Pinacoteca cantonale Giovanni Züst – Rancate (Mendrisio) – Svizzera
5 marzo – 17 aprile 2017
In occasione della riapertura primaverile, una sezione della Pinacoteca Züst offre allo sguardo del visitatore Madre triste di Luigi Rossi: il dipinto è frutto di una acquisizione di prestigio compiuta di recente dal museo, e va così ad aggiungersi all’insieme delle opere dell’artista in collezione, accanto alla Raccolta delle ostriche, al Ritratto della signora Andreazzi e ad altre ancora che insieme danno vita a un fondo di rilievo.
Adesso, accanto a Madre triste, si configura uno speciale contesto costruito su misura grazie all’apporto di opere e documenti provenienti dalla casa museo Luigi Rossi in Capriasca.
In particolare si ammira Alveare, già esposto in Pinacoteca, che è il complemento ideale di Madre triste: i due dipinti risalgono intorno al 1910 e riflettono il clima del socialismo umanitario caro allo spirito di Luigi Rossi.
Non solo: sono stati eseguiti entrambi nella stessa casa di ringhiera milanese al momento dell’impegno profuso dall’artista prima all’Università popolare Milanese, poi soprattutto nell’ambito delle Scuole dell’ Umanitaria dove il Rossi è stato insegnante benevolo nel periodo 1902-1912 accanto ai pittori Pietro Chiesa e Giuseppe Mentessi, ma anche con gli artisti-artigiani del ferro battuto, del legno e delle arti decorative in genere, nello spirito del tempo legato all’ideale della bellezza per tutti.
La sensibilità di Luigi Rossi condivide il realismo sociale che abita le figure della casa di ringhiera e ne dipinge la malinconia, il profondo disagio a vivere in condizioni di sofferenza e povertà.
È utile ricordare che fra gli scopi dell’Umanitaria era stato messo a punto un programma di abitazioni sociali, nell’intento di offrire condizioni migliori alle famiglie dei lavoratori venute a vivere in città e impegnate nelle fabbriche.
La documentazione esposta offre elementi di riflessione soprattutto in rapporto alla presenza di figure della cultura e della politica del socialismo illuminato del tempo: Alessandrina Ravizza, Ada Negri, Augusto Osimo e Luigi Majno, intimo amico dell’artista. Di particolare rilievo è anche l’impegno verso l’istruzione teso alla scuola per tutti e alla diffusione del sapere.
Accanto a Madre triste e Alveare, spicca un altro dipinto precedente sempre legato alla sensibilità dell’artista per il mondo dell’infanzia che soffre: Scuola del dolore invita a riflettere sulla morte di un bambino che all’epoca rappresentava un fenomeno diffuso, vissuto dalla famiglia Rossi e al centro dell’interesse di artisti, ad esempio come Anker quando dipinge La petite amie, conservata al Kunstmuseum di Berna.
L’infanzia da proteggere è al centro del disegno Fecondità e distruzione, eseguito da Luigi Rossi per la rivista pacifista “Giù le armi!” che già invitava alla pace contro i disastri della guerra: una pagina di forte intensità e purtroppo tristemente attuale.
Matteo Bianchi
casa museo Luigi Rossi
Capriasca, febbraio 2017