Quando un presidente cambia tredici allenatori in 8 anni, getta via in malo modo l’ultimo, ma non è il solo, usa la sua squadra come il suo giocattolino, non pianga sugli altri ma faccia solo mea culpa. Come si fa a tifare Lugano in queste condizioni, quando manca l’assoluto rispetto per gli attori sul campo e a bordo campo. Ora era Celestini il salvatore della patria che non ha cambiato nulla, anzi, perdendo contro le cavallette il Lugano si è messo in fondo alla scala della classifica. Una classifica corta, ma questo non tragga in inganno. Gli altri hanno una sembianza di gioco, il Lugano non ha nulla e per lo più ha un presidente che vuole fare il Berlusconi, lontano anni luce dal mito milanista, senza averne nei i mezzi economici e tanto meno la testa per essere un grande personaggio carismatico. Paga lui, va bene, comanda lui va bene, quando ha trovato chi gli dava una mano non lo accettava perché accecato dal potere, che potere?, e allora che faccia del suo Lugano il proprio giocattolino e che non coinvolga più nessuno. Se dopo aver cambiato 13 allenatori, una marea di giocatori, staff ecc. forse dovrebbe farsi un esamino e l’unica persona che non ha cambiato è forse quella che al Lugano oggi come oggi fa male.
Due settimane di pausa per permettere a Celestini di inquadrare la squadra, ma fino che anche lui è al saldo del presidente, non potrà fare come vuole con la paura che lo stesso presidente scendi nuovamente in campo, delegittimando tutti e prendendo lui le redini della squadra.
Il Lugano così come strutturato non andrà lontano e reale pensare alla retrocessione!