In un contesto politico preoccupato dall’occupazione delle cittadine e dei cittadini residenti, sono troppo spesso emerse accuse ingiustificate verso il mondo imprenditoriale in generale, senza alcuna distinzione fra la stragrande maggioranza di chi lavora con impegno e serietà e i pochi che non rispettano le regole e che devono giustamente essere sanzionati. Purtroppo non sempre ai numerosi esempi positivi di attenzione verso il territorio in senso lato viene dato il giusto risalto. Uno degli obiettivi della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti) è di valorizzare anche a livello pubblico queste situazioni, che dimostrano come il tessuto economico ticinese sia composto prevalentemente da aziende serie. Quale associazione-mantello dell’economia ticinese, la Cc-Ti si prefigge di mettere in luce le molte eccellenze dei vari settori economici. Questa volta merita un’attenzione particolare l’Associazione Coiffure Suisse Ticino.
Coiffure Suisse Ticino vuole staccarsi in modo netto da quelle pratiche lavorative inique, quali ad esempio il lavoro nero e il dumping salariale, riscontrabili spesso all’interno del settore. Coiffure Suisse Ticino crede infatti che affinché in una società si possa creare e garantire benessere è importante che gli operatori rispettino le regole proprie ai loro settori d’attività e operino secondo alcuni valori fondamentali, quali ad esempio il rispetto dei dipendenti e la loro valorizzazione e soddisfazione sul posto di lavoro.
Un elemento importante della valorizzazione del lavoro degli associati di Coiffure Suisse Ticino è la possibilità di affermare pubblicamente e in modo immediato il rispetto delle regole contrattuali esistenti nel settore – in primis il contratto collettivo di lavoro adottato a livello nazionale – che tutelano i dipendenti e permettono al proprietario del salone di distanziarsi dalle persone che operano al di fuori di queste regole. A tale scopo, Coiffure Suisse Ticino ha deciso di creare un adesivo che certifica l’impegno del salone nel garantire condizioni lavorative corrette e gradevoli e a combattere il lavoro nero e il dumping salariale. Attraverso questa iniziativa volontaria e puramente privata, l’associazione intende dare ai clienti la possibilità di avere un ulteriore criterio di scelta, oltre a quelli della qualità, del prezzo ecc., chiamando al contempo i clienti ad assumere una certa responsabilità sociale nel loro comportamento.
Coiffure Suisse Ticino vuole inoltre rendere attento il mondo politico affinché si impegni a sostenere le iniziative private esistenti – che mirano a garantire un modello economico sano – invece di investire il proprio tempo a vagliare l’introduzione di regole e obblighi troppo rigidi e lontani dalla complessa realtà economica del nostro territorio, che paradossalmente spesso conducono a situazioni ancora meno eque di quelle che si vorrebbero risolvere.
Attraverso questa azione, l’associazione vuole sottolineare l’importanza di uno sforzo congiunto di tutte le parti in gioco – imprese fornitrici di beni o servizi, consumatori e mondo politico – affinché si possa lavorare insieme per eliminare o almeno ridurre determinate pratiche scorrette vigenti sul mercato del lavoro.
Graficamente il viso tondo tende ad evocare l’emoticon – codice visivo ormai diffuso grazie agli smartphone – che richiama l’immagine di una possibile cliente donna soddisfatta del servizio offertole. Il volto è inglobato all’interno di un “segnaposto” – anch’esso simbolo grafico diffuso – che permette al salone di essere geo localizzato sul web. L’unione dei due elementi visivi genera una nuova identità e codice che connota con forza il principio che l’associazione intende portare avanti – in termini di politica sociale e di tutela del lavoro – in un luogo specifico che è il salone che aderisce all’iniziativa. Si tratta praticamente di una certificazione di qualità “Made in Svizzera”. Per il momento l’iniziativa poggia sul principio dell’auto-certificazione. In una seconda fase, se necessario, si valuterà la possibilità di un’attività di controllo da parte dell’associazione. Va comunque ricordato che, già oggi, le eventuali violazioni delle condizioni di lavoro e dei salari previsti dal contratto collettivo di lavoro possono essere sanzionate dalla relativa commissione paritetica.