In vista delle prossime comunali anche a Losone spuntano ovunque manifesti e volantini dai cui, i sciuri tutti ben rasati e le sciure con la permanente fresca, sorridono fiduciosi i vari aspiranti ai seggi in Municipio. Strano come questi figuranti che nel corso della passata legislatura, a parte quando vi erano di mezzo la flavescenza dorata e la zanzara tigre, brillavano perlopiù per mutismo e invisibilità siano di botto cosi’ «vicini», «di cuore» e «propositivi» nei confronti della comunità. Ai cittadini attenti balza pero’ subito all’occhio che i (ri-)candidati sono gli stessi che ancora poco tempo fa facevano i «duri» con le Mamme che accompagnavano in automobile la loro prole alle scuole ma per contro, dopo essersi voltati la marsina e lasciati convertire al misericordismo, permettono generosamente che cosiddetti «profughi» possano liberamente bighellonare altamente alcolizzati per il paese importunando il prossimo. Il 10 di aprile sarà l’occasione ideale per valutare con accuratezza le passate prestazioni degli attuali Schettini di terra ferma e definire quali nel prossimo quadriennio siano ancora gli idonei per occupare oppure no l’una o l’altra delle sedie in palio. L’infondato buonismo a favore di tutto e di tutti del mondo, con il rischio di perdere per strada alcuni fedeli ammiratori, deve immediatamente smettere e (ri-)concentrarsi sulla tutela della sicurezza e della qualità di vita di quelli che rispettano le regole del gioco e pagano diligentemente le imposte. Approfittiamo prima che sia troppo tardi della circostanza per mettere su una croce all’incresciosa situazione, affidando le future sorti del paese a leve nuove e innovative, disposte a prendere in mano senza preesistenti «oneri ereditari» le redini di questo una volta ameno e pacifico borgo.
Flavio Laffranchi, Losone.