Ieri sera è andato in onda su RSI La2 il programma “60 minuti”, ruotante attorno al tema “Ticino, l’agenda dei giovani”. Alla trasmissione hanno presenziato gli esponenti di alcuni movimenti politici giovanili ticinesi.
Alla Gioventù Comunista (GC), però, non è stato rivolto alcun invito a partecipare: con questo siamo al secondo oscuramento televisivo. La stessa cosa, infatti, era avvenuta nel marzo 2014, sempre in occasione di “60 minuti”: in studio erano presenti alcuni giovani politici per dibattere del ruolo dei giovani nella politica, ma tra di essi nessun comunista.
Questa sistematica censura, oltre ad essere altamente offensiva, è anche e soprattutto il risultato di un uso politicamente strumentale dei mezzi comunicativi, lontano anni luce da quelli che dovrebbero esseri gli obiettivi di un servizio pubblico. In base agli interessi politici prevalenti, evidentemente, si decide a tavolino quali volti giovani (?) è utile far emergere. E così, i comunisti, che dispongono di una presenza giovanile non virtuale, costruita in anni di duro lavoro sul territorio cantonale, vengono bellamente esclusi.
Ribadiamo, alla luce di questi accadimenti, la necessità di un’informazione libera e imparziale, fondamento di un confronto sano e costruttivo tra (tutte!) le parti politiche.