Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr., è stato un pugile statunitense, tra i maggiori e più apprezzati sportivi della storia.
Erano i tempi in cui chi vi scrive aveva 15-20 anni e la boxe viveva di pochi ma intensi appuntamenti, ai quali non si poteva mancare. Ci si alzava alle 4 del mattino per vedeere questi incontri che erano un must.
La vita di Alì è stato un sussegguirsi di incontri,, di uscite anche fuori dalle righe, per poi abbracciare la causa dell’ugualianza delle minoranze.
Aveva vinto l’oro Olimpico ai Giochi di Roma nel 1960, come pugile professionista aveva detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e per un’ultima breve parentesi ancora nel 1978.
Muhammad Ali era noto anche per la sua conversione all’Islam e per avere rifiutato di combattere nella Guerra del Vietnam. Affetto dalla Sindrome di Parkinson, dopo il suo ritiro dal mondo sportivo Ali si era distinto per le sue azioni umanitarie.
Noi lo ricordiamo con la fiamma olimpica e lo innalziamo a grande sportivo votato ai temi sociali. Uno sportivo che presta la sua immagine alla causa dell’integrazione e della socialità, merita di essere festeggiato e osannato.
Ciao Cassius Clay.