Gli smartphone sono oramai parte integrante del nostro esistere, col telefonino facciamo davvero di tutto; possiamo controllare le e-mail, giocare, chattare, leggere notizie, aggiornare i social, cercare un orario del treno, fare un pagamento, ecc. Secondo gli studi in Italia – ma probabilmente per la Svizzera i dati sono analoghi – si passano almeno due ore al giorno incollati al piccolo schermo di un cellulare. Questo mezzo tecnologico ha profondamente cambiato le abitudini delle persone, al punto che oggi qualsiasi “vuoto” nelle attività della giornata viene colmato con una sbirciatina al telefono.
Gli abusi non sono mai cosa buona e Monica Bormetti, che lavora come consulente nella formazione sull’uso consapevole dei media digitali in ambito aziendale e scolastico, prova a dare dei suggerimenti per usare il “natel” in modo corretto. Il suo libro dal titolo “#Egophonia. Gli smartphone” tra noi e la vita” si occupa proprio di questo.
Oltre ai consigli l’autrice ci spiega però anche le dinamiche che si innescano nel nostro cervello quando sentiamo il trillo di una notifica (per esempio di un “like” su facebook) e della dopamina che viene rilasciata dal nostro cervello dandoci un senso di appagamento e gratifica. Non sapendo però quando – e se arriveranno – queste gratifiche (commenti o like) siamo sempre più invogliati a controllare il telefonino anche se esso non ha neppure suonato arrivando a sbloccarlo centinaia di volte al giorno senza nemmeno esserne consapevoli (ci sono delle app che sanno contare le volte che lo prendiamo in mano e misurano il tempo trascorso ad esempio sui social network).
Un libro che è davvero uno spaccato della società di oggi esso vuole essere una riflessione sul come noi esseri umani usiamo il cellulare e su come potremmo usarlo in modo più razionale e consapevole.