INIZIATIVA PARLAMENTARE
presentata nella forma elaborata da Paolo Pamini e cofirmatari
“Tedesco prima lingua straniera insegnata in TIcino”
del 14 dicembre 2018
La presente iniziativa parlamentare elaborata propone che la prima lingua straniera insegnata nelle scuole ticinesi sia il tedesco.
Per quanto si sia soliti assimilare la Svizzera italiana a quella romanda in ragione della comune latinità, di fatto i maggiori legami del territorio ticinese si registrano da secoli con i territori d’oltralpe di lingua tedesca, oltre che naturalmente con i territori italiani della Valle padana. Ciò è infatti dovuto alla situazione geografica del Cantone Ticino, posto sulla direttrice Milano-Zurigo, che sin dal 1200 ne ha determinato lo sviluppo culturale, istituzionale ed economico.
Nel corso degli ultimi duecento anni i tempi di percorrenza tra Ticino e Zurigo sono progressivamente diminuiti, dapprima con la costruzione della strada carrabile del San Gottardo, poi con l’apertura del traforo ferroviario nel 1882, in seguito con l’apertura della superstrada del San Gottardo, poi il traforo autostradale del San Gottardo e infine l’inaugurazione del tunnel di base (Alptransit). In particolare, a partire dall’apertura di Alptransit Zurigo dista da Lugano due ore di treno, mentre in circa un’ora di treno da Bellinzona si raggiunge Zugo.
In tal senso, se già in termini chilometrici la vicinanza del Ticino con la Svizzera tedesca era lampante (si veda le seguente figura, con diametro di 270 km), quella in termini di tempo di viaggio è drasticamente diminuita
Coerentemente con quanto precede e nel quadro di una maggiore integrazione del tessuto economico ticinese con quello dell’area metropolitana zurighese, il Dipartimento finanze ed economia ha comunicato di volersi muovere verso un’adesione del Ticino nella Greater Zurich Area.
Sempre sul piano economico, le lavoratrici ed i lavoratori ticinesi possono pretendere a lungo termine di tenere testa sul mercato del lavoro locale alla concorrenza in arrivo dall’Italia se riescono a differenziarsi offrendo delle competenze che mancano ai nostri vicini, tra le quali indubbiamente quelle linguistiche.
Infine, non si dimentichi che malgrado il plurilinguismo svizzero, garantito dalla Costituzione federale, la Svizzera rimane sia storicamente sia nei fatti un paese prevalentemente germanofono, nel senso che le maggiori decisioni politiche ed aziendali vengono prese nella lingua di Goethe (se non in svizzero tedesco) e che chi non la padroneggia viene pertanto in forma velata o manifesta tagliato fuori dai giochi.
Paolo Pamini, primo firmatario
Fabio Bacchetta Cattori, Cleto Ferrari, Lara Filippini, Tiziano Galeazzi, Michele Guerra, Sergio Morisoli, Gabriele Pinoja, Giancarlo Seitz
INIZIATIVA PARLAMENTARE
presentata nella forma elaborata da Paolo Pamini e cofirmatari
“Insegnamento in lingua straniera”
del 14 dicembre 2018
La presente iniziativa parlamentare elaborata propone di generalmente permettere di impartire l’insegnamento in Ticino nelle quattro lingue italiano, francese, tedesco, inglese, o combinazioni delle stesse, facendo salvo l’insegnamento dell’italiano. Il disposto proposto regolarizza l’apprezzata iniziativa di istituti cantonali quali la Scuola Cantonale di Commercio (che già offre curricula insegnati in due lingue), apre anche alle famiglie ticinesi le porte delle scuole private in lingua straniera, e stimola ulteriori iniziative del Cantone o private in tal senso, promuovendo a lungo termine la padronanza di altre lingue e pertanto l’attrattività del nostro territorio.
L’art. 1 cpv. 3 della Legge della scuola (RL 400.100, in seguito LScuola) stabilisce che l’insegnamento è impartito in lingua italiana e nel rispetto della libertà di coscienza. Similmente, l’art. 80 cpv. 2 LScuola richiede che agli allievi in età d’obbligo scolastico l’insegnamento dev’essere impartito in lingua italiana; deroghe possono essere concesse eccezionalmente dal Consiglio di Stato per sopperire ai bisogni di famiglie residenti temporaneamente nel Cantone: la lingua italiana deve essere comunque insegnata.
L’uso di lingue straniere sul territorio cantonale e la necessità di padroneggiarle stanno aumentando negli ultimi decenni per vari motivi. Da una parte è aumentata la mobilità delle cittadine e dei cittadini sul territorio, con l’arrivo di persone precedentemente residenti in altri Cantoni o in altri Stati. Tale tendenza va di pari passo con lo sviluppo e l’internazionalizzazione del tessuto economico ticinese. D’altra parte, le cittadine e i cittadini ticinesi approfittano dell’accresciuta possibilità di mobilità geografica e del progressivo aumento della propria formazione. In particolare, a partire dall’apertura del tunnel di base (Alptransit) Zurigo dista da Lugano due ore, mentre in circa un’ora ci si può spostare tra Bellinzona e Zugo.
Dalle premesse che precedono, gli iniziativisti ritengono che sia opportuno generalizzare a tutte le scuole site in Ticino la possibilità di prevedere un insegnamento in lingua italiana, in francese, in tedesco o in inglese, fermo restando che la lingua italiana vada comunque insegnata. Formalmente ciò tocca sia l’art. 1 cpv. 3 LScuola (come norma generica e con effetto sulle scuole del Cantone e dei Comuni) sia l’art. 80 cpv. 2 LScuola (relativa alle scuole private).
Gli iniziativisti ritengono importante dare tale libertà alla scuola pubblica statale, anche limitatamente a singole materie. Infatti, da qualche anno la Scuola Cantonale di Commercio offre l’insegnamento bilingue in italiano e in tedesco, una scelta molto apprezzata da chi scrive che con la presente proposta troverebbe anche un formale fondamento legale. Partendo dal presupposto che la scuola pubblica statale ticinese continuerà in generale ad essere insegnata in italiano, il disposto qui proposto permetterebbe inoltre alle scuole private di differenziarsi da quella statale dando risposta ad alcune specifiche esigenze di famiglie ticinesi che desiderano maggiormente esporre i propri figli all’insegnamento nelle altre lingue nazionali o in inglese, ponendo fine all’attuale discriminazione che permette solo ai figli di famiglie residenti temporaneamente di godere di tale possibilità. L’insegnamento dell’italiano sarebbe in ogni caso garantito dalla legge.
Paolo Pamini, primo firmatario
Cleto Ferrari, Lara Filippini, Claudio Franscella, Tiziano Galeazzi, Michele Guerra, Fabio Käppeli, Sergio Morisoli, Gabriele Pinoja, Giancarlo Seitz
Disegno di
LEGGE
della Scuola del 1° febbraio 1990; modifica
Il Gran Consiglio
della Repubblica e Cantone Ticino
– vista l’iniziativa parlamentare elaborata del 14 dicembre 2018 di Paolo Pamini e cofirmatari;
d e c r e t a:
I.
La legge della scuola del 1° febbraio 1990 è così modificata:
Art. 1 – Definizione
1La scuola pubblica è un’istituzione educativa al servizio della persona e della società.
2Essa è istituita e diretta dal Cantone con la collaborazione dei Comuni.
3L’insegnamento è impartito in lingua italiana, in un’altra lingua nazionale svizzera o in inglese e nel rispetto della libertà di coscienza. La lingua italiana deve essere comunque insegnata.
4Alla conduzione della scuola partecipano le sue componenti secondo le modalità stabilite dalla presente legge.
Art. 80 – Libertà dell’insegnamento privato
1L’insegnamento privato è libero nei limiti della Costituzione federale.
2Agli allievi in età d’obbligo scolastico l’insegnamento dev’essere impartito in lingua italiana, in un’altra lingua nazionale svizzera o in inglese; deroghe possono essere concesse eccezionalmente dal Consiglio di Stato per sopperire ai bisogni di famiglie residenti temporaneamente nel Cantone. La lingua italiana deve essere comunque insegnata.
II.
Trascorsi i termini per l’esercizio del diritto di referendum, la presente modifica di legge è pubblicata nel Bollettino ufficiale delle leggi e degli atti esecutivi ed entra in vigore il
1° gennaio 2021.