Perché li raggruppiamo tutti assieme? Perché non vogliamo dedicare spazio inutile a tutti i partiti che nessuna stà facendo una vera analisi del voto. Hanno vinto tutti, va bene così. La dimostrazione del nostro pensiero che i partiti sono un’entità completamente staccata dal mondo reale, sono le loro dichiarazioni anche dopo le varie votazioni, che nei loro comunicati sembra che abbiano vinto tutti. Invece, e questo è il bello della democrazia, in Svizzera vince il popolo e non i partiti, quel popolo che puntualmente sconfessa le ideologie partitiche.
UDC Ticino: persa una battaglia, la guerra continua
Qualche mese fa abbiamo deciso di impegnarci fino in fondo in questa campagna per la democrazia diretta e l’autodeterminazione della Svizzera, non perché fosse facile ma perché abbiamo sempre pensato e continuiamo a pensare che fosse la cosa giusta. Il risultato ci è stato avverso, ma tant’è: no si può battersi a favore della democrazia diretta e poi contestarne l’esito quando non ci arride. E quindi, accettiamo il verdetto popolare democraticamente, ringraziando tutti coloro che in Ticino hanno collaborato con passione e coraggio alla campagna a favore del SÌ.
UDC Ticino registra questa sconfitta, con rammarico ovviamente, ma non si arrende: continuerà, assieme al partito nazionale, la sua costante vigilanza a tutela di una Svizzera libera e indipendente, nella consapevolezza che parecchie battaglie l’attendono ancora per adempiere il mandato che l’elettorato le ha affidato.
L’agenda politica del nostro paese prevede importanti temi, quali l’accordo-quadro istituzionale con l’UE, il Patto ONU per le migrazioni, l’accoglimento della direttiva europea sulle armi e la disdetta della libera circolazione delle persone. Tutte realtà che non mancheranno di mettere alla prova l’affidabilità e la buonafede di chi oggi ha voluto esautorare il popolo del suo potere di decidere autonomamente in casa propria. Quale unico partito ormai rimasto a difendere i valori tradizionali e storici della Svizzera contro il costante e crescente asservimento della Berna federale ai diktat di Bruxelles, le sfide quindi non mancano all’UDC, che non smetterà di condurre una politica coerente per una Svizzera libera e indipendente.
UDC Ticino
PLRT comunicato: GRAZIE Svizzera e GRAZIE Ticino!
NO all’autodeterminazione. Una domenica importante per il nostro Paese
Smettiamola di dare ascolto a chi predica chiusura e semina paure nei cittadini!
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La Svizzera si conferma Stato sovrano e affidabile, il Ticino ha scelto una politica definitivamente più Svizzera: il PLRT saluta con grande soddisfazione la capacità della popolazione svizzera e ticinese di decidere con saggezza la propria posizione autonoma di Stato sovrano ma altrettanto consapevole di dover interagire in modo corretto, costruttivo e affidabile sul piano internazionale.
La Svizzera rimane aperta e sovrana!
IL PLRT apprezza molto una decisione che indica chiaramente la volontà di voler andare oltre a una politica fatta di soli slogan ed estremismi, che dimostra di non portarci da nessuna parte. È stata una domenica importante anche per il Ticino dove la popolazione ha smentito in modo evidente chi predica chiusura e semina paure nei cittadini, strizzando l’occhio in modo sfacciatamente strumentale ad atteggiamenti discriminatori.
Il NO all’iniziativa “per l’autodeterminazione” è un chiaro segnale di apprezzamento verso la nostra – da più parti ammirata – democrazia diretta. È ora che il nostro Cantone torni ad essere maggiormente consapevole delle proprie potenzialità, da coltivare anche sul piano nazionale, ad esempio attraverso l’adesione alla Greater Zürich Area, e internazionale. Per il PLRT il futuro sarà prospero grazie ad un atteggiamento di apertura, focalizzando i nostri sforzi su formazione, ricerca e lavoro, consapevoli che ogni secondo franco della nostra economia è creato grazie agli scambi con l’estero. Un’apertura però che non può essere indiscriminata e acritica tenendo conto delle importanti sfide della nostra economia, in particolare riguardo alla difesa dei posti di lavoro, quale “penisola” incuneata nella complicata regione lombarda. Apertura intesa come rispetto degli accordi presi, relazioni internazionali stabili e credibili, disponibilità a trovare nuove soluzioni prima di tutto nell’interesse della Svizzera e del benessere dei suoi cittadini. Perché come ripete spesso il Consigliere federale Ignazio Cassis, “La politica estera è politica interna” e la qualità è molto più importante della velocità.
Più controlli e sanzioni per i furbetti del sussidio!
La lotta contro gli abusi alle assicurazioni sociali – così come quelli nel mercato del lavoro – rappresenta per il PLRT una priorità. In questo senso, la nuova base legale per la sorveglianza degli assicurati, accettata in votazione quest’oggi, è un importante tassello in una più ampia strategia. Ogni anno, in Svizzera, gli abusi nelle assicurazioni sociali costano alla collettività 80 milioni di franchi, ossia 1’666 stipendi da 4’000 franchi mensili. Poter mettere un freno a questi abusi permetterà di continuare ad aiutare chi ne ha veramente bisogno.
“Vacche con le corna”, un autogol evitato per i contadini
Accettare l’iniziativa che voleva ancorare nella Costituzione il principio secondo cui mucche e capre devono avere le corna avrebbe rappresentato un autentico autogol per i contadini. Imponendo a tutti indistintamente di adattare le proprie strutture alle nuove esigenze di spazio per evitare il ferimento degli animali, i problemi avrebbero certamente superato i benefici. Anche dal profilo economico visto che avremmo dovuto incrementare i sussidi a taluni e diminuirli ad altri. D’altra parte, la Costituzione non può certo essere utilizzata alla stregua di un quaderno d’appunti in cui elencare le sovvenzioni di ogni singolo ambito della società. Si all’agricoltura, no a un’eccessiva burocrazia!