Svantaggi sul posto di lavoro, impossibilità di seguire la scuola regolare, nessun accesso ai servizi online – molte persone con disabilità non possono condurre una vita autodeterminata. Ciò è quanto risulta dal Rapporto alternativo concernente la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (CDPD), che Inclusion Handicap e le sue 25 organizzazioni membro hanno consegnato oggi a Ginevra al Comitato ONU competente. «C’è ancora molto da fare prima che la Convenzione venga applicata», ha rilevato Pascale Bruderer, Presidente di Inclusion Handicap, durante la conferenza stampa. La Consigliera agli Stati e il Consigliere Nazionale Christian Lohr, Vicepresidente di Pro Infirmis, preannunciano degli interventi a livello politico.
Vita autodeterminata per le persone con disabilità – questo è quanto pretende la CDPD dagli Stati Parte. La Svizzera ha ratificato la Convenzione nel 2014. Il Rapporto alternativo spiega, dal punto di vista delle persone con disabilità, dove va posto l’accento. «In ogni ambito della vita c’è bisogno d’intervenire» afferma Bruderer. «Questo documento espone compiutamente la situazione per le persone con disabilità. Avanziamo pure diverse pretese politiche.»
Inclusion Handicap ha elaborato il rapporto alternativo in stretta collaborazione con le sue 25 organizzazioni membro. Inoltre sono stati interpellati vari diretti interessati nonché esperte ed esperti. Durante la conferenza stampa la ex Consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha fatto notare quanto sia importante il Rapporto alternativo.
Mancata pianificazione per assicurare una concreta applicazione
Gli ostacoli sono molti. Comprendono barriere architettoniche, discriminazioni sul posto di lavoro, mancata compensazione degli svantaggi durante la formazione, la pratica estremamente problematica dal punto di vista dei diritti dell’uomo e concernete il ricovero coatto in strutture psichiatriche. Al fine di garantire l’effettiva applicazione della Convenzione ONU va elaborato un piano concreto da parte della Confederazione e dei cantoni in accordo con le organizzazioni delle persone con disabilità. Ciò che al momento non esiste. Nel rapporto della Confederazione dell’estate 2016 questo tema non è stato affrontato né in modo credibile né compiutamente «La volontà politica non è presente», ha osservato C. Lohr durante la Conferenza stampa. «Inoltre è indispensabile garantire alle persone con disabilità la piena partecipazione sociale.»
A titolo di esempio citiamo tre tematiche: le persone con disabilità subiscono delle disparità sul posto di lavoro. «Depositerò un intervento parlamentare con cui chiederò di garantire a livello legislativo una protezione contro la discriminazione», annuncia P. Bruderer. «Le persone con disabilità devono essere protette maggiormente dalle discriminazioni». I problemi iniziano già a livello scolastico; molti bambini devono frequentare le scuole speciali, sostiene Verena Kuonen, Vicepresidente di Inclusion Handicap. Inoltre capita spesso che le persone con disabilità debbano lottare contro barriere che impediscono loro l’accesso ai servizi forniti dai privati (come p. es. a documenti, a pagine web o inaccessibilità agli immobili).
Questi esempi tratti dal quotidiano mostrano dove le persone con disabilità incontrano degli ostacoli. «Il Rapporto alternativo li descrive in modo sistematico», dice Bruderer. «È tempo di agire – ad ogni livello! È una responsabilità di ognuno di noi.»
Pubblicazione:
Il Rapporto alternativo lo trovare al seguente indirizzo in forma di PDF
www.inclusion-handicap.ch.