Egregio signor Presidente,
gentili commissarie, egregi commissari,
quasi quattro anni sono trascorsi da quando il deputato Sergio Morisoli ha presentato l’iniziativa generica “Più voce al popolo” che in sostanza propone di aumentare il tempo a disposizione per raccogliere firme a favore di iniziative e referendum diminuendo nel contempo il numero delle firme necessarie.
Stando ad alcune dichiarazioni che ho letto negli scorsi mesi sulla stampa e a qualche “voce di corridoio” sembrerebbe che la vostra Commissione si stia orientando verso un leggero aumento del tempo a disposizione per la raccolta di firme concernenti le iniziative popolari senza però ridurre il numero delle firme.
Avendo maturato una certa esperienza in questo settore, e considerato che diversi di voi non erano ancora in Gran Consiglio quando lanciai un’iniziativa popolare costituzionale sullo stesso tema, mi permetto di farvi pervenire alcune mie riflessioni , nella speranza che possano contribuire a fornirvi utili elementi di discussione.
LE RAGIONI DELL’INIZIATIVA POPOLARE LANCIATA NEL 2005
Il 26 aprile del 2005 lanciai un’iniziativa costituzionale elaborata intitolata “Più potere al popolo con diritti popolari agevolati” che mirava a ridurre il numero di firme necessarie per la riuscita di referendum e iniziative aumentando il tempo a disposizione per la loro raccolta.
Due erano le principali motivazioni alla base di quell’ iniziativa :
1) il fatto che nel confronto con gli altri Cantoni il Ticino era nel complesso quello con le esigenze più sfavorevoli sia per il gran numero di firme occorrenti in rapporto al numero di cittadini e sia per il limitato tempo a disposizione per la raccolta .
2) la decisione del Gran Consiglio di estendere (dal 2004) il voto per corrispondenza a tutte le votazioni (ciò che avrebbe limitato fortemente la possibilità di raccogliere un buon numero di firme davanti ai locali di voto ).
I limiti di tempo e di firme proposti dalla mia iniziativa erano a mio avviso equilibrati e ragionevoli, in quanto erano stati calcolati in modo da portare il Ticino quasi nella media nazionale .
NEL 2007 SOLO PLR E PPD SI SCHIERARONO CONTRO L’AGEVOLAZIONE DEI DIRITTI POPOLARI
Il Gran Consiglio elaborò un controprogetto ( proposto e sostenuto soprattutto dal PS) che proponeva unicamente di portare da due a tre mesi il limite di tempo per le iniziative legislative e costituzionali e da 45 a 60 giorni il tempo per i referendum. La Lega dei Ticinesi, i Verdi e l’UDC erano favorevoli all’iniziativa, mentre PLR e PPD (che a quell’epoca disponevano assieme della maggioranza assoluta in Parlamento, con un totale di 53 seggi) erano contrari . Alla fine l’iniziativa venne bocciata con 41 voti contro 28 e pure il controprogetto subì analoga sorte.
Da notare che nell’imminenza della votazione popolare, avvenuta l’11 marzo 2007, il comitato cantonale del PS decise di sostenere l’iniziativa, affiancandosi così alla Lega dei ticinesi, ai Verdi e all’UDC. In un dibattito televisivo mi trovai a difendere l’iniziativa assieme all’allora deputato PS Dario Ghisletta. In un altro dibattito ebbi come avversario l’allora deputato PLR Tullio Righinetti, che pochi mesi fa mi ha fatto sapere di aver nel frattempo cambiato idea…
In votazione popolare l’iniziativa venne bocciata di strettissima misura, con il 50,9 % dei voti (46’358 voti favorevoli, 47’923 voti contrari e ben 4’064 schede bianche).
Alla luce di quel risicato risultato perfino l’allora direttore del Dipartimento delle istituzioni, Luigi Pedrazzini, ebbe a dichiarare alla televisione che “prima o poi il tema dovrà essere rilanciato”.
Da allora sono trascorsi 11 anni, e mi sembra dunque giunto il momento di affrontare nuovamente il tema opportunamente riproposto dall’iniziativa Morisoli, anche perché nel frattempo il voto per corrispondenza è stato esteso anche a tutte le elezioni (dal 2015) , complicando ulteriormente la vita ai promotori di iniziative e referendum, costretti in gran parte a ricorrere all’aiuto di raccoglitori di firme a pagamento per trovare nelle strade e nelle piazze del Cantone quelle firme che in precedenza – e lo posso affermare per esperienza diretta avendo lanciato 6 iniziative popolari come promotore principale e 2 in veste di copromotore – potevano essere facilmente raccolte davanti ai locali di voto nel giro di un week end di votazioni o di elezioni ( da 5’000 a 7’000 firme in un sol week end !) .
LA RACCOLTA DI FIRME A PAGAMENTO È UNA SCELTA OBBLIGATA
A tal proposito vi rendo noto che in occasione di una delle mie ultime iniziative popolari avevo provato a titolo sperimentale a spedire dei formulari per le firme a oltre 100’000 fuochi, con una costo (fra stampa e spedizione) di circa 15’000 franchi; ebbene, quell’azione aveva fruttato solo 1’500 firme, con un costo di 10 franchi per firma (!) . Non capisco dunque il motivo di alcune recenti polemiche per il fatto che vi sia chi remunera il lavoro dei raccoglitori di firme con 1 o 2 o 3 franchi per firma, che, in mancanza di sempre più rari volontari, è il sistema più economico e redditizio per trovare le firme necessarie a dare al popolo la possibilità di esprimersi in certe occasioni.
Del resto si tratta di una scelta praticamente obbligata proprio a causa delle sfavorevoli regole in vigore nel nostro Cantone per la riuscita di iniziative e referendum , e che rimarrebbe una scelta obbligata anche in futuro qualora il Parlamento si limitasse ad allungare di un mese o poco più il tempo a disposizione per la raccolta delle firme a favore di iniziative legislative e costituzionali senza nel contempo diminuire il numero delle firme necessarie !
Non tutti i comitati di cittadini hanno la fortuna di disporre degli ingenti mezzi finanziari per l’invio di volantini a tutti i fuochi , e del personale stipendiato che si occupa anche della raccolta di firme, di cui dispongono certi sindacati e certi partiti che prendono altezzosamente le distanze da chi remunera i raccoglitori di firme ma che indirettamente hanno già beneficiato del loro operato ( ad esempio : senza i raccoglitori di firme pagati dallo schieramento Lega-UDC, il referendum lanciato pure dal Movimento per il socialismo contro gli onorari dei municipali di Bellinzona non sarebbe riuscito ed i cittadini di quel Comune non avrebbero potuto esprimersi…).
INIZIATIVA MORISOLI : UN COMPROMESSO RAGIONEVOLE
L’iniziativa parlamentare di Morisoli , che essendo generica e non elaborata concede qualche spazio di manovra al Parlamento, tiene conto dell’esito della votazione popolare del 2007 e rispetto alla mia già equilibrata iniziativa suggerisce un compromesso più che ragionevole, ossia una diminuzione più limitata del numero di firme e un aumento più limitato del tempo a disposizione per la raccolta. Con i limiti suggeriti da Morisoli il Ticino rimarrebbe in ogni caso fra i 7-8 Cantoni che pongono le esigenze più sfavorevoli per l’esercizio dei diritti popolari , ma se non altro non occuperebbe più le ultimissime posizioni.
Da notare che nel settembre dello scorso anno il 63% dei votanti del Canton Ginevra aveva accolto una proposta dei partiti di sinistra, del McG e dell’UDC mirante a ridurre dal 4 al 3 % degli aventi diritto di voto il numero di firme necessario per la riuscita di iniziative costituzionali (percentuale che in Ticino attualmente è pari a circa il 4,5 % !) , e dal 3 al 2% quello necessario per la riuscita di iniziative legislative e di referendum (in Ticino attualmente pari a circa il 3,1% !) . In tal modo il Canton Ginevra, che fino a pochi mesi fa nel confronto intercantonale veleggiava nelle ultime posizioni assieme al Ticino, è balzato ai primi posti della classifica dei Cantoni più “democratici”.
Un motivo in più, dunque, a favore di una sostanziale agevolazione dei diritti popolari anche nel nostro Cantone, che tenga conto delle innegabili maggiori difficoltà (specie per quei comitati di cittadini che non possono far capo all’aiuto dei sindacati e dei grossi partiti) intervenute a seguito dell’estensione del voto per corrispondenza per tutte le votazioni e le elezioni.
DUE RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Ecco, spero di aver portato qualche utile spunto di riflessione che consenta di sbloccare in senso positivo l’esame dell’iniziativa di Sergio Morisoli.
Mi siano concesse ancora due osservazioni finali.
1) Se ho capito bene , uno dei motivi per i quali si è indugiato a lungo per l’evasione dell’iniziativa Morisoli sarebbe dovuto alla concomitante discussione sulla possibile introduzione di un sistema di elezione maggioritario per il Governo, in quanto taluni temevano che un esercizio dei diritti popolari agevolato sarebbe stato di impiccio all’attività di un simile Governo. A parte il fatto che di maggioritario si parla in Ticino da almeno 30 anni senza vederne neppure l’ombra, mi preme rilevare che negli altri Cantoni, dove l’esercizio dei diritti popolari è molto ma molto più agevole che in Ticino malgrado l’esistenza di una qualche forma di sistema maggioritario per il Governo , non pare che vi siano problemi di governabilità…
2) Nel 2007 la mia iniziativa venne bocciata in Gran Consiglio dal PLR e dal PPD, che allora disponevano di 53 seggi su 90. Oggi questi due partiti dispongono in Gran Consiglio di soli 41 seggi su 90, mentre che tutte le altre forze politiche che prima della votazione popolare del 2007 si erano schierate a favore della mia iniziativa ( PS, Lega dei ticinesi, Verdi e UDC/Destra) dispongono attualmente di 46 seggi. A meno di qualche inspiegabile ripensamento, non si capisce dunque perché questi partiti non sfruttino coerentemente tale maggioranza per emettere senza indugi un rapporto di maggioranza favorevole all’iniziativa Morisoli , che oltretutto, come detto, è meno incisiva rispetto a quella del sottoscritto che gli stessi partiti avevano già appoggiato 11 anni fa…
Mi auguro dunque che dopo un’attesa di 11 anni la montagna non partorisca il classico topolino, limitandosi ad allungare leggermente i tempi di raccolta delle firme per le iniziative popolari ( a livello nazionale la media è di 11 mesi !) ma lasciando il Ticino agli ultimissimi posti nella classifica dei Cantoni più democratici.
Con ogni ossequio
Giorgio Ghiringhelli