In questi giorni è in via di distribuzione il materiale di voto per la votazione federale che propone l’abolizione del canone radiotelevisivo (abolizione del Canone Billag). Una votazione che da mesi sta facendo discutere animatamente tutta la Svizzera e che per la seconda volta ha portato il Consiglio di Stato a sostenere il NO a questa Iniziativa popolare anti Svizzera, con la seguente motivazione principale: Il Governo ticinese invita le cittadine e i cittadini a respingere una proposta che penalizzerebbe fortemente le regioni periferiche e le minoranze linguistiche come il Cantone Ticino, segnando il passaggio definitivo da una logica di servizio pubblico a una commerciale.
Recentemente anche il Governo Grigionese si era espresso, invitando il popolo ad opporsi a questa iniziativa.
La Svizzera italiana è periferica e marginale, ma a farne particolarmente le spese di un’eventuale approvazione dell’iniziativa popolare saranno le comunità periferiche già disagiate, quali le Valli e le Regioni di montagna. Per aree notoriamente poco dotate di altri servizi informativi e di svago la radio televisione pubblica, con la sua apprezzata e diversificata offerta di programmi, è una compagna importante e insostituibile per la vita quotidiana degli abitanti, specialmente per le persone anziane. Quest’ultime possono seguire programmi delle quattro regioni linguistiche che tengono conto, valorizzano e mantengono viva la diversità a livello regionale, contribuendo anche alla coesione nazionale. È da illusi pensare che qualcuno investirà “un franco” per garantire un’informazione equa, libera ed equilibrata in regioni marginali quali le nostre, non facciamoci illusioni!
Per questi motivi MontagnaViva, senza mezzi termini, invita l’espressione del voto nella forma di un secco NO a NO BILLAG.
MontagnaViva nelle scorse settimane, sulla scia del primo appello del Consiglio di Stato del 22 novembre 2017, aveva proposto all’Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio un’appello rivolto ai Parlamentari della Repubblica del Cantone Ticino “per il mantenimento di un servizio pubblico d’informazione a difesa della nostra lingua e cultura italiana”. L’appello dei Parlamentari ticinesi, redatto in collaborazione del Segretariato CORSI – che ringraziamo – non ha potuto concretizzarsi per la ferma opposizione del Gruppo della Lega dei ticinesi! Quest’ultima gioisce per salvare 220 posti di lavoro, su 440, alle Officine FFS di Bellinzona e nel medesimo tempo non ci pensa 5 secondi nel voler cancellare un servizio pubblico rappresentato dalla RSI, da una Televisione privata e da due Radio regionali. Emittenti che contano almeno 1700 posti di lavoro, un indotto nazionale di ripartizione del canone di 265 milioni (22%) a fronte di canone pagato nella Svizzera italiana di 45 mio (4%). Di questo canone 6.5 mio vanno alle emittenti private. 213 milioni sono l’indotto diretto e indiretto per la RSI e a 850 Ditte locali. Un indotto essenziale specialmente per l’economia sottocenerina, ma infine anche per quella cantonale.
Le risposte che gli iniziativisti danno non sono concrete e nemmeno convincenti, un salto nel vuoto!
Facciamo seguire il testo della petizione che avremmo gradito fosse sottoscritta dal Parlamento cantonale.
Appello dei Parlamentari della Repubblica del Canton Ticino
per il mantenimento di un servizio pubblico di informazione
a difesa della nostra lingua e cultura in Svizzera
Il Consiglio di Stato del Cantone Ticino, lo scorso 22 novembre 2017 si è così espresso contro l’Iniziativa No Billag: “ La votazione federale del prossimo 4 marzo sull’iniziativa popolare «No Billag», che propone l’abolizione del canone radiotelevisivo mette in discussione tali equilibri e propone l’abolizione del servizio pubblico radiotelevisivo e di conseguenza della SSR. Il Consiglio di Stato ha riaffermato il proprio impegno per il reciproco avvicinamento fra la Svizzera italiana e il resto del Paese (…) esso ha deciso di rivolgere alla popolazione ticinese l’invito a votare «no» il prossimo 4 marzo, riaffermando con la massima chiarezza possibile l’attaccamento del Cantone all’emittente pubblica”.
Il Governo ticinese all’unanimità ha espresso preoccupazione poiché il nostro Cantone si troverebbe in difficoltà qualora il servizio pubblico radioTV dovesse essere abolito. Questa iniziativa rappresenta certamente un segnale di disaffezione di una parte della cittadinanza verso l’attuale servizio d’informazione. Questa iniziativa chiede però l’abolizione dello stesso servizio pubblico che priverebbe il nostro Cantone delle sue radio e TV, lasciandoci senza voce nel nostro stesso Paese.
La difesa della nostra cultura e della nostra lingua ha bisogno di un servizio di informazione in lingua italiana. Quali rappresentanti dei cittadini di un Paese che crede nei principi della coesione federale e della tutela delle quattro lingue e culture nazionali, riconosciamo al servizio pubblico radiotelevisivo la funzione di vettore del federalismo. Un discorso che riguarda in prima battuta l’esistenza della RSI, ma che tocca anche le radio e le televisioni private del nostro Cantone (Teleticino, Radio3i e Radio Fiume Ticino) che hanno una concessione e fanno servizio pubblico. Per il loro tramite le minoranze sono presenti, rappresentate, hanno voce, e consolidano il modello svizzero che vede collaborare pubblico e privato in modo positivo ed equilibrato.
Non dimentichiamo infine, che oltre alla difesa della nostra cultura in Svizzera, il sistema attuale di finanziamento porta grandi benefici economici al Canton Ticino. A fronte di un contributo del 4% del canone, la Svizzera italiana riceve oltre il 20% dei proventi. Un bilancio positivo di oltre 200 milioni di franchi che alimentano l’economia regionale con oltre 1700 posti di lavoro e un indotto di oltre 40 milioni di franchi per circa 850 piccole e medie aziende ticinesi.
I sottoscritti deputati fanno quindi proprio l’invito unanime del Consiglio di Stato e invitano la popolazione a votare NO all’iniziativa No Billag il prossimo 4 marzo 2018.
Come soprascritto questo appello, seppur sostenuto dalle altre forze politiche, non è stato presentato per l’opposizione del Gruppo della Lega dei ticinesi!