Premesso che chi scrive non ama il carnevale nella concezione attuale. Mega feste, assembramenti di persone, mescita di alcool, miscuglio di droghe, di gente che non è capace a divertirsi, che fa danni e lascia tanti regali all’indomani. Vetrine rotte, escrementi umani e vomiti ovunque. Fate un giro per esempio la mattina dopo a Rabadan e vi accorgerete del rovescio della medaglia del Carnevale. Non per nulla alcuni paesi hanno iniziato a limitare l’entrata ai vari capannoni ai minori e hanno potenziato il servizio d’ordine limitandone il numero dei partecipanti. Ecco che con queste premesse verrebbe da dire lasciamo stare tutto. Tra l’altro come anche a Rabadan costi di entrata altissimi, e bibite maggiorate e nessun controllo della vendita di alcool a minorenni. (ricordiamo che la birra è una bevanda alcoolica). Facciamo un passo a ritroso e benediciamo i carnevali nostrani, quelli di paese dove tutto è ancora in una dimensione umana. Dove esistono le esagerazioni ma sono in numero limitato in quanto non ci si può nascondere nella massa per giustificare ogni gesto inconsulto e contro le regole del buon vivere e dell’educazione. Nei paesi viviamo ancora un’ambiente rustico diciamo, dove la gerente del ristorante, assieme ai propri collaboratori, addobbano i locali in stile carnascialesco, dove mesi prima studiano il progetto e poi lo realizzano. Pensiamo a Faido l’Osteria Marisa, dove ad ogni festa, addobbano i locali con loro gusto e realizzando loro stessi, in questo caso le maschere e i disegni. Inoltre il comitato di carnevale nei paesini cerca di coinvolgere tutti gli attori per cercare di creare la festa nella festa. Occasione anche per i ristoratori di dare sfogo ad una gastronomia straordinaria, tipo gnocchi casalinghi, “Oss in bogia”, ali di pollo nostrano, cosce di rana, merluzzo in umido, gamberoni alla griglia e “cazzöla”. Tutte leccornie che normalmente non si gustano e richiamano alle tradizione contadine di un tempo passato. Questo è il vero carnevale, dove la gente si diverte, si prende in giro e stà in compagnia ridendo e scherzando. Tutto il resto non è nulla ma solo gesta incivili di gente che non merita di partecipare a queste feste. Un plauso ai vari membri di comitato nei paesi che di anno in anno rinnovano il loro impegno, a titolo di volontariato sottolineiamo, per creare delle condizioni quadro allettanti per i vari ristoratori e un plauso a quegli imprenditori della ristorazione che nel loro tempo libero pianificano la coreografia dei loro locali, non comperando le maschere, ma realizzandole loro stessi. Questo è il carnevale e ora si dia fuoco ai legni e che la festa sia tale.
Nella foto un angolo presso Osteria Marisa di Faido