Un nuovo orizzonte aperto sul mondo intero
Il 25 ottobre 2015 si è tenuto a Lugano, alla Biblioteca cantonale, organizzato dal Sistema bibliotecario cantonale un convegno sul tema: “ Le biblioteche di fronte alle sfide del futuro”.
In detta circostanza l’oratore, Robert Darnton, nella prefazione agli atti del convegno pubblicati nel 2016, avvertiva:
“Le biblioteche sono istituzioni di lungo corso. Tuttavia il loro passato fa ben sperare per il futuro, perché esse sono sempre state e sempre saranno, centri di studi e di cultura.
Chi pubblica libri e giornali dovrebbe smettere di fasciarsi la testa: viviamo una rivoluzione, è vero, e la tecnologia modifica continuamente il paesaggio dell’informazione.
E’ dura per tutti, ma non mi pare il caso di celebrare il funerale della carta stampata.
Come storico partecipo da quindici anni a convegni sulla morte del libro.
Abbastanza per convincermi che il libro è vivo più che mai“.
Fatta questa premessa, vorrei soffermarmi brevemente sui due aspetti annunciati.
Per conoscere quanto è contenuto e conservato in una biblioteca, anche modesta per numero di libri, com’è quella del convento del Bigorio, è necessario che i libri vengano catalogati. Fino alla metà del secolo scorso la catalogazione dei libri era cartacea.
Sulle schede veniva notato l’autore, il titolo, l’anno di stampa, alle volte oltre la casa editrice , il formato del libro.
Altre indicazioni particolareggiate non venivano indicate.
E’ ovvio che la presenza dei libri in biblioteca era nota solo ai frati del convento.
Con la nuova schedatura dei volumi presenti nella nostra biblioteca, in vista dell’inserimento nel Sistema bibliotecario ticinese, il modo di descrizione del volume è diventato più completo, secondo norme ben stabilite.
Ma ciò che più conta è che con la catalogazione digitale le informazioni del contenuto bibliografico sono portate a conoscenza universale, quindi oltre che cantonale, nazionale e internazionale.
Un nuovo orizzonte aperto sul mondo intero, che porta a conoscenza un antico sapere, alle volte molto raro, facilitato dalla valorizzazione digitale.
Saluto augurale da parte mia e dei frati del Bigorio
Fra Ugo Orelli
La biblioteca del convento del Bigorio
Sabato 11 maggio sarà presentata al pubblico la biblioteca del convento del Bigorio e il progetto di catalogazione digitale ultimato a fine 2018.
Nel corso della serata verranno riassunte a grandi linee la storia e le principali caratteristiche della biblioteca, inserendola nel panorama delle biblioteche cappuccine.
Saranno illustrate le modalità del lavoro di catalogazione all’interno del catalogo online del Sistema bibliotecario ticinese.
Verrà proposta una visita guidata virtuale, con immagini tratte dai libri catalogati, identificandone alcuni che si trovano al Bigorio da più di 400 anni.
Seguirà una vera e propria visita guidata della biblioteca a piccoli gruppi: i partecipanti avranno così il privilegio di entrare nel luogo dove i libri sono conservati, luogo che normalmente non è accessibile al pubblico.
Finanziato dall’Associazione Amici del Bigorio, il progetto di catalogazione è iniziato nel 2014 e ha goduto di un importante contributo finanziario assicurato da una risoluzione del Consiglio di Stato che riconosceva “che la salvaguardia e diffusione di queste opere riveste un’importanza culturale per l’intero Cantone”.
Il progetto è stato affidato dall’Associazione Amici del Bigorio al Centro di Competenza per il libro antico (CCLA) della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano.
Vi hanno lavorato per 4 anni Luciana Pedroia, Laura Luraschi, Jean-Claude Lechner e, Roberto Garavaglia.
Il fondo librario antico della biblioteca conventuale non è ignoto: ne scriveva padre Giovanni Pozzi in Santa Maria del Bigorio (edito nel 1977, rivisto e ristampato da Riccardo Quadri nel 2008), ed è poi stato illustrato da Paola Costantini nel contributo pubblicato nel Repertorio dei fondi antichi a stampa della Svizzera (Hildesheim, Olms-Weidmann, 2010).
La biblioteca era ed è dotata anche di un catalogo su supporto cartaceo, oggigiorno ormai obsoleto.
Mancava, a meglio documentarne il valore, un catalogo basato sugli attuali parametri catalografici. Lacuna che è ora colmata con il catalogo online (https://aleph.sbt.ti.ch/F/?func=find-c&ccl_term=WCL=1021).
Trasportati temporaneamente a Lugano, con la preziosa collaborazione logistica della Protezione Civile Lugano Città, i libri sono stati catalogati seguendo il protocollo previsto per la catalogazione del materiale a stampa antico.
La biblioteca del Bigorio conta oggi 6139 volumi (4170 notizie bibliografiche) di cui circa 4700 sono libri antichi.
Nella suddivisione tematica dei contenuti, prevalgono di gran lunga le opere ascrivibili al settore teologico, con 3206 titoli segue la letteratura italiana (178), la storia (121), la letteratura latina (67), il diritto (51), la filosofia (50), la medicina (35) e alcuni titoli ascrivibili ad altri settori.
La suddivisione per secoli è la seguente: 28 incunaboli, 261 cinquecentine, 474 seicentine, 1107 opere del Settecento, 1292 opere dell’Ottocento.
La rilevata schiacciante predominanza di libri di tematiche religiose fa della biblioteca del Bigorio una vera biblioteca cappuccina, dove, come era prescritto nelle prime Costituzioni dell’ordine del 1536, non era permesso introdurre libri di temi considerati “profani”:
“Si ordina che ne li loci nostri per nessuno modo si tenghino libri disutili o vani perniciosi al spirito di Christo signore et dio nostro… perho si prohibisse a tutti li frati che non ardischino legere ne studiare scientie impertinente et vane ma le scripture sacre”
(Constitutiones ordinis fratrum minorum capuccinorum saeculorum decursu promulgatae, vol. 1 Constitutiones antiquae (1529-1643), editio anastatica, Roma, Curia Generalis OFMCap., 1980, p. 38).
Questa è la situazione della biblioteca com’è ora (a più di 480 anni dalla fondazione del convento che risale al 1535), esaminata alla luce della recente catalogazione.
Non avendo inventari anteriori a quello manoscritto risalente al 1778, era finora impossibile invece sapere cosa avevano a disposizione i frati del primitivo convento.
Un titolo di un’edizione antica che è ora presente in biblioteca non necessariamente è un libro letto e posseduto dai frati nel Cinque o Seicento.
Con la catalogazione, oltre alla descrizione bibliografica dell’edizione, è stata fatta la descrizione dell’esemplare “libro in mano”, rilevando tutti i cosiddetti segni di provenienza che ci permettono di ricostruire la storia del singolo libro: timbri, note manoscritte di possesso o di applicazione.
Questa attenzione ai segni di provenienza lasciati sui libri dai lettori o precedenti possessori ha permesso di ricuperare 396 nomi di coloro che, nel corso dei secoli, hanno posseduto, letto o annotato i libri del Bigorio, sia che fossero frati Cappuccini, sia donatori della regione, ma anche a volte persone molto lontane geograficamente dal luogo dove il libro è ora conservato.
Sono informazioni che, pur frammentarie, aprono nuovi mondi e ampliano le possibilità di ricerca storica.
L’analisi delle note d’uso dei libri conferma l’ipotesi già fatta in passato, e cioè che il periodo in cui la biblioteca del Bigorio si arricchì maggiormente è sicuramente il Settecento.
Questo anche grazie alla presenza nell’ordine di personalità importanti, come fu Agostino Maria da Origlio, che risulta aver in uso ben 55 titoli della libreria del convento, con date di edizione dal 1721 al 1782.
Come già a Lugano, dove pure era stato guardiano, nel suo periodo di vita al Bigorio arricchì considerevolmente la biblioteca.
Grazie al rilevamento delle note di possesso, siamo ora in grado di identificare alcuni titoli che costituirono il nucleo primitivo della biblioteca, quando il convento era ancora un eremo misero e isolato, o comunque ben prima del florido periodo del Settecento.
La primitiva consistenza della biblioteca si può ricostruire per via indiziaria, incrociando le informazioni che emergono dalle note di provenienza lasciate sui libri con quanto si conosce dei libri che erano normalmente acquisiti dai primi conventi cappuccini.
Alcuni dei libri posseduti dai primi frati del convento sono rarissimi, non sono presenti o lo sono in esemplare unico in altre biblioteche, in Svizzera e in Italia.
I libri spirituali sono un buon esempio per questa casistica, e al Bigorio si trovano esemplari rari che sono stati ora identificati. E che andrebbero studiati per capire quali testi veicolano.
Si tratta di veri e propri sopravvissuti di un materiale librario che è stato quasi ovunque distrutto, e che non dobbiamo abbandonare e sottrarre alla fruizione di chi verrà dopo di noi.
Spesso nel corso delle visite guidate che hanno luogo presso la biblioteca del convento dei Cappuccini di Lugano, i visitatori chiedono qual è il libro più prezioso conservato.
Vengono allora mostrati alcuni libri che sono di un certo valore sul mercato antiquario. Ma di libri di quel genere, proprio perché tipograficamente belli, magari ornati di incisioni, ne sono sopravvissute centinaia di copie nel mondo, senza contare che quasi sempre sono stati digitalizzati e, sono accessibili a tutti almeno in quella forma.
Ma ci sono libri dall’aspetto molto modesto, stampati su carta di qualità non eccelsa, molto rovinati dall’uso, magari con segni di lettura che a volte ne deturpano la pagina, che sono molto rari, o che addirittura se ne conosce finora una sola copia al mondo.
Con il processo di secolarizzazione dell’Ottocento e, con la soppressione di molti conventi in Ticino, in Svizzera, in Italia e in Europa, molte raccolte librarie dei conventi andarono disperse, alienate per pochi soldi.
Infatti i nascenti stati nazionali incamerarono i libri considerati preziosi, o i libri che potevano essere utili per la scuola pubblica, mentre i libri religiosi vennero in genere considerati inutili.
Per questo motivo, in molti paesi è spesso difficile trovare una biblioteca cappuccina che rifletta la situazione anteriore al grande movimento di secolarizzazione dell’Ottocento.
Bigorio, come si sa, non subì questa soppressione, e la fisionomia della biblioteca, se non è rimasta intatta, è comunque ancora riconoscibile.
La biblioteca del Bigorio di cui si consegna ora il catalogo, può essere considerata come un esempio museale di una biblioteca cappuccina del ‘700 per quanto riguarda lo spazio, ma formatasi già nel ‘500 per quanto riguarda il nucleo originario dei libri, e conservatasi attraverso i secoli fino ad oggi.
La consultazione dei volumi è gestita dalla biblioteca Salita dei Frati di Lugano, che, su richiesta, si occupa di portare il libro desiderato nella sua sala di lettura, aperta al pubblico e sorvegliata, un luogo separato e quindi sicuro rispetto al luogo di conservazione delle collezioni antiche.
Alcuni casi del genere si sono già verificati in questi anni di lavori in corso, così come la richiesta di riproduzione di pagine di libri.
Luciana Pedroia
Centro di competenza per il libro antico della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano responsabile del progetto di catalogazione
Un altro ambizioso traguardo raggiunto
Per i membri del Comitato e della Commissione cultura dell’Associazione amici del Bigorio, l’aver potuto realizzare il progetto, “ Catalogazione digitalizzata dei volumi della biblioteca del convento”, è motivo di grande soddisfazione.
Si è trattato prima di tutto di credere nella proposta, necessaria per essere al passo con i tempi e per valorizzare un patrimonio fino a quel momento a conoscenza di pochi, ma anche onerosa. Costo preventivato: Fr.140’000.-.
Da un lato si è dovuto quindi trovare i finanziamenti e dall’altro, entrare nello spirito del progetto, affidato al Centro di Competenza per il libro antico della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano.
Lavorare con la dottoressa Luciana Pedroia, con Laura Luraschi, e con gli altri collaboratori del Centro di Competenza del libro antico, è stato molto costruttivo. Stabilito su una durata di quattro anni, il progetto è stato suddiviso in tappe. Ogni anno dovevano essere ritirati e riportati al convento del Bigorio, un quarto dei volumi.
I termini sono sempre stati rispettati e a scadenze regolari, Comitato e Commissione cultura, informati sull’andamento dei lavori, sul numero di titoli registrati, sulle rarità trovate, insomma, un progetto che abbiamo potuto seguire passo dopo passo.
Questo è stato davvero molto importante, per noi che stavamo gestendo i soldi messi a disposizione dal Cantone, DECS, Fr.100’000.- e da privati cittadini, Enti e Associazioni Fr.40’000.-.
Poi c’era lei: “la biblioteca”, un luogo misterioso il cui accesso è sempre stato limitato, riservato a pochi, custodita nei secoli con grande cura dai frati cappuccini e che ora veniva aperta. Si entrava due tre volte all’anno, si prendevano i volumi, li si inscatolava, si portavano a Lugano e dopo qualche mese ritornavano a Bigorio per essere risistemati negli scaffali. La porta, subito richiusa.
Ho avuto il privilegio di essere presente quasi ogni volta che questo avveniva e aiutando a togliere o a risistemare i volumi sui ripiani, provavo una certa emozione nel rendermi conto che avevo in mano un libro del cinquecento o del seicento, scritto, stampato, rilegato con grande cura e certamente letto e riletto.
La catalogazione digitale dei libri della biblioteca non è l’unico progetto impegnativo che il Comitato e la Commissione cultura hanno portato a termine nel 2018. C’è stata anche la conclusione dello studio sulla pala della “Madonna con bambino” che orna l’altare della chiesa, la sua esposizione alla Pinacoteca Züst e la pubblicazione di un libro che la riguarda. A questi si aggiungono il riassetto del museo e gli appuntamenti annuali con la “Musica dipinta” e le mostre d’arte: pittura, fotografia, tessitura, vetri…
Sono opere e incontri importanti, che contribuiscono a far conoscere e a valorizzare il patrimonio del convento e il convento stesso. Di certo questi progetti sono resi possibili in particolare grazie ai membri della commissione cultura, tra i quali ci sono studiosi, ricercatori , professionisti nel campo della storia dell’arte, delle lettere, della musica e che mettono a disposizione con generosità, conoscenze, competenze e tempo.
Gemma Fumasoli
Membro Comitato e Commissione cultura Associazione Amici del Bigorio
Associazione Amici del Bigorio – Commissione Cultura
Proposte Attività Culturali 2019
MUSICA DIPINTA
Sabato 30 marzo ore 17:00
Dipinto: “Morte di San Giuseppe” attribuito al pittore di origine varesina Federico Bianchi (1635 -1706) presentazione e commento al quadro degli storici dell’arte Edoardo Agustoni e Ivano Proserpi.
Musica: organista Andrea Pedrazzini classe 1992, musiche di: Jan Pieterszoon Sweelinck (1562 -1621), Johan Sebastian Bach (1685-1750), Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791).
Ha introdotto la parte musicale Christian Gilardi responsabile musicale RSI
MUSEO
In stampa la brochure – guida in due lingue italiano e tedesco.
BIBLIOTECA
Presentazione dei dati relativi alla fine dei lavori della catalogazione informatizzata.
Sabato 11 maggio ore 17:00
Relatori:
Fra Ugo Orelli del Convento di Santa Maria del Bigorio
Dr. Luciana Pedroia responsabile progetto di catalogazione digitalizzata
Lic. Phil. Laura Luraschi collaboratrice progetto di catalogazione digitalizzata
PD Dr. Raffaella Castagnola-Rossini Direttrice Divisione della Cultura e degli Studi Universitari: saluto.
Gemma Fumasoli Associazione Amici del Bigorio Commissione cultura: conclusione
Seguirà visita guidata alla biblioteca e rinfresco.
ASSEMBLEA soci Amici del Bigorio
Mercoledì 29 maggio ore 17:45
Seguiranno aperitivo e cena offerti
MOSTRA
Ceramiche dell’artista Marisa Altepost di Sala Capriasca
Inaugurazione: sabato 28 settembre ore 17:00
La mostra, allestita nel coro del Convento, sarà aperta dal 28 di settembre al 20 di ottobre.
CALENDARIO 2020
Tema proposto : I legni del convento.
Fotografie di Peter Keller.
Testi di Fabio Soldini.