L’Interprofessione della vite e del vino ticinesi (IVVT) è un’associazione apolitica. Tuttavia, sempre più il nostro lavoro viene influenzato dalle decisioni imposte dalla politica federale: controllo contabilità di Cantina, passaggio dalla DOC alla DOP, utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura, Agroscope e non da ultimo le campagne contro il consumo di vendite alcoliche.
Dal 2016 alla testa della IVVS (Interprofessione della vite e del vino svizzeri) c’è un Presidente ticinese nella persona dell’Onorevole Marco Romano. Come per tutte le Associazioni di categoria, il presidente eletto deve essere un rappresentante parlamentare in carica che possa difendere i nostri interessi. Per questo motivo l’IVVT ha deciso di dare visibilità a chi salvaguarda i nostri interessi all’interno di Palazzo Federale, nei confronti dell’Amministrazione federale e di tutti gli attori del sistema. La ripartizione dei seggi si basa sui voti di Partito, ma il sistema poggia fondamentalmente sul profilo dei singoli candidati/eletti. Un ticinese presidente dell’IVVS è per noi un punto di forza anche nei confronti delle potenze vitivinicole romande.
La Svizzera ha un parlamento di milizia, cittadini-politici non professionisti che portano nell’Assemblea federale gli interessi che vivono nella vita privata e professionale. A fine 2015 IVVT ti ha contattato per proporti alla Presidenza l’Interprofessione della Vite e del vino svizzeri IVVS); qual è stato il primo impatto e come ti senti a essere il rappresentante della vitivinicultura nell’Assemblea federale?
La proposta dell’IVVT e la successiva elezione mi hanno dato tanta energia. Sono fiero, come ticinese legato al proprio territorio, quando a Berna mi definiscono il “lobbysta del vino”. La mia Presidenza è un tributo alla qualità e all’apprezzamento del settore ticinese; sono grato per la fiducia riposta in me. Dal mese di maggio del 2016 ho il piacere e l’onore di essere Presidente dell’Interprofessione della vite e dei vini svizzeri (IVVS), associazione mantello del mondo vitivinicolo svizzero che raggruppa le 6 regioni vitivinicole e le 5 grandi associazioni di categoria della produzione e del commercio. L’impegno è importante, ma molto stimolante. Una ricerca costante di soluzioni pratiche e compromessi nell’interesse di tutti gli attori e di tutte le regioni.
Quali sono i compiti principali della IVVS?
L’IVVS segue gli sviluppi della politica agricola, cura i rapporti con le istituzioni, dà mandato a Swiss Wine Promotion e difende gli interessi di categoria. Un lavoro complesso, focalizzato sulla necessità di unire, di cercare compromessi tra gli interessi regionali e di profilare la vitivinicoltura come settore economico rilevante per il Paese; “la Svizzera non è solo orologi, banche e formaggio”. Il settore primario è parte integrante del nostro territorio e della nostra economia. La vitivinicoltura plasma il territorio di numerose regioni, è contraddistinta da aziende con alle spalle generazioni di successo e vede molti giovani costruire aziende vincenti. Il vino svizzero gode di apprezzamento nella popolazione, ma vi è l’assoluta necessità di collocarlo meglio nel mercato nazionale, ritagliandosi anche qualche successo nell’esportazione.
Come vedi il mercato del vino, e su quali fronti sta lavorando l’IVVS?
Il mercato, al momento, è estremamente difficile e testo. Il consumo (purtroppo) diminuisce da anni, la concorrenza estera è forte. Il vino svizzero va difeso e promosso, servono ulteriori risorse finanziarie della Confederazione e una presa di coscienza generalizzata. La grande distribuzione nonché la ristorazione devono avere maggiore sensibilità e rispetto (se necessario vanno “forzati”) nel promuovere i prodotti svizzeri. Nella vendita diretta urge innovazione per coinvolgere il cittadino-consumatore in una storia fatta di gusto ed emozioni per il territorio.
Il mondo evolve e quello del vino deve adeguarsi, aumenta la burocrazia, si parla del passaggio dalle DOC alle DOP, ci avviciniamo a degli appuntamenti importanti: il mondo agricolo, compreso quello viticolo sono sotto pressione per i residui fitosanitari. Cosa può fare l’IVVS?
Gli sviluppi legislativi sono complessi, tendono ad accentrare e ad aumentare la burocrazia in tutti gli ambiti. L’IVVS si batte chiedendo minori oneri e rispetto per le peculiarità locali e del sistema vitivinicolo. Di recente, con successo abbiamo fatto togliere dalla Politica agricola 2022 l’inutile e costoso passaggio dal marchio DOC a quello DOP. In questo momento strategico, stiamo trattando, con l’Ufficio federale, lo stanziamento di mezzi aggiuntivi per la promozione nazionale e regionale ancora nel 2019. Molti altri cantieri sono aperti, la questione dei prodotti fitosanitari e il loro effetto sulla produzione e sull’ambiente (con pericolose iniziative estremiste che rischiano di danneggiare il settore), nonché la necessità di disporre di dati solidi sull’evoluzione del mercato per impostare efficacemente la promozione.
In conclusione quale messaggio passa a colleghe e colleghi in Parlamento parlando di vino svizzero e della viticoltura?
Consumiamo prodotti svizzeri! Il vino svizzero è cultura, genera un indotto economico importante e fa parte del nostro territorio. Il lavoro nei vigneti, nelle cantine e sul mercato va difeso e valorizzato. La qualità cresce e il potenziale di sviluppo è notevole. La viticoltura rappresenta valori tipicamente svizzeri: qualità, cura, successo.
Beviamo e promuoviamo vino rossocrociato!
Marco Romano,