Il Cantone Ticino con i suoi 142’000 ettari è il Cantone svizzero più boscoso, infatti oltre il 52% del territorio è ricoperto da foreste. Le principali funzioni attribuite al bosco sono la protezione degli insediamenti e delle infrastrutture (molto importante in Ticino), la salvaguardia della biodiversità, l’offerta di importanti aree di svago e l’approvvigionamento della materia prima legno, quest’ultima sempre più interessante quale vettore energetico perché locale, sostenibile ecologicamente e rinnovabile.
Per poter garantire le funzioni del bosco nel tempo, in particolare quella protettiva, è indispensabile gestire il bosco, in modo sostenibile, con dei tagli di rinnovamento. Il piano forestale cantonale (PFC) prevedeva la cura di almeno 800 ha annui. Negli scorsi anni, anche per difficoltà dello smercio del legname, il settore forestale ha curato delle superfici inferiori da quanto previsto dal PFC.
SCN Sud-Ceneri-Nord è un progetto ticinese, nato in Ticino (con input embrionale nato sui banchi dell’Executive MBA alla SUPSI) che si sviluppa in Ticino e che s’inserisce perfettamente nel programma di attuazione della politica regionale 2012-2015 e 2016-2019 del Canton Ticino.
La visione che sta alla base di questo progetto è di offrire un servizio e una gamma di prodotti legati al legno ticinese che siano sostenibili economicamente, socialmente ed ecologicamente.
SCN è un progetto nato da un gruppo di aziende1 attive nella gestione del territorio, ciascuna specializzata in uno o più campi d’attività della filiera bosco-legno ticinese. Un progetto che ha l’ambizione di rispondere al meglio ai bisogni della clientela (stimolo alla domanda).
I campi di attività spaziano dal classico taglio boschi, ai tagli speciali, alle opere di sostegno in legno e sasso, all’ingegneria naturalistica, al recupero di comparti degradati, alla costruzione di parchi gioco, strade e sentieri, legna da ardere, cippato per energia, paleria e legname d’opera, arredo urbano, compostaggio ecc.
L’aggregato economico di tutte le aziende coinvolte nel progetto, anche se non si può parlare di bilancio consolidato, si può riassumere in due cifre: 61 dipendenti e 12 apprendisti e 10.2 milioni di franchi di cifra d’affari.
Il progetto è suddiviso in tre rami principali. Il primo è quello legato al legno e a tutte le sue sfaccettature, il secondo all’energia con annessa rete di teleriscaldamento e il terzo al compostaggio.
Legno – Industrializzazione dei processi produttivi
Il progetto SCN si basa sull’idea di utilizzare le risorse già esistenti nelle diverse aziende, industrializzare i processi per aumentare la capacità produttiva e favorire lo scambio di know-how tra le aziende.
1) Ecomac Sagl (Biasca), Ul Chémul Sagl (Olivone), AFOR Castor Sagl (Bellinzona), Castagnostyle Sagl (Taverne), AFOR Valli di Lugano SA (Taverne), Legna Energia Ticino SA (Taverne), Nuova Energia Ticino SA (Croglio), Fratelli Zanetti SA (Croglio), GJC SA (Pianezzo)
I tre processi di industrializzazione che saranno sviluppati sono i seguenti:
• Legna da ardere: con lavorazione, essicazione (novità in Ticino a garanzia di qualità) e imballaggio automatizzato;
• Scortecciatura (industrializzazione dei processi di scortecciatura della paleria grossa indigena e del legname di abete destinato all’esportazione);
• Segheria (valorizzazione dei tronchi più belli (ticinesi) per utilizzazioni a maggior valore aggiunto).
Nella foto a lato il rapporto tra la crescita del legname nei boschi ticinesi in un secondo e il consumo della stessa legna. Vi è ancora molto margine di sfrttamento della risosrsa legno, che in Ticino non manca.
L’industrializzazione dei processi di produzione della legna da ardere acquista oggigiorno ancora più importanza se pensiamo che con il costo della manodopera locale non è più possibile produrre a costi concorrenziali nei confronti della merce proveniente da altri paesi, dove questa voce è ancora minima, e in un contesto dove i trasporti sono troppo a buon mercato.
Per poter sfruttare al meglio le sinergie ed ottenere il miglior bilancio economico ed ecologico di questa operazione si è deciso di centralizzare alcuni processi produttivi a Biasca.
L’ottimizzazione delle risorse disponibili porterà ad una riduzione complessiva dei costi di produzione e aumenterà l’output. Inoltre, l’utilizzo a scopo energetico degli scarti provenienti dalle varie lavorazioni permetterà di migliorare il processo produttivo delle singole aziende che oggi devono invece sopportare importanti costi legati allo smaltimento.
Per quanto attiene il legname d’opera, il mercato locale (Ticino) non permette una gestione dei costi ottimale poiché i volumi di smercio sono limitati. Il progetto SCN punta ad espandersi a nord; oltre a coprire il mercato regionale in Ticino è necessario conquistare il mercato in Svizzera per aumentare i volumi di produzione e distribuzione di tutti i prodotti delle singole aziende forestali. L’edilizia forestale e gli enti pubblici in Svizzera tedesca sono già oggi i maggiori clienti delle aziende del gruppo.
Il progetto SCN vuole valorizzare il legno di castagno in primis.
L’essicazione del legname d’ardere tramite il calore residuo della centrale termica permetterà di ottenere un prodotto omogeneo pronto alla vendita, garantendo nel contempo la necessaria qualità.
Centralizzare e industrializzare la produzione a Biasca serve ad accelerare l’automazione tramite macchinari efficienti che permettono di produrre i quantitativi necessari richiesti dalla grande distribuzione. Abbiamo già oggi richieste concrete per la fornitura di legna da ardere che non siamo in grado di soddisfare.
Energia e teleriscaldamento
Da diversi anni il Consiglio di Stato promuove con successo l’utilizzo di energie rinnovabili, prediligendo quelle autoctone, per ragioni socioeconomiche, di rispetto dell’ambiente e per mantenere una certa indipendenza energetica. Il Ticino, oltre all’idroelettrico, vanta notevoli potenzialità di produzione di energia da fonti rinnovabili, come il solare, l’eolico, la legna e la biomassa in genere.
È dunque fondamentale continuare a sostenere la produzione di energia da fonti rinnovabili, indigene, attraverso programmi d’incentivazione dando priorità a queste fonti indigene, favorendo il mercato ticinese e l’economia locale.
La promozione dell’energia del legno e degli strumenti (centrali termiche, teleriscaldamento, eventualmente cogenerazione) atti all’uso di una materia prima principale presente in grandi quantità sul territorio cantonale risulta dunque fondamentale quale stimolo alla domanda.
Dai boschi ticinesi sarebbe possibile già da subito, e senza alcun impatto ambientale, raccogliere il doppio dell’attuale quantitativo di legname a scopo energetico. Sfruttando al meglio questo potenziale energetico indigeno si potrebbe così coprire quasi il 10% del fabbisogno cantonale di energia termica per il riscaldamento delle abitazioni e non solo.
Completare la filiera bosco-legno-energia con la messa in funzione di una centrale a legna per teleriscaldamento permette di garantire un aumento sostanziale del valore aggiunto e un utilizzo più ecologico e razionale del legname ticinese e dei prodotti di scarto ad esso collegato. La centrale termica è indispensabile per puntare sul legno d’energia che assicura un futuro alle aziende forestali in Ticino e permette la gestione attiva delle aree boschive con un effetto sulla qualità della produzione del legname indigeno a lungo termine.
Sono già stati firmati dei precontratti per le forniture di energia calorica con alcuni attori presenti nella zona industriale di Biasca (Helsinn e Lavanderia EOC) così come con il cantone per quanto riguarda il complesso scolastico SMe e SPAI. Siamo in trattative molto avanzate con il Comune di Biasca per l’allacciamento della pista di ghiaccio. Alcuni proprietari privati di palazzine hanno già firmato il contratto mentre con altri le trattative sono in corso.
Compostaggio
Il compostaggio è un aspetto molto importante a complemento della filiera. La gestione del compostaggio è un aspetto critico per Comuni e Cantoni che è necessario professionalizzare nel rispetto delle normative vigenti (ottemperanza all’OTR, alle direttive SPAAS e all’ordinanza ORRPChim). Biasca è stata individuata come potenziale sede di un impianto di compostaggio d’interesse sovracomunale per il comprensorio delle Tre Valli.
Il progetto SCN prevede di sviluppare anche questo segmento che permetterà di sfruttare economicamente parte degli scarti che risulteranno idonei per essere utilizzati dalla centrale termica.
Per concludere, questo investimento vicino ai 10 milioni permetterà di mantenere più di 60 pregiati posti di lavoro, spesso situati in zone periferiche, e di crearne una decina di nuovi. In ambito ambientale l’impatto sarà notevole visto che il progetto ridurrà le emissioni di CO2 per un quantitativo annuo iniziale pari a 3’000 tonnellate.