Siamo in emergenza da oltre un mese, e forse il Governo Ticinese ha imparato presto la lezione ed è intervenuto a favore della salute della popolazione. Fermo restando che noi di ETC siamo assolutamente con il Governo e le sue indicazioni igenico-sanitarie.
Il tempo per cavillare è passato ed eventualmente verrà dopo. Da vicino, sfiorato dagli eventi, vedo anziani soli, anziani esclusi, persone che conosco che hanno perso il loro cari o che hanno parenti intubati. Mi pongo qualche riflessione, che gioco forza avvicina i miei affetti diretti. Se succedesse a me o a un mio caro, che dovesse venire intubato, solo, senza che noi si possa accompagnarlo in questo percorso, e se magari questo caro venisse a mancare, da solo, senza neppure il conforto di un parente che gli tenga la mano per fargli capire che non è solo.
Anche scrivere queste righe mi viene la pelle di gallina e la rabbia, vera rabbia per tutti quegli animali da tastiera che sui socials si permettono di sottovalutare il virus, peggio ancora di parlamentari che istigano nella popolazione i dubbi che il COVID19 è una semplice influenza, insomma tutte quelle persone che per motivi vari, proprio bullismo, voglia di visibilità in visione elezioni e quant’altro che a mio modo di vedere meriterebbero delle denunce penali per attentare alla vita della popolazione.
Ma torniamo al tema. Penso che la fede sia qualcosa di importante per chi crede, ma forse anche, da parte dell’autorità istituire un servizio di sostegno psicologico, non composto dai soliti dottori e psicologi che forse hanno altro da fare, ma da uomini di chiesa, da alcune persone normali con grande sensibilità verso il dolore, per sostenere chi rimane, per dare loro conforto, in questi momenti così drammatici e delicati. Abbiamo perso tutti dei nostri cari, li abbiamo accompagnati, siamo stati loro vicini fino all’ultimo respiro e siamo certi che si sono spenti con la serenità d’animo e noi abbiamo avuto la consapevolezza di aver dato l’amore necessario ai nostri cari in quei momenti così delicati.
Così oggi non è possibile e lo sappiamo tutti il motivo.
Cerchiamo allora di istituire qualcosa, non so cosa, non so come, ma un qualcosa che possa dare conforto a chi resta e a chi non ha neppure potuto salutare il proprio caro dopo magari 40 anni di vita comune. Lo dobbiamo fare per uno spirito di comunità che stà prevalendo e stà dimostrando come il ticinese sia, salvo le solite eccezioni, un popolo che sa dare amore e profondamente altruista. Chi è solo ha anche la possibilità di telefonare, parlare con enti e persone preposte che si sono messe a disposizione e sotto questo aspetto si sono già fatti passi importanti, proprio grazie al volontariato. Ne siamo riconoscenti, veramente.
Che tutti ancora stiamo a casa, usciamo solo per lo stretto necessario, rispettiamo le direttive. Se tutti seguiremo le indicazioni ne verremo fuori presto se invece continuiamo a pensare che noi siamo inattaccabili e ce ne freghiamo, mettiamo a repentaglio la vita propria e quella degli altri. E’ questo che vogliamo?
Io almeno non è questo che desidero… guardate un po’ voi!
(ETC/rb)