I movimenti giovanili di PLRT, PPD, UDC e LEGA si sono riuniti in conferenza stampa per comunicare la loro collaborazione per unire le forze in vista della votazione sul risanamento della galleria autostradale del San Gottardo in votazione popolare il prossimo 28 febbraio 2016.
Tra le motivazioni principali che hanno portato GLRT, GG, GUDC e MGL ad unire le forze in favore del risanamento della galleria autostradale che collega il Ticino alla svizzera interna, vi è innanzitutto la necessità di garantire un collegamento nord-sud e di non isolare la valle Leventina e il Cantone Ticino tutto per 3 anni. La certezza di avere un collegamento con il resto del Paese è fondamentale per la coesione nazionale e per rimanere vicini a Berna e agli altri Cantoni.
Secondariamente, è necessario incrementare la sicurezza poiché il Gottardo è la galleria più pericolosa della Svizzera. Basti pensare che dal 2001 al 2012 ci sono stati 19 morti, mentre nel Seelisberg un quarto rispetto al Gottardo. Inoltre con 2 tubi non vi sarebbe più il rischio di incidenti frontali e vi sarebbe un’apposita corsia per i veicoli d’emergenza, senza dimenticare che le restrizioni sul trasporto delle merci pericolose resteranno anche con il secondo tubo.
In terzo luogo, la chiusura del San Gottardo avrebbe anche importanti ripercussioni negative sul turismo, il cui PIL nell’economia ticinese costituisce un decimo. Ad esempio, nel Locarnese l’87% dei turisti provengono da nord e si spostano in auto; è facile pensare cosa potrebbe accadere con un isolamento totale del Ticino. A rischio c’è anche il 20% dei posti di lavoro delle 515 aziende intervistate dalla Camera di Commercio, che corrisponde a circa è 2’000 posti di lavoro.
Quarto punto a favore, è il problema del traffico nel Mendrisiotto e nel Luganese che non dipende dal raddoppio o meno del San Gottardo, poiché a Maroggia, ad esempio, il transito di veicoli è di 66’200 auto al giorno, mentre al San Gottardo è di 17’400. È evidente a tutti che il traffico è causato dallo spostamento individuale dei frontalieri.
Inoltre, votare sì il 28 febbraio non significa aprire quattro corsie al traffico per cedere alle pressioni dell’UE, poiché la politica europea dei trasporti è di trasferire le merci dalla strada alla rotaia finanziando grandi opere (come Alptransit) e significa, soprattutto, garantire la sicurezza in una galleria pericolosa e permettere al Ticino di rimanere collegato con la svizzera interna, tenuto conto che la linea ferroviaria delle FFS è sempre meno sinonimo di garanzie.