“Possiamo rimanere ai vertici del benessere solo con la miglior formazione in assoluto”
Ottima partecipazione, sala gremita, oltre 120 i presenti e tanti temi d’attualità toccati nell’incontro promosso dal Club dei 1000 del PLRT con il Consigliere federale Johann Schneider-Ammann. Intervistato da Fulvio Pelli all’Auditorium di BancaStato a Bellinzona, il direttore del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha ripercorso gli ultimi mesi di politica federale con un occhio particolarmente attento alla situazione ticinese e all’ingresso in governo di Ignazio Cassis. “Con Ignazio comunichiamo molto apertamente tra di noi, c’è una collaborazione speciale anche fuori dal gremio di governo. È un collega molto valido e cerchiamo di sostenerci a vicenda. Ad esempio quando lui cerca delle soluzioni con Roma”.
Tra i molti argomenti toccati da Schneider-Amman, in particolare la situazione del mercato del lavoro a livello nazionale e in Ticino è stata al centro dell’attenzione del direttore del DEFR. “Essendo un Paese piccolo, ma una realtà molto avanzata possiamo rimanere ai vertici assoluti di benessere. Come si fa? C’è una sola ricetta: dobbiamo avere la miglior formazione di tutti. La formazione deve essere sempre al primo posto, portando da noi i migliori. Rispettando però il patto sociale, con contratti collettivi e soluzioni concordate”.
Sollecitato da Fulvio Pelli, Schneider-Ammann ha poi tracciato la sua visione sulle possibili scelte per il futuro, che valgono anche per il Ticino, nel contesto europeo. “Jean-Claude Juncker lo conosco da anni e durante il mio anno di presidenza ho cercato di far valere questa vicinanza per strappare qualche concessione. Gli ho però detto a chiare lettere che noi vogliamo rimanere sovrani e che non saremmo entrati nel merito per la questione dei giudici europei. Oggi stiamo ancora cercando una soluzione e non è semplice. Le cose certamente non sono diventate più facili”.
Concentrandosi più sul Ticino, il direttore del DEFR ha spiegato di fare parte di “quelli che sono a favore e vedono in maniera positiva una certa immigrazione, anche per il Ticino. Quando però si eccede, ci possono essere dei problemi. La situazione attuale è però migliore rispetto a quella di due anni fa. Chi viene da noi, deve integrarsi, altrimenti anche la pace sociale è a rischio. Non voglio due società parallele come in Belgio. Altrimenti possono esserci delle escalation. Ma abbiamo bisogno di ringiovanire la nostra società, di invertire la piramide demografica. E questo è un contributo che l’immigrazione può dare, ma con misura”. Il ministro Schneider-Ammann ha poi detto la sua anche sul concetto di “prima i nostri”, ossia preferire il domicilio alla qualità. “Il tema è spinoso! Ma la mia risposta concreta si basa sulla mia esperienza di imprenditore. Ho sempre cercato un equilibrio tra collaboratori svizzeri e frontalieri, per una questione di cultura aziendale. Prima i nostri? Va bene come slogan, ma servono formazione e specializzazione. I soldi non crescono sugli alberi. E quindi accanto agli specialisti servono persone un po’ meno qualificate e questo concede margine di manovra anche ai locali. Non basta essere svizzeri per avere un lavoro, serve anche dare un contributo chiaro. Serve però equilibrio, perché la tematica è delicata”.
Il programma del Club dei 1000 per il 2018
17 ottobre 2018: Incontro con Andreas Meyer, CEO di FFS SA
Novembre 2018: Incontro con i candidati al Consiglio di Stato alle Cantonali del 2019