La seconda edizione di Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo si è confermata un appuntamento gradito e coinvolgente,
un salotto letterario e culturale ricco di stimoli e idee.
Due giorni e mezzo di letteratura nazionale, una decina di autori svizzeri tra i più rappresentativi di tutte le aree linguistiche,
in una miscellanea di lingue, culture e saperi.
Il festival è in crescita e la distanza geografica dal cuore del paese un dettaglio che si può superare:
pubblico anche dai cantoni francofoni e dalla Svizzera interna.
Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo: il più grande fra i piccoli festival.
Case vuote, abbandonate, smantellate, ritrovate, amate o temute. Case abitate e che abitano, come la lingua. Tutte queste case ci hanno accompagnato in questi tre giorni insieme.
Case, il tema guida della seconda edizione di Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo – che si è svolto in questo inizio di ottobre, dal 7 al 9 a Poschiavo (Canton Grigioni) – ha invitato alla narrazione del luogo simbolo delle origini, della identità e della condivisione. Rigorosamente nelle diverse lingue nazionali.
Una decina di autori fra i più rappresentativi dalle diverse aree linguistiche hanno dialogato (la maggior parte degli incontri prevedeva almeno l’utilizzo di due lingue nazionali) davanti a un pubblico giunto anche dalle aree più lontane del territorio elvetico (come i cantoni francofoni o della Svizzera interna).
In questa seconda edizione si riconferma l’atmosfera da salotto letterario e cantiere creativo che è la linea guida che ha dato origine al festival, per dare valore al plurilinguismo come una delle più grandi ricchezze della Svizzera.
Gli ospiti di questa edizione sono stati (in ordine cronologico): Melinda Nadj Abonji, Simone Keller, Massimiliano Zampetti, Olimpia De Girolamo, Yari Bernasconi, Elisa Shua Dusapin, Rut Plouda, Usama Al Shahmani, Carlotta Bernardoni-Jaquinta, Silvia Ricci Lempen, Bruno Pellegrino.
Con loro il comitato di progetto, a partire da Begoña Feijoo Fariña (coordinatrice e ideatrice di LdSaV) e poi Fabiano Alborghetti, Ruth Gantert e Walter Rosselli.
Particolarmente seguiti i due incontri serali:
la performance musicale, realizzata con la supervisione artistica del festival espressamente per LdSaV, di e con Melinda Nadj Abonji, scrittrice e bravissima cantante, e Simone Keller, premiata pianista appassionata di letteratura, con letture scelte dalla rosa degli autori presenti al festival interpretate da Olimpia De Girolamo e Massimiliano Zampetti;
il dialogo fra Usama Al Shahmani e Ruth Gantert, responsabile della rivista di letteratura svizzera Viceversa, che al festival ha tenuto la prima presentazione grigionese del suo ultimo romanzo Der Vogel zweifelt nicht am Ort, zu dem er fliegt (Limmat Verlag) pubblicato a fine agosto, e non ancora tradotto in nessuna delle altre lingue nazionali.
Spazio anche ai bambini, con i laboratori e il riuscito appuntamento, in collaborazione con Lia Rumantscha: La maschina da furtüna da Herr Widerstand. Uno spettacolo umoristico sulla ricerca della felicità, adatto a un pubblico di tutte le età, in romancio, italiano e tedesco (di e con Annina Sedlacek e Nikolas Stocker; con la regia di Brita Kleindienst. prodotto da Cie. Aniko in coproduzione con Lia Rumantscha)
Begoña Feijoo Fariña, salutando il pubblico e gli ospiti del festival ha raccontato “26 mesi fa, un pomeriggio d’agosto nell’attesa arrivasse il risultato di un test covid, ho deciso fosse arrivato il tempo di provare a coltivare il seme di un sogno piantatosi in me da tempo. Ho trovato un gruppo meraviglioso di persone che in un modo o nell’altro hanno deciso di farne parte e impegnarsi per la sua realizzazione. Lo scorso anno dissi “siamo nati e stiamo imparando a camminare”. Quest’anno abbiamo camminato, le gambe più sicure, e continueremo a farlo. Grazie a voi che ci avete seguiti, dandoci conferma che il sogno era giusto e condivisibile. La casa come luogo e non-luogo ci ha accompagnati per due giorni, abbiamo ascoltato voci e lingue diverse, ciascuna ci ha illustrato realtà differenti e ascoltarle credo ci abbia arricchiti tutti. Ci vediamo il prossimo anno, dal venerdì 6 a domenica 8 ottobre 2023“.
LA NASCITA DEL FESTIVAL
Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo nasce da un’idea di Begoña Feijoo Fariña, coordinatrice del Progetto, e si avvale di un comitato di programmazione composto da Walter Rosselli (Scrittore e traduttore dal romancio e dal francese), Fabiano Alborghetti (Poeta e promotore culturale, Premio svizzero di letteratura 2018 e Presidente della Casa della letteratura per la Svizzera italiana) oltre che dalla stessa Begoña Feijoo Fariña (Scrittrice e promotrice culturale in ambito teatrale e letterario), e si arricchisce in questo 2022 di una nuova voce, quella di Ruth Gantert (programmazione per la letteratura di lingua tedesca. Mediatrice culturale, redattrice e traduttrice, direttrice artistica del Service de Presse Suisse, direttrice redazionale della rivista letteraria annuale svizzera Viceversa)
LETTERE DALLA SVIZZERA ALLA VALPOSCHIAVO È RESO POSSIBILE GRAZIE a Migros Percento Culturale, Promozione della Cultura del Cantone dei Grigioni, Jan Michalski Foundation, Pro Helvetia, Fondazione Gohner, ProLitteris, Landis & Gyr Foundation, Wilhelm Doerenkamp-Stiftung, Fondazione Oertli, Stiftung Kultur im Waldhaus Sils, Comune di Poschiavo, Banca Cantonale Grigione, Willi Muntwyler-Stiftung, Ufficio federale della cultura, Buono svizzero del libro, Boner Stiftung, Stiftung Stavros S. Niarchos, Repower, e Comune di Brusio, che a vario titolo sostengono e promuovono la prima edizione di “Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo”.
Con il Media Partenariato di SRG SSR
E con la COLLABORAZIONE di Casa della letteratura per la Svizzera Italiana, Valposchiavo Turismo, Viceversa letteratura, Lia Rumantscha