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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Permettetemi di iniziare questa seconda domenica dell’avvento facendo gli auguri al mio blog. L’economia con Amalia spegne la sua prima candelina. Il primo articolo è stato scritto il 30 novembre; a questo ne sono seguiti altri 98 (eh sì, il prossimo sarà il centesimo: dovrò inventarmi qualcosa di speciale). E per non farci mancare niente con le cifre tonde oggi ricevete anche la cinquantesima newsletter!
Purtroppo le circostanze impediscono di organizzare una bella festa in cui celebrare questo compleanno, ma non appena sarà possibile, lo faremo. Mi piacerebbe molto ringraziarvi di persona per il vostro seguito, la vostra lettura paziente, i vostri suggerimenti e anche per i vostri punti di vista che giustamente e fortunatamente non sempre coincidono con i miei. Grazie di cuore, amici e amiche!
Sintesi della settimana ed evoluzione
Apriamo la nostra sintesi settimanale dando un’occhiata ad alcune notizie internazionali. Purtroppo la nuova variante Omicron circola velocemente e questo ha imposto nuove misure di contenimento e di protezione che avranno anche un impatto sulle attività produttive e sull’economia in generale. Non a caso l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) di cui fanno parte 37 Paesi avanzati ha rivisto tendenzialmente al ribasso le previsioni di crescita. A livello mondiale il Prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe aumentare quest’anno del 5.6% (in precedenza 5.8%), quello degli Stati Uniti del 5.6% (anziché del 6.9%) e quello cinese dell’8.1% (e non 8.5%). A sorridere invece l’Eurozona che crescerà del 5.2% (ben al disopra del 4.3% stimato in maggio), trascinata dalla locomotiva italiana (+6.3%). Tassi di crescita così elevati non si vedevano da decenni nelle economie avanzate, ma attenzione a non farci trarre in inganno. Ricordiamo che il paragone lo facciamo con una situazione, quella dell’anno scorso, che ha visto la più grave crisi economica degli ultimi 70 anni. Sappiamo che i nostri saggi di crescita “naturali” si aggirano tra l’1% e il 2.5%. In aggiunta la situazione di crescita eccezionale è influenzata anche dalla grande spesa pubblica che gli Stati hanno messo in atto per rispondere alla pandemia. Non a caso è notizia di pochi giorni fa che l’Italia supererà quest’anno i mille miliardi di euro di spesa pubblica, circa 3 miliardi al giorno (nel 2019 il PIL italiano era di circa 1’800 miliardi e nel 2020 di 1’650 miliardi). Senza contare che a questa nei prossimi anni si sommeranno altri 235 miliardi di euro del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Speriamo per la stabilità delle finanze italiane che questi siano destinati veramente agli investimenti e non per sostenere la spesa corrente.
E rimaniamo in Italia. Poche settimane fa l’Unione Europea aveva bacchettato l’Italia: nel 2016 la Corte di Giustizia europea in nome del libero mercato aveva intimato l’obbligo di liberalizzare il mercato degli stabilimenti balneari. L’Italia nel frattempo non solo non lo ha fatto, ma ha pure prolungato le concessioni esistenti fino al 2033 (personalmente non giudico negativamente questa misura italiana). Non contenta però pochi giorni fa, l’UE ha di nuovo scritto all’Italia. Questa volta le dà tempo due mesi per multare Fiat Chrysler accusata a suo tempo di aver manipolato i dispositivi che consentivano ai veicoli di sfuggire ai controlli sull’inquinamento (il famoso Dieselgate). A onor del vero, l’Italia aveva imposto al costruttore il ritiro di questi veicoli dal mercato; quello che non ha fatto è stato fargli una multa. Ma Bruxelles si sa è molto ligia al rispetto delle regole e ora esige che l’Italia multi Fiat Chrysler. Crediamo che ciò non accadrà , ma lasciamoci sorprendere. E di regole non rispettate si parla nella statistica pubblicata questa settimana sempre dall’Unione Europea in merito all’evasione dell’IVA. Anche nel 2019 al primo posto troviamo l’Italia. In totale la perdita dell’intera Unione è stimata in 134 miliardi di euro; di questi ben 30 miliardi sono mancati al Bel Paese. La differenza tra il gettito previsto e quello riscosso è del 21.3%; peggio di lei fanno solo Romania, Grecia, Malta e Lituania. Nonostante il miglioramento che nasce dai pagamenti elettronici, anche questi dati confermano il triste primato italiano. Che si guardi all’evasione fiscale, all’economia sommersa (pensiamo al lavoro in nero) o a quella illegale, l’Italia purtroppo è sempre nei primi posti. E a pagarne le spese sono tutti i cittadini e le cittadine che vedono mancare risorse e che o sono tassati di più o ricevono meno servizi.
Chiudiamo il nostro viaggio internazionale parlando di due economie che conosciamo meno: quella turca e quella afghana. La Turchia sta attraversando una crisi valutaria tra le peggiori nella sua storia. Da un anno a questa parte la moneta nazionale ha perso oltre il 40% del suo valore rispetto al dollaro, toccando questa settimana un nuovo minimo storico. Questo significa concretamente che i suoi cittadini diventano più poveri. Aggiungiamo un tasso di inflazione che si aggira attorno al 20% e comprendiamo facilmente quanto la situazione per la popolazione sia drammatica. La cosa bizzarra è che il Presidente Recep Tayyip Erdogan rifiuta le teorie economiche tradizionali che prescrivono che in questa circostanza è necessario fare una politica monetaria restrittiva che aumenti i tassi di interesse riducendo l’offerta di moneta così da contenere i prezzi. Dal 2019 ci hanno provato ben tre governatori della Banca Centrale che sono stati licenziati. Sì perché la tesi del Presidente va al contrario e sostiene che i tassi di interesse siano la causa dell’inflazione e che quindi debbano essere abbassati. La situazione della lira turca è drammatica tanto che è notizia di poche ore fa che i militari turchi chiedono di essere pagati in valuta estera. E di drammi ancora peggiori si parla in Afghanistan. Uno studio delle Nazioni Unite stima che a distanza di un anno dall’instaurazione del nuovo regime il Prodotto Interno Lordo crollerà del 20%; questo significa fame, disperazione, morte di migliaia di persone. La perdita imputabile alle restrizioni adottate dai talebani nei confronti delle donne lavoratrici che rappresentavano il 20% della forza lavoro sarà del 5%. La situazione già drammatica di questo Paese è andata ancora peggiorando e sono sempre i più deboli e indifesi a farne le spese. Bambini che muoiono denutriti o per un semplice morbillo. O ancora ripresa del fenomeno delle spose bambine. Leggiamo che pochi giorni fa una bambina di 9 anni è stata portata via dall’uomo di 55 anni che la aveva comperata come sposa. Il padre della piccola l’aveva venduta per 2’000 dollari così da poter sfamare gli altri sei fratelli. In questo caso stiamo girando lo sguardo tutti da un’altra parte.
E chiudiamo con una bella notizia. Questa settimana ho avuto il piacere di partecipare alla serata organizzata per presentare l’edizione Gold di INFO PMI, una rivista pensata per promuovere e valorizzare le piccole e medie imprese del Cantone Ticino. Piccole e medie imprese che sono la spina dorsale di questo Paese e a cui troppo poco diciamo grazie. Con questo articolo voglio rendere omaggio alle persone che con sacrificio e dedizione contribuiscono sì all’economia, ma anche alla società. Avrò anche l’opportunità di parlarne questa sera, domenica, alle 19.00 su Teleticino ospite di Gianni Righinetti, che ringrazio, alla Domenica del Corriere.
Trovate qui gli articoli della settimana:
Piccole e medie imprese: Grazie!
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
La tempesta perfetta
Il calendario dell’avvento ci porta… il salario minimo!
L’emigrazione giovanile impoverisce il Ticino
Salari bassi: i frontalieri aumentano, i giovani emigrano
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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Piccole e medie imprese: Grazie!
La tempesta perfetta
Il calendario dell’avvento ci porta… il salario minimo!
L’emigrazione giovanile impoverisce il Ticino
Salari bassi: i frontalieri aumentano, i giovani emigrano
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante, economista