, risanamento energetico di stabili, ammodernamento e regolazione di impianti RVCS (riscaldamento, ventilazione, clima e sanitari), ecc.
L’importante know-how dell’economia privata e dell’Ente pubblico, che anch’esso ha sviluppato un’esperienza sulle politiche di incentivi e promozione, costituiscono un patrimonio importante.
Anche nella formazione il Ticino vanta esempi interessanti. Ad esempio Supsi, con il Dipartimento tecnologie innovative, offre percorsi formativi a tempo pieno e di perfezionamento professionale di alta qualità. Per non citare poi le varie scuole professionali, che con i vari apprendistati offrono percorsi formativi nelle tecnologie innovative e nelle energie rinnovabili di assoluto valore.
Una messa in rete di tutte queste competenze, ben coordinate e finalizzate a creare economia e sviluppo, creerebbe le basi per la nascita di nuove start up e iniziative imprenditoriali. Inoltre, oltre a migliorare la situazione energetica e ambientale nel Paese, si creerebbero pure le basi per un’economia di esportazione, soprattutto in quei Paesi emergenti che avrebbero le capacità per investire nel settore, ma che mancano di competenze, tecnologie ed esperienza.
Andando oltre si potrebbe addirittura ipotizzare la creazione di un centro competenze “Polo di competenze e centro economico del clima”, con un adeguato spazio logistico per l’insediamento di nuove start up del settore a condizioni agevolate, la messa in rete con Supsi, con l’ETH di Zurigo – che dista a meno di due ore da Bellinzona – le varie scuole professionali attinenti al settore e predisporre le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro per i residenti. Il comparto delle attuali Officine di Bellinzona potrebbe essere il luogo ideale per insediare questi contenuti.
Vi è poi una possibilità di profilare il Ticino come Cantone del turismo ambientale, esempi concreti in altre regioni del mondo non mancano. Le varie zone discoste del Ticino (esempio: esperienze di soggiorni a contatto con la natura o in luoghi rurali – alpestri) non mancano e questo potrebbe essere un interessante stimolo per il rilancio anche delle nostre valli.
A livello culturale il Film Festival di Locarno potrebbe avere un’appendice legata al tema ambientale, estendendo di qualche giorno la rassegna locarnese sfruttando l’opportunità per trattare il tema anche da questo fronte.
Infine è sicuramente auspicabile premiare fiscalmente i cittadini virtuosi che utilizzano i loro risparmi e capitali per generare comportamenti rispettosi dell’ambiente.
Lo Stato in tutto questo dovrebbe avere solamente una funzione di stimolo, coordinamento e promozione, il resto delle attività si dovranno lasciare nelle mani dell’economia privata e della società civile, che con le varie iniziative e attività potrebbero contribuire alla crescita del progetto.
I mozionanti contrari al concetto che lo Stato debba decidere tutto, persino i comportamenti del singolo individuo. Siamo fermamente convinti che lo Stato debba invece mettere nelle migliori condizioni il cittadino di avere dei comportamenti virtuosi verso l’ambiente e il clima in generale. Stimolare, promuovere e verificare sono i compiti a cui dovrebbe limitarsi lo Stato. Tassare, vessare e condizionare in modo coercitivo i comportamenti del cittadino non rientrano nel modello da noi sostenuto.
Per questi motivi si chiede al Lodevole Consiglio di Stato di voler:
1. Elaborare un Master plan sulla base delle considerazioni e spunti esposti in questa mozione per promuovere il progetto “Canton Ticino polo di competenze e centro economico del clima”. Indicare la strategia di attuazione, gli attori coinvolti, gli investimenti necessari e i possibili finanziamenti, le tempistiche e definire in modo molto chiaro il ruolo dello Stato, che come indicato dovrà limitarsi a stimolare, promuovere e verificare l’andamento del progetto.
Per il gruppo UDC:
Piero Marchesi