Analizziamo, senza avere la pretesa che le nostre osservazioni facciano tendenza. Abbiamo seguito, come ogni anno, la squadra leventinese dalla prima conferenza stampa di presentazione ai media fino all’ultima. In fase di presentazione veniva affermato che questo Ambri fosse forse la squadra più forte degli ultimi anni. La direzione tecnica era salda su Pellettier e ad affiancare la direzione sportiva e manageriale è stato assunto Ivano Zanatta, ultimo allenatore capace di far vincere un titolo di campione Svizzero al Lugano. A questo annuncio non pochi storsero il naso. Gli stranieri tra i confermati e i nuovi, promettevano scintille. Ebbene le prime partite davano sentore di una stagione dove i Play off non fossero il solito miraggio ma sembrava che la squadra aveva i mezzi per lottare fino alla fine e raggiungere gli agoniati Play-off. Ma dopo le prime buone prestazioni ecco che iniziavano ad affacciarsi i soliti problemi a tutti conosciuti. Belle partite con le “grandi” ma punti pochi e cadute di stile contro le avversarie dirette. Dopo un paio di mesi fulmine a ciel sereno. Il presidente che fino all’ultimo disse che Pelletier faceva parte del progetto Ambri, sostituito da Kossmann. Si venne poi a sapere che il presidente già nel mese di marzo aveva preso i contatti con Kossmann in ottica cambio allenatore. Per sei mesi sapendo che Pelletier non faceva più parte del progetto si continuava a parole a sostenerlo. Questo agire si è poi rivelato una delle cause del fallimento di questa stagione. Ci mettiamo nei panni di Pelletier, che sprovveduto non è, dover lavorare rendendosi conto di non avere praticamente la fiducia della dirigenza. Il cambio di allenatore ha portato l’effetto sperato, con parecchie partite vinte e ben giocate. Poi anche Kossmann è rientrato nella logica delle cose, tanto che noi avevamo fatto un parallelismo con Kostantine, dunque bocciando Kossmann già nel mese di gennaio. E proprio in questo periodo nasceva il caso “Pestoni”, dove il presidente negava sembre qualsiasi interessamento mentre oltre Gottardo si dava per certo il passaggio dell’idolo di casa allo Zurigo. Questa storia è andata avanti per più di un mese e ha di certo destabilizzato tutto l’ambiente. Questi trasferimenti non vanno mai annunciati in corso di stagione, in particolare da squadre che lottano per la sopravvivenza. E proprio in questo periodo alcune sconfitte inquietanti contro le dirette avversarie hanno condannato i leventinesi ai Play-out. Sebbene abbiano avuto la strada aperta fino alla penultima partita, addirittura quando nell’ultimo derby il Lugano già certo dei Play-off salito alla Valascia con una squadra rimaneggiata di juniori, dando di fatto ancora la speranza ai leventinesi di farcela. Ma il destino non era più solo nelle mani dell’Ambri e alla fine i leventinesi si videro sorpassare dal Berna e dal Kloten, restando come da anni alla finestra a guardare le altre squadre a giocare le partite che contano, quelle che portano alla finalissima per il titolo.
L’Ambri fu costretto dunque a disputare il mini torneo (assolutamente una pagliacciata) assieme le altre tre escluse dai grandi giochi, ma con i punti conquistati in campionato. La matematica no, ma il divario di punti disse subito Ambri e Losanna in vacanza dopo questo torneo e Bienne e Langnau a disputarsi la finale per evitare lo spareggio con la prima della B. Intanto la notizia del trasferimento di Pestoni fu confermata e alcuni tifosi iniziarono a fischiarlo in pista con poca riverenza. Di certo questo atteggiamento destabilizzò il giovane che effettivamente in pista appariva legato, teso e incapace di giocare come sa fare lui. Corriamo alle ultime due partite senza più nessuna aspettativa del torneo intermedio e in particolare l’ultima che vide l’Ambri soccombere a Losanna per 7:0. In quest’occasione anche il presidente fu toccato e colpito e le dichiarazioni conseguenti furono al vetriolo per i giocatori, rei secondo lui, di non rispettare la maglia e i tifosi.
Una stagione dove gli stranieri hanno reso molto meno delle aspettative e sappiamo tutti che se gli stranieri non funzionano ad Ambri diventa tutto maledettamente più complicato. Belle realtà si sono messe in evidenza, pensiamo ai vari Lotack, Fora, Grassi, Fuchs e Stucki tanto per citare chi ha dovuto sopperire le lacune degli stranieri. Su Stucki non riusciamo a capire come mai Kossmann lo ha impiegato molto poco, anche perché quando scendeva sul ghiaccio tutta la squadra guadagnava in velocità e vivacità. Ma ogni allenatore ha anche le sue simpatie e antipatie, ma se queste vanno a penalizzare la squadra, l’allenatore non si dimostra all’altezza del compito per il quale è stato ingaggiato.
Un altro tema che suona strano è il non impiego di giovani del vivaio, in particolare nelle partite che non contavano più. Di fatto l’Ambri ha avuto un pregio, quello di valorizzare alcuni giocatori Svizzeri che hanno letteralmente preso per mano tutta la squadra e ha il demerito di aver giocato con il timing per l’allenatore, gestendo malissimo la comunicazione. Ha pure gestito in maniera negativa l’affare Pestoni, come tutte le comunicazione del Club, non quelle di servizio ma quelle fondamentali, non hanno seguito un iter migliore e meno destabilizzante per la squadra stessa. Al capitolo stranieri assolutamente una nota nettamente insufficiente.
Come riassumere dunque questa stagione 2015/16 passata agli archivi. Di certo la stagione migliore degli ultimi 10 anni (salvo l’anno che hanno disputato i Play-off) perché se la sono giocata fino alla penultima partita della stagione regolamentare. Ma proprio perché hanno gettato al vento tante partite per un fattore mentale tipico di questo club, il non raggiungimento dei Play-off suona come un fallimento totale di una stagione costruita per ottenere i Play-off, sfuggiti per mala gestione mentale da parte dell’allenatore, assolutamente bocciato pure lui, e per una mancata presa in consegna dei compiti da parte dei senatori. Non va neppure dimenticato che la sostituzione di Pestoni e di Fuchs non sarà certamente un’operazione semplice. Peccato, una stagione che aveva tutte le premesse per essere gloriosa, finita malamente solo a causa di se stessi. Questo anche nel rispetto dei tifosi, che in numero e secondo le numerazioni ufficiali la Valascia è la pista con una media spettatori a partita peggiore di tutta la lega nazionale A. Anche questo dato deve imporre alla dirigenza alcune considerazioni. Ma ora tutti in vacanza nell’attesa delle mosse di mercato, alcune già anticipate ma sarà la scelta degli stranieri la soluzione più importante e che possa garantire un finale migliore di questi ultimi anni. (ETC/rb)