Secondo l’Ordinanza sull’assicurazione malattie 832.102 all’Art. 3 Frontalieri
“1 A loro domanda vengono assoggettati all’assicurazione svizzera i frontalieri che esercitano un’attività lucrativa in Svizzera non soggetti all’obbligo d’assicurazione ai sensi dell’articolo 1 capoverso 2 lettera d ed e nonché i loro familiari, purché non esercitino all’estero un’attività lucrativa per cui siano tenuti ad assicurarsi contro le malattie.”
Nella pratica i lavoratori frontalieri possono esercitare il diritto di opzione, o vengono assoggettati all’assicurazione svizzera, o rimangono assicurati nel paese di residenza.
È ipotizzabile che la maggior parte dei lavoratori frontalieri non sono assicurati in Svizzera per ragioni di costo e questo, a parità di salario, permette loro di avere un reddito disponibile molto più alto dei lavoratori svizzeri in quanto, ad esempio in Italia, l’assicurazione malattia è di fatto gratuita.
Due operai, uno svizzero e l’altro frontaliere con residenza in Italia, entrambe con un salario lordo di CHF 5’000.-, per il frontaliere oltre al vantaggio economico di vivere in Italia – dove il costo della vita è di molto inferiore – ha pure il vantaggio di non dover pagare il premio LAMal che mediamente è di circa CHF 500.- mensili. La differenza di potere d’acquisto con questa differenza di trattamento diventa ancora più determinante.
Si chiede al Consiglio federale:
1. Quanti frontalieri in percentuale e in termini assoluti sono affiliati alla LAMal?
2. Quanti per paese di provenienza in percentuale e in termini assoluti (Italia, Germania, Francia e Austria)?
3. È ipotizzabile cambiare la base giuridica per rendere obbligatoria l’affiliazione alla LAMal, eliminando di fatto il diritto d’opzione? Se no perché?
4. Quantificare i benefici economici (maggior incasso per le casse malati e di conseguenza riduzione dei premi per i cittadini svizzeri) e gli eventuali problemi.
Piero Marchesi
Consigliere nazionale
Presidente UDC Ticino
Membro della direzione UDC Svizzera