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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Il sole è tornato a splendere, quindi perché non approfittarne e passare una bella giornata all’aperto? Il tempo invita proprio a una bella passeggiata o anche, perché no, all’ennesimo risotto di carnevale…
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia questa settimana comincia dando uno sguardo alle elezioni in Germania che si stanno svolgendo proprio quest’oggi. I cittadini tedeschi andranno alle urne in un contesto economico a cui non sono decisamente abituati: la locomotiva d’Europa nell’ultimo anno ha rallentato notevolmente la sua corsa, mostrando un’economia in grave crisi. Le difficoltà principali sono dovute al forte rallentamento industriale e dalle esportazioni in forte ribasso. Per quanto riguarda il settore industriale, la crisi maggiore tocca il comparto automobilistico tedesco in cui i colossi come Volkswagen, BMW e Mercedes Benz hanno dovuto fare i conti da una parte con la forte concorrenza di aziende straniere nel settore dei veicoli elettrici e dall’altra parte con le difficoltà derivanti dalla dipendenza delle forniture energetiche estere. Questa crisi industriale si è naturalmente riversata anche nel settore delle esportazioni che hanno registrato un calo nel 2024 dell’1,3%. Il dato non è così grave, tuttavia all’orizzonte non sembra esserci un contesto geopolitico tale da far ben sperare. Vedremo quest’oggi se e quanto le diverse proposte economiche dei partiti convinceranno gli elettori.
E anche il commercio estero in Svizzera nel mese di gennaio ha mostrato una riduzione rispetto al mese precedente, sia per le esportazioni, sia per le importazioni. In termini nominali la riduzione delle esportazioni è stata di ben il 6,9% e quella delle importazioni del 6,8%. Sappiamo bene, tuttavia, che questa cifra ci dà il valore delle merci senza considerare l’effetto ‘doping’ dovuto all’andamento dei prezzi. Per questo è sempre meglio guardare al dato reale che tiene conto delle quantità. In questo caso, la riduzione è stata per le esportazioni del 3,9% e per le importazioni dell’1,9%. Nessun allarme, però: dicembre aveva registrato una crescita eccezionale con cifre record. Il calo di gennaio è stato influenzato soprattutto dalla flessione nei settori chimico e farmaceutico, tornati ai livelli di novembre. Dal punto di vista geografico, le riduzioni più significative hanno interessato gli Stati Uniti (-908 milioni di franchi su 5,1 miliardi) e la Cina (-450 milioni su 1,4 miliardi). Va sottolineato che il calo verso gli Stati Uniti non è legato alle politiche di Trump, poiché i dazi annunciati nei confronti dell’Europa non sono ancora entrati in vigore.
La tutela delle industrie nazionali non avviene solo tramite i dazi, ma anche dai controlli sulle pratiche commerciali. In Italia, l’Antitrust (autorità garante della concorrenza e del mercato) ha aperto un’indagine su quattro filiali italiane di BYD, Stellantis, Tesla e Volkswagen per possibili pratiche scorrette. Il problema riguarda le informazioni fornite ai clienti sulle batterie dei veicoli elettrici: secondo le accuse, sarebbero state poco chiare o addirittura contraddittorie, soprattutto in merito all’autonomia dei veicoli e alla perdita di capacità delle batterie con l’uso. L’antitrust ha già effettuato delle ispezioni nelle sedi delle aziende per raccogliere documenti utili. Le associazioni dei consumatori hanno salutato positivamente l’indagine, sottolineando che i dati forniti spesso creano aspettative irrealistiche. Questo episodio mostra come l’attenzione sui veicoli elettrici stia cambiando.
E concludiamo con il nostro articolo settimanale “Il PIL sale, ma il tuo benessere scende: cosa c’è dietro i numeri del 2024”. La Segreteria di Stato dell’Economia (SECO) ha pubblicato questa settimana le prime previsioni sull’andamento del Prodotto Interno Lordo (PIL) svizzero nel 2024. La notizia ha fornito lo spunto per spiegare la differenza tra PIL e PIL pro capite e per individuare le cause che hanno portato alla crescita del primo e alla riduzione del secondo. Per farla semplice, rispondiamo alla domanda del perché il benessere economico medio degli svizzeri si è ridotto.
Trovate qui gli articoli della settimana
Il PIL sale, ma il tuo benessere scende: cosa c’è dietro i numeri del 2024
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
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In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante