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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Il sole è tornato a splendere e questo ci permette di trascorrere un fine settimane all’aperto tra le tante attività del nostro Cantone. Il Pentathlon del Boscaiolo a Bellinzona, la festa del nucleo a Gorduno, la Sagra dell’Uva a Mendrisio ci hanno fatto compagnia in questo fine settimana. Io concluderò la domenica alla Festa paesana a Isone, chissà che non ci vediamo…
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia oggi è in forma un po’ speciale perché affronta un unico tema: gli aumenti dei premi cassa malati. Ancora una volta, purtroppo il Cantone Ticino è quello maggiormente toccato. A fronte di un aumento medio svizzero del 6%, nella nostra regione l’incremento sarà del 10.5%. I comunicati stampa delle autorità non si distanziano da quelli degli anni passati, d’altra parte non ce ne sarebbe ragione: poco o nulla è stato fatto né sul fronte dei costi reali, né sui meccanismi che determinano l’impatto sui Cantoni. La situazione sta sicuramente diventando pericolosa al punto tale da mettere a rischio l’intero sistema. I costi della sanità per tante persone risultano oggi insostenibili e per questo è chiamato a intervenire l’ente pubblico con i sussidi mirati. Ma anche in questo caso sono sempre gli altri cittadini a pagare attraverso le imposte in una logica ridistribuiva un po’ nebulosa. L’intero sistema di sicurezza sociale inizia a traballare.
E purtroppo pare mancare la volontà politica di pensare a soluzioni nuove. Si guarda sempre indietro a idee superate e che nei paesi in cui sono applicate non danno sempre risultati ottimali. Pensiamo ad esempio alla cassa malati unica finanziata in funzione del reddito. Aldilà di un dogma che lo Stato faccia meglio del privato (e quando si tratta di efficienza economica appare, ahimè, un’ipotesi poco realista), purtroppo non ci sono analisi che mostrano dove sarebbero i guadagni per i cittadini. La promessa di premi più bassi, ad esempio, grazie al risparmio dei costi della pubblicità rimane illusoria, come pure quella di minori stipendi per i quadri dirigenziali. In questo caso, basterebbe andare a guardare ciò che capita con le FFS o con la Posta, i cui dirigenti guadagnano il doppio di un consigliere federale. Senza pensare che la gestione del sistema potrebbe essere fatta con un numero di gran lunga inferiore di dipendenti pubblici.
Molti altri punti di questo progetto necessiterebbero di essere approfonditi prima di illudere la popolazione di un miracolo. Che cosa bisognerebbe fare con gli stipendi dei medici riconosciuti dalla cassa malati? Mettere uno stipendio massimo annuale in un’economia libera e liberale come quella svizzera? E che dire della gestione degli ospedali cantonali che molto probabilmente dovrebbe passare nelle mani della Confederazione che naturalmente non esiterebbe un attimo a fare una pianificazione centralizzata delle cure per ridurre i costi. Mentre che faremmo delle cliniche private? Le chiuderemmo o le statalizzeremmo? Senza parlare poi di quello che accadrebbe al catalogo delle prestazioni che dovrebbe essere per forza di cose ridotto. Tutto questo con l’aggiunta di tassare in maniera progressiva il reddito. Anche in questo caso, attendiamo di vedere simulazioni che mostrano come la maggioranza dei cittadini potrebbe risparmiare sul premio e pochi benestanti pagare per tutti. Ciò che accadrebbe verosimilmente è la nascita di un sistema sanitario a due velocità: chi può pagare di cura bene e gli altri si accontentano di una sanità di serie B. Ai nostri occhi, prima di illudere che un sistema sia vantaggioso è necessario essere seri e rigorosi dimostrandolo. Detto questo, nel breve periodo riteniamo assolutamente fondamentale che sia la Confederazione a intervenire calmierando questi aumenti dei premi per tutti quanti. Il ceto medio di questo passo si indebolirà al punto tale da non poter più garantire solidarietà a nessuno.
E sempre rimanendo in tema di stato sociale e anche di premi cassa malati, chiudiamo con l’articolo pubblicato da L’Osservatore, che ringraziamo. In “Finanziamento dei sistemi previdenziali: dalle urne un invito a trovare nuovi modelli” affrontiamo proprio il tema della ricerca di soluzioni nuove fondate su una società diversa rispetto a quella in cui sono nati l’AVS, il II pilastro e l’assicurazione malattia obbligatoria. Strumenti eccezionali che però non reggono più in una società in cui nascono meno bambini, ci si forma di più e si vive più a lungo.
Trovate qui gli articoli della settimana
Finanziamento dei sistemi previdenziali: dalle urne un invito a trovare nuovi modelli
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Previsioni economiche Svizzera: bene, ma non benissimo…
II pilastro: basta un poco di zucchero la pillola va giù?
Riduzione dei tassi d’interesse all’orizzonte in autunno
Taylor Swift impedisce la riduzione dei tassi di interesse?
I cervelli ticinesi se le danno a gambe
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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Finanziamento dei sistemi previdenziali: dalle urne un invito a trovare nuovi modelli
Previsioni economiche Svizzera: bene, ma non benissimo…
Capire la riforma del II pilastro in pochi minuti (sotto all’articolo)
Come si è arrivati a questa riforma (sotto all’articolo)
Riduzione dei tassi d’interesse all’orizzonte in autunno
Taylor Swift impedisce la riduzione dei tassi di interesse?
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante