Lettera della Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino e dell’AIF (Associazione delle Imprese Familiari Ticino) inviata al Consiglio di Stato il 26 c.m., con la quale si chiede un sollecito intervento cantonale a favore delle aziende a rischio di fallimento che sono escluse dall’intervento in corso a livello federale.
Casi di rigore: aziende ticinesi in difficoltà
Onorevole Presidente del Consiglio di Stato,
Onorevoli Consiglieri di Stato,
La Cc-Ti, quale associazione mantello dell’economia ticinese, e la AIF, quale Associazione delle Imprese Familiari Ticino, seguono con particolare interesse e preoccupazione l’evolversi della situazione economica, gravemente influenzata dalla crisi sanitaria che stiamo attraversando.
Le aziende ticinesi stanno vivendo momenti di estrema difficoltà, come mai nel recente passato. Si tratta di un’evidenza sotto gli occhi di tutti che, talmente manifesta, non necessita di ulteriori spiegazioni da parte nostra.
Questa crisi ci ricorda, quasi l’avessimo dimenticato, che il benessere non è scontato, ma va promosso, incentivato e difeso, nell’interesse di tutti. Fino alla prima metà del secolo scorso le cittadine e i cittadini ticinesi lo sapevano molto bene.
Gli aiuti decisi dell’ente pubblico in questa fase molto delicata sono pertanto fondamentali per il mantenimento del tessuto economico cantonale, senza il quale verrebbe a cadere la base sulla quale poggia il nostro benessere, al quale ci siamo abituati negli scorsi decenni.
La scorsa settimana il Parlamento federale ha adottato la nuova versione della Legge COVID-19.
Da parte nostra ci attendavamo un ampliamento delle cerchie dei beneficiari di aiuti per i casi di rigore. Purtroppo, non è stato il caso. La definizione di “caso di rigore” (e quindi meritevole di sostegno) non è stata modificata. Pur riconoscendo l’importanza di questa misura, per la quale siamo davvero riconoscenti, non possiamo non ricordarci di tutte quelle aziende che non sono incluse nella definizione legale summenzionata, ma che si sono venute a trovare, a causa della pandemia, malgrado loro, in situazioni di estrema fragilità. Diverse di queste rischiano il fallimento prima della ripresa economica post-pandemica.
Si tratta di aziende attive in settori economici non elencati nella legge o di aziende incluse in tali settori ma che hanno subito un calo di attività inferiore al minimo imposto dalle regole federali (40%).
Diverse aziende associate alle nostre strutture, ci hanno di recente manifestato tutte le loro preoccupazioni dovute alla scelta del legislatore federale di escluderle dal programma di aiuto. Come non dare loro ragione? Come spiegare ad un’azienda con un calo di fatturato di “solo” il 39% che deve arrangiarsi da sola? Come convincere un’impresa con una cifra d’affari addirittura dimezzata ma che, purtroppo per lei, non rientra nei settori privilegiati dalle norme, che non si può fare niente per aiutarla?
Ora, a nostro avviso, queste aziende non possono semplicemente essere dimenticate e abbandonate alla loro sorte e in balia della più che mai incerta evoluzione pandemica. Siamo convinti, come già accennato, che è nell’interesse di tutti, non solo delle aziende medesime, salvaguardare il nostro tessuto economico. Non esistono alternative.
Anche la nostra Costituzione cantonale ci ricorda esplicitamente all’art. 4 che il Cantone “…promuove il benessere economico…”. È uno degli scopi medesimi del nostro vivere insieme.
Tutto ciò premesso riteniamo che in questo momento così difficile e decisivo per il nostro futuro, il Cantone sia chiamato ad intervenire per colmare le lacune lasciate scoperte dall’intervento federale.
Tutte le aziende a rischio di fallimento a causa della pandemia vanno sostenute, con modalità anche differenziate, ma decise. Questo è il principio al quale deve ispirarsi attualmente ed urgentemente l’azione dell’ente pubblico. Poco importa i nomi, le definizioni e i titoli degli aiuti. L’importante è il risultato che si vuole, o meglio deve, raggiungere.
A tale scopo chiediamo che questo lodevole Consiglio di Stato si attivi, senza indugi, per allestire un ragionevole piano di intervento, come peraltro già fatto anche in altri Cantoni.
Siamo a disposizione per un confronto costruttivo sul tema.
In attesa di una vostra sollecita risposta vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Luca Albertoni
Direttore
Dr. Flavio Audemars
Presidente