Una serie di interviste a giovani che hanno trovato la loro strada o che la stanno cercando. Vogliamo raccontarvi dei nostri giovani del nostro Ticino e sementire che dice che i giovani non hanno cuore, pasisone e dedizione. In un mondo dififcile, dove vi sono un’infinità di strade da seguire, è importante prendersi il tempo per decidere al meglio, facendo anche magari qualche esperienza che nel computo finale della vita puo essere solo arricchente e mai tempo perso. Oggi parliamo con Davide Grottto di Mairengo, un giovane della valle, che ha trovato la sua via e si stà impegando per portare a termine quello che ha deciso di intraprende: apprendistato cuoco.
1) Davide dicci un po’ di te prima di intraprendere la scelta dell’apprendistato di cuoco?
Uscito dalle scuole medie mi sono confrontato come molti giovani, davanti alla domanda “cosa voglio fare?”. Ed ho iniziato a provare mestieri molto all’aria aperta e manuali, come selvicoltore, giardiniere, muratore ma anche altri per esempio come cuoco ma in questo caso l’idea degli orari e del lavoro sotto le festività non mi convinceva. Ho provato allora la profesisone di muratore, ho iniziato molto “gasato” come accade quando si è giovani, ma presto la fiamma si è spenta e non era più quello che volevo. Sicuramente all’inizio è stata una scelta affrettata. All’inizio del secondo anno di apprendistato decisi di smettere perché non mi piaceva più ed alzarmi la mattina sapendo di dover fare una cosa controvoglia diventava un peso che non ero disposto a convivere, quindi smisi e restai a casa un po di mesi, qualche lavoro quà e là ma alla fine decisi di anticipare il servizio militare e cimentarmi in quello. Raggiunto il grado di sergente volevo andare avanti ma senza un’ attestato federale di capacità tutto si complicava.
Finito il militare e dopo aver fatto il monitore per un inverno era ora di trovare un posto di apprendistato ed ho scelto il cuoco (gia provato in passato) e non mi pesava affatto perchè avevo trovato le soddisfazioni che mi facessero andare avanti. Chiesi la possibilità di effettuare uno stage presso l’Hotel Unione di Bellinzona, i quali mi hanno ospitato per 5 giorni per uno stage profesisonale.
L’idea mi aggradava moltissimo ed ero felicissimo di aver trovato la mia strada, quella giusta. Consultai i miei genitori e chiesi al Signor Marco Berini, titolare dell’Hotel Unione, se avessero preso apprendisti, mi disse che potevamo prolungare lo stage di 3 giorni e vedere come andava. 3 giorni a tutto gas perchè quando una cosa la vuoi, fai di tutto per ottenerla, e alla fine mi disse che mi avrebbe assunto per l’apprendistato di cuoco. Ero la persona più felice del mondo al sapere che avrei ottenuto quel posto e nella mia testa affioravano solo pensieri bellissimi e che fosse tempo di voltare pagina e lasciare indietro un passato con varie indecisioni e sicuramente sbagli.
2) sicuramente sarai anche un buongustaio. Quali genere di alimenti preferisci mangiare? A casa cucini tu per tutti ?
Sinceramente non ho degli alimenti preferiti perché a me piace di tutto tranne le olive, ma posso dire che sono un’amante dei dolci e della carne.
Adoro cucinare in qualsiasi posto e momento ma aiutare la mamma in cucina o cucinare per tutta la famiglia è bellissimo perché rende speciale l’insieme.
3) fare l’apprendista cuoco comporta anche dei sacrifici, vedi orari, vedi le festività e via dicendo. Ti pesano queste limitazioni o l’entusiasmo supera tutto?
Lavorare nell’ambito della ristorazione è una vita a se, nel senso che ti devi abituare al fatto che mentre gli altri sono a casa tu lavori e quando tu sei a casa gli altri lavorano (se fai un orario spezzato- servizio pranzo e cena-) ma se è la strada giusta non pesano affatto, perchè hai delle soddisfazioni enormi e fai quello che ti piace veramente. Se hai inventiva, creatività e soprattutto voglia in questo mestiere nulla ti ferma più. Chiudo la domanda dicendo che l’entusiasmo supera tutto!
4) a scuola quanti apprendisti siete e cosa ne pensi della scuola e anche del lavoro in cucina? Ti senti seguito e quali sono le tue suggestioni per migliorare, se del caso, la formazione?
In classe siamo 20 cuochi e cuoche e l’ambiente è bellissimo e l’istruzione ottima. Abbiamo dei maestri molto legati a noi sia in azienda che a scuola e questo rende noi allievi sicuri, c’è da lavorare, ma l’entusiasmo porta avanti un’ apprendista con passione e molte soddisfazioni personali. Il lavoro in cucina è qualcosa di bellissimo, l’ambiente, le preparazioni, i servizi andati benecome quelli maluccio, i colleghi. Se c’è collaborazione e passaggio di informazione in cucina a mio punto di vista è uno spettacolo.
Il mio formatore Marco Berini mi ha insegnato molto e continua a farlo permettendomi di apprendere al meglio la profesisone come ringrazio gli chef che ci seguono in azienda perché grazie a loro riusciamo ad ottenenere padronanza nella profesisone. Se un formatore ci tiene al suo apprendista posso dirlo con certezza, lo aiuterà a crescere come cuoco ma anche come uomo!
5) una volta terminato l’apprendistato hai già un idea di cosa vorrai fare? andare via per nuove esperienze o tornare in valle e aprire un locale tutto tuo?
Per ora molte mete per la mia testa ma senza il diploma in mano non si viaggia.
Sono positivo e l’idea di partire per imparare diverse lingue e modi differenti di intendere la cucina con la mia dolce metà che anche lei è al terzo anno di impiegata della ristorazione mi entusiasma ancora di più! In futuro un locale di sicuro, magari con tutta la famiglia.
6) ma nel tempo libero un apprendista cuoco cosa fa? frequenta altri ristoranti con spirito critico o anche per vedere cose nuove magari anche da copiare-adattare ai tuoi piatti?
Nel mio caso, l’apprendista si informa, si aggiorna, scopre, prova, sperimenta ecc. Nella testa la cucina gironzola sempre e per me ogni momento è buono per parlare di cucina perché mi appassiona e mi interessa sempre di più perché nella vita non si smette mai di imparare.
Un’ apprendista cuoco quando esce a cena o a pranzo al ristorante è incuriosito, vuole un piatto che lo stupisca ma le critiche non servono perchè sa che se quel piatto è uscito dalla cucina vuol dire che al cuoco piace così. Una teoria che mi ha sempre spinto a fare le cose bene, “se ti piace a te lo mandi, altrimenti lo retifichi di gusto oppure lo rifai”.
7) la buttiamo li: salame nostrano o pesce di mare? cosa sceglieresti senza pensare troppo ….
Sicuramente salame nostrano perchè essendo nato e cresciuto in leventina il sapore mi regala ricordi splendidi e speciali!
La redazione ringrazia Davide per la sua disponibilità e per essersi raccontato dando a tutti l’insegnamento che quando si decide per una professione che ti appassiona non esiste alcun ostacolo. Auguri per l’ottenimento dell’Attestato Federale di capacità nella profesisone di cuoco.