La popolazione ha votato che non vuole che si costruisce oltre il 20 per cento di casette secondarie nei paesi di montagna e anche in città. Il problema che gli impresari costruttori, che della natura gliene fa di meno, sono scattati per chiedere deroghe su deroghe, minacciando crisi e licenziamenti. Se il problema dei posti di lavoro non ci sembra essere nell’edilizia un grande problema, si licenzia chi non è domiciliato facendo anche un gesto di coscienza dovuto, il grande problema è che il territorio usurpato, diciamo sverginato nella sua intima consistenza ci ritorna la fattura, salatissima con disastri e con morti evitabilissime.
Tutte le frane e franette di questi giorni, che hanno creato disagi alla circolazione, e chi se ne frega, hanno portato con se anche la morte di nostri due concittadini. A chi dare la colpa, o meglio queste morti, drammatiche e che lasciano di stucco tutti, devono allarmare le autorità, chiedendo loro di fare un passo indietro a salvaguardia del territorio.
Naturalmente anche questa tragedia, che non è la prima e non sarà l’ultima, dovrebbe insegnare che il mancato rispetto della natura, che non è di nostra proprietà ma un bene inestimabile e comune che va oltre al mero guadagno delle solite imprese di costruzione. Un processo deve essere istruito contro chi autorizza certe costruzioni, contro chi chiude gli occhi verso certe domande e verso chi ammette, sapendo di sbagliare, che si sradicano piante e piante per fare spazio al cemento. E’ evidente che se l’autorità concede le autorizzazioni di costruzione, gli impresari sono esonerati da ogni colpa materiale, rimane quella morale, ma sono proprio gli enti preposti a concedere i permessi che devono essere messi sotto accusa per crimini contro l’umanità. Oppure continuiamo a permettere di costruire selvaggiamente tutto e di più e prepariamoci ad assistere inermi a queste tragedie, domani potrebbe essere il nostro turno !!!
Ma tutto il sistema legato alla natura va cambiato. Tombini otturati, canalizzazione non pulite, tutto perché il cantone non ha più i soldi per provvedere alla manutenzione, magari anche licenziando. I risultati di questa politica ”demenziale” e al risparmio porta con se la morte. Il parlamento e le autorità si limiteranno ad un minuto di silenzio per poi procedere ancora a deliberare crediti assurdi, vedi campus universitari e via dicendo, senza invece fermarsi a riflettere. Riflettere sulla vita e sul mondo, riflettere sulla nostra, ci mettiamo dentro tutti, leggerezza verso l’ambiente che ci circonda, riflettendo se veramente ognuno è al proprio posto. Come può dormire sonni tranquilli chi permette questi scempi cementifici ? Come può essere tranquillo chi decide tagli del personale a scapito della manutenzione del territorio ?
Tutti dobbiamo renderci conto che per permettere arricchimento di pochi si calpesata la dignità della persona e del territorio, e tutti, assolutamente tutti, dobbiamo contribuire, nella vita quotidiana, a non permettere più che vite umane siano il prezzo di questa politica selvaggia del cemento. Basta !!! Chi vi scrive è arrabbiato, per non dire incazzato per questo stato di cose e per il menefreghismo di chi ci comanda e per continuamente vedere come la volontà popolare viene sempre aggirata …