I controlli delle derrate alimentari e degli oggetti d’uso alla frontiera sono costituiti da una pluralità di programmi:
1. Campagne coordinate al confine,
2. Controlli effettuati dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD) sulla base di un sospetto,
3. Prelievi al confine in base a un’ordinanza dell’Ufficio federale per la sicurezza degli alimenti e veterinaria.
Mentre le campagne coordinate al confine e i controlli condotti dall’Amministrazione federale delle dogane sulla base di un sospetto vengono realizzati già da diversi anni, la categoria 3 (Prelievi al confine in base a un’ordinanza dell’USAV) è stata introdotta al fine di armonizzare i controlli effettuati in Svizzera con quelli d’uso nell’Unione europea.
Nel quadro dei differenti programmi realizzati dall’USAV, dall’AFD e dai laboratori cantonali, sono stati prelevati al confine, nel complesso, più di 700 campioni, ciascuno dei quali è stato analizzato secondo parametri differenti, il che in definitiva fa sì che le analisi realizzate corrispondano a diverse migliaia. Tenendo conto delle risorse attuali, questa cifra, sebbene spesso rappresenti soltanto una percentuale minima delle importazioni, permette comunque di ottenere un effetto non trascurabile bloccando consistenti lotti non conformi che, in caso contrario, sarebbero distribuiti in numerosi punti di vendita al dettaglio.
Come visibile dal Rapporto sul controllo delle derrate alimentari e degli oggetti d’uso alla frontiera – 2014, differenti campagne di controlli effettuati alla frontiera nel 2014 evidenziano tassi di contestazione che si situano in una forbice compresa tra lo 0% (p.es. ammine aromatiche nei materiali tessili, virus dell’epatite A in bacche congelate, etilcarbamato e metanolo in bevande alcoliche) e il 75% (acido cogico, arbutina e idrochinone in prodotti cosmetici sbiancanti provenienti dall’Asia e dall’Africa). Il numero di campioni risulta però troppo basso per poter trarre conclusioni statisticamente valide sulla conformità dei prodotti interessati. Va precisato che i tassi di contestazione osservati riguardano soltanto le combinazioni particolari di merci, paesi di produzione e pericoli menzionati. Per quanto riguarda i controlli successivi dei casi, le contestazioni formulate, i costi di analisi e gli emolumenti a carico delle aziende interessate nonché le altre eventuali misure decise dai Cantoni contribuiscono generalmente, in maniera alquanto diretta, a un miglioramento della situazione. I temi più critici saranno certamente oggetto, negli anni a venire, di misure di gestione dei rischi ovvero di nuove campagne di prelievi o di altri provvedimenti appropriati, ad esempio a livello legislativo.