Dopo 20 anni che ho deciso di non appartenere a nessun partito, dopo aver aderito ad un partitone storico, ho scritto aderito non militato, vedo che la storia non cambia. Allora nel Comune avevo un seguito che si era tramutato in una valanga di voti personali, ma proprio perché non ho mai fatto galoppinaggio e ho sempre pensato con la mia testa, ero inviso ai “grandi” statisti (ironia) e sebbene sarebbe stato un mio diritto essere presidente del CC, le direttive del partito hanno detto di no che non avrebbero voluto me alla presidenza per paura che avessi fatto un discorso “Terra-terra”. Ecco a non essere galoppino o servile verso i soliti noti, si subiscono pressioni, anche a livello professionale.
Da quando mi sono liberato da tutto questo “bailamme”, ho il privilegio di osservare da esterno cosa capita, essendo per lavoro invitato e informato di tutti i fatti interni ai vari partiti. Leggo spesso anche in FB i commenti dei politici, dei candidati e dei fu-politici e vedo come il “leccaculismo” sia in auge, forse ancora più di allora. Conoscendo molto, constato come i vari galoppini oggi, fuori magari dai giochi che contano perché hanno stufato, continuano a prendere le difese di candidati, che di certo non ne hanno bisogno, ma per quel senso di servilismo che nel passato e magari ancora oggi, forse è stato cambiato in contante sonante. Il galoppino è un opportunista dal quale mal-fidarsi, il candidato è pure lui un opportunista che valuta e pondera cosa sia meglio dire e fare per evitare di scontentare qualcuno.
Poi quando vedi che le poltrone scricchiolano ecco che nemici acerrimi di allora si uniscono, non ideologicamente ma solo unicamente per mantenere il potere, che significa in fondo business economico. Poi vediamo dichiarazioni di presidenti di patito, nel loro doppio ruolo di candidati e galoppini che tentano di dare delle giustificazioni. E’ proprio vero che la verità termina dove inizia la partitica. Non la politica, perché la politica è il gioco delicato della libertà di espressione democraticamente sancita da tutti.
Di certo mai dare un voto ad un galoppino, che stanne certo, segue il vendo nella direzione del successo effimero e dare il voto al politico è pericoloso perché difficilmente fa gli interessi del popolo. A chi dare il voto allora: solo unicamente a chi conosci personalmente e che hai verificato la sua coerenza nella vita reale. E guardate che questo capita in tutti i partiti, indistintamente.
Tocca un equilibrio particolare dove ci sono in ballo milioni anche nel nostro piccolo Ticino e vedrai i galoppini reagire, magari con scritti fatti dai diretti interessati. Malfidiamoci da chi urla e ci ricatta psicologicamente. Usiamo la nostra testa!
Sono conscio che purtroppo questo sistema ha creato legami indissolubili tra galoppini, candidati e popolazione, dove se vuoi mangiare devi abbassare la capoccia. Vi sembra questa la società ideale che ci viene descritta?
(ETC/rb)