Stanno crescendo anche in Ticino e in Svizzera sistemi di raccolta fondi per nuove progettualità, tanto da vedere insediate da noi ditte, che si occupano di raccolta fondi a favore di queste nuove tecnologie. Assistiamo a varie riunioni in tal senso, e sebbene siano interessanti e offrano opportunità importanti, riteniamo che in questi ambienti si siano perse le dimensioni reali di cosa significa economia locale e di quanto è importante impiegare e creare posti di lavoro pregiati sul territorio. Per avere una progettualità interessante o degna di interesse si deve per forza essere genietti e proiettarsi nel mondo virtuale, dove vi è un afflusso di capitali esteri verso la Svizzera e non vi è alcun beneficio per gli abitanti del luogo, in quanto con queste tecnologie ci si appoggia a personale ”sparso” nel mondo senza che vi sia una vera ripresa economica. Ma la ripresa economica la si misura con i milioni di utili della grosse aziende, che piangono quando perdono 100 milioni in un anno, realizzando pur tuttavia utili miliardari, oppure sarebbe ora di vedere l’altra faccia della ripresa economica che permetterebbe ai ticinesi di mangiarsi in santa pace un buon piatto di spaghetti alla bolognese e di non ordinarlo su fibra ottica e mangiare una pastiglietta sintetica con lo stesso contenuto calorico. Noi crediamo che il Cantone, invece di sostenere ad occhi chiusi queste nuove iniziative, tra l’altro sostenendo persone che già operano nella finanza e che potrebbero di loro investire ed assumersi i rischi prettamente noti per un imprenditore, la stessa autorità dovrebbe stanziare soldi, e tanti, per favorire piccoli e medi inserimenti di attività artigianali tradizionali, nei vari comuni, in particolare quelli discosti dai grandi centri, per cercare di stimolare i giovani abitanti a rimanere nei propri comune e creare un tessuto sociale vitale, assolutamente vitale, per il comune stesso. Questa nostra affermazione non svilisce gli aiuti ai grandi progetti innovativi, ma riparare il rubinetto di casa merita altrettanta attenzione, magari maggiore attenzione, in quanto l’artigiano locale, se ha lavoro e viene aiutato, crea posti di lavoro per adulti e anche posti di tirocinio. L’economia va affrontata a multi livelli: nuove tecnologie (chi si cerchino loro i sostegni economici esteri visto che sostengono che da queste attività si potranno ragigungere nel giro di pochi mesi utili straordinari), gli artigianati locali (che sono quelli bistrattati da tutti e invece sono proprio quelli che necessitano di maggior impulsi per la loro importante salvaguardia) e dulcis in fundo riduzione di apporto di personale straniero sia come impiegati che come apprendisti. La nostra visione è dovuta dal fatto che ascoltando tutti questi guru di economisti, ci rendiamo sempre più conto come la realtà non sia più l’approccio iniziale per dei correttivi, ma sia unicamente una visione lontana, non importante, come scriveva Elio Vittorini, un punto piccolo all’orizzonte. perdendo il contatto con il mondo reale, si corre il rischio, probabilmente ci siamo già, di essere corresponsabili del deterioramento economico, ma prima ancora morale di uno stato in essere che non soddisfa più alcun cittadino. Senza poi andare a scavare, mica troppo, in fatturazioni sospette, in evasioni fiscali, in connivenze economiche e via dicendo. La nostra è una società molto malata che merita una cura importante sul territorio. Il sostegno alle attività locali, non porteranno il prestigio che i nostri politici vanno cercando, ma permetterebbe a molte famiglie di ritornare a sperare nel futuro. (ETC/RB)