Il Consiglio di Stato ha comunicato in data odierna che il Consuntivo 2018 chiude con un avanzo di 137,2 milioni.
Bene! Ora, dopo aver strizzato per tutta la legislatura i cittadini ticinesi con nuove tasse e balzelli, si provveda subito a un abbassamento delle imposte.
Il nostro gruppo in Gran Consiglio, in data 7 maggio 2018, aveva presentato ben 11 atti parlamentari per chiedere una riduzione del carico fiscale, in particolare per le famiglie, anziani e artigiani (PMI). Le ricordiamo:
• Modifica dell’art. 162 della Legge tributaria “Moltiplicatore comunale differenziabile tra persone fisiche e giuridiche”
• Modifica degli art. 32c e 68 della Legge tributaria “Liberalità – Saniamo l’illegalità e fermiamo la discriminazione delle iniziative private per scopo pubblico o di utilità pubblica
• Modifica dell’art. 82 della Legge tributaria “Capitale proprio occulto”
• Modifica dell’art. 70 della Legge tributaria “Interpretazione economica delle ristrutturazioni”
• Modifica dell’art. 76 della Legge tributaria “Riduzione dell’aliquota d’imposta sull’utile al 5% contestualmente all’abrogazione degli statuti fiscali speciali cantonali”
• Modifica dell’art. 49a della Legge tributaria “Freno all’imposta sulla sostanza con limite al 50% anziché al 60%”
• Modifica dell’art. 37b della Legge tributaria “Utili di liquidazione”
• Modifica degli art. 35 e 314e della Legge tributaria “Riduzione all’11% scaglionata su otto anni dell’aliquota massima d’imposta sul reddito”
• Modifica dell’art. 35 della Legge tributaria “Riduzione delle aliquote d’imposta sul reddito per il ceto medio-basso”
• Modifica dell’art. 34 della Legge tributaria “Deduzioni sociali solo per figli in Svizzera”
• Modifica dell’art. 20 della Legge tributaria “Freno dell’impatto del valore locativo
Le varie proposte risultano tuttora non essere evase e sarebbe ora che il nuovo parlamento desse finalmente in tempi brevi una risposta a chi ha sempre pagato, sopportato aumenti di tasse e balzelli, senza mai fiatare.
Il risanamento dei conti dello Stato era dall’UDC auspicato e ci rallegriamo del risultato ottenuto da governo e parlamento. Non siamo però soddisfatti del metodo utilizzato per raggiungere l’obiettivo, ovvero quello di mettere ulteriormente le mani nelle tasche dei Ticinesi mai affrontando quella che è la causa principale: la spesa pubblica.
Oltre a chiedere una riduzione del carico fiscale per il ceto medio, le famiglie, gli anziani e le PMI, l’UDC nella prossima legislatura domanderà con forza, nuovamente, un’importante riduzione della spesa pubblica. Non necessariamente tagliando nel sociale, che ormai è diventato un ammortizzatore sociale resosi necessario con l’avvento della libera circolazione delle persone, accordo che ha messo in ginocchio molti Ticinesi, ma piuttosto tagliando gli sprechi e le inefficienze della macchina pubblica.
L’UDC afferma a gran voce “Lasciamo i soldi nelle tasche dei ticinesi!”
UDC Ticino