«L’esperienza più bella della mia vita». Queste sono state le parole confidatemi da uno dei ragazzi che ho avuto la gioia di poter accompagnare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Penso che non bisogna spiegare molto. Già si dice tutto, specialmente di quanto questo momento abbia profondamente toccato il cuore dei nostri giovani. Da ormai qualche giorno siamo rientrati dopo aver fatto diverse tappe nel viaggio da Lisbona al Ticino. Avrò modo di raccontarvi un po’ più nel dettaglio il nostro viaggio in un prossimo articolo. Prima di ciò, mi piacerebbe però partire dall’esperienza diretta che i ragazzi hanno vissuto: vi propongo quindi di sentire, in questi articoli, le loro dirette parole, una specie di piccola intervista. Il primo che ci racconterà la sua esperienza è Stefano Minelli, ragazzo di 16 anni nato e cresciuto in Italia e che da due anni vive a Lugano e frequenta la terza liceo presso l’Istituto Elvetico dei Salesiani di don Bosco.
Stefano: «Dalla GMG mi aspettavo un periodo che potesse fare esprimere a tutti la propria fede e di poter conoscere varie persone di tutte le nazionalità. Ma devo dire che questa GMG ha superato di gran lunga la mia aspettativa. Il fatto di non avere barriere, senza timidezza, senza vergogna, parlare con tutti quelli che passano per strada con urli e schiamazzi vari, cosa che in circostanze normali neanche mi sognerei, questo mi ha impressionato molto. Ho conosciuto tantissime persone, parlato con varie nazioni chiedendo vari pareri e scambiando oggetti. Ho potuto toccare con mano cosa significa fede e vedere milioni di persone a dormire per terra mi ha lasciato esterrefatto. Oltre alla settimana della GMG in sé, il viaggio e la seconda settimana sono state bellissime e hanno contribuito ad aumentare le mie aspettative, si è vista la fratellanza tra noi già dai primi istanti di bus e sempre di più nei giorni successivi. Posso dire senza alcun dubbio che questa GMG sia stata la più bella esperienza della mia vita».