In questi giorni sui diversi media cantonali in particolare dopo l’articolo di Gabriele Gendotti, si è di dibattuto molto tra i pro e contro la tassa di collegamento. Quale rappresentante di MontagnaViva e sostenitore del referendum, vorrei esprimere alcune considerazioni in merito al referendum contro la tassa di collegamento.
La nuova tassa pensata per colpire lavoratori e consumatori andrebbe a gravare di circa
1000.- CHF all’anno il bilancio dei cittadini ticinesi. Come per l’aumento delle imposte di
circolazione, recentemente bocciato in votazione popolare, i promotori ritengono che, se il
Governo ipotizza di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, sia indispensabile che il
popolo sia chiamato ad esprimersi.
Decidendo di tassare i posteggi con importi che possono raggiungere i CHF 3.50 al giorno, il
Consiglio di Stato ha deciso di introdurre un nuovo balzello che, contrariamente ai proclami, andrà
a carico dei lavoratori e dei consumatori ticinesi, già confrontati con una situazione economica
difficile. Concretamente, chi è costretto a recarsi al lavoro con il proprio veicolo (e magari già paga
il proprio posteggio) sarà costretto a pagare un costo supplementare annuo che potrebbe attestarsi
tra 875.- e 1’050.- CHF.
Oltre a gravare i lavoratori, la nuova imposta è concepita in modo da colpire anche tutti i cittadini
ticinesi quando si recano a fare la spesa. Da una stima effettuata risulta che ogni famiglia dovrà
farsi carico complessivamente di un onere supplementare di circa 200.- CHF all’anno. Il settore del
commercio al dettaglio, già fortemente sotto pressione per la concorrenza italiana e che ha
registrato una riduzione importante degli impieghi nell’ultimo anno, vedrebbe peggiorare
ulteriormente la propria capacità competitiva, ciò che certamente incentiverà ulteriormente il
turismo dell’acquisto oltrefrontiera.
La tassa oltre a non essere sociale, sarà a carico soprattutto dei lavoratori del settore secondario e
dei cittadini delle regioni periferiche, costretti a recarsi al lavoro nelle zone urbane con l’automobile
e dunque impossibilitati a sfuggire alla tassa.
In Conclusione vorrei rassicurare i nostri amici del Medrisiotto che non condividono la nostra scelta. Montagna Viva non è nemica del Mendrisiotto! Le cose non stanno in effetti in questo modo, è chiaro che con questa tassa non si risolvono i problemi de traffico e che infine si tratta di una tassa spacciata con altri intenti.
Kevin Pidò, MontagnaViva