Non sono di Faido, i miei nonni abitavano a Faido e alcuni ricordi di infanzia mi riportano a questo straordinario personaggio, duro di certo, fermo e risoluto, ma di un amore infinito verso il suo Paese o meglio il paese per il quale ha prestato servizio per vari decenni in qualità di segretario comunale. Faccio girare a ritroso la ruota del tempo e vengo proiettato ai Giochi senza Frontiere che si sono svolti a Faido nel lontano 1975 e fu occasione unica per una enorme visibilità di questo Comune, ancora ricco di idee e personaggi come anche paese vivo e dinamico grazie ai suoi personaggi. Noi salimmo con la famiglia perché al mio papà quando si parlava di Faido si illuminavano gli occhi. Noi di Locarno, salire a Faido era sempre un gioia perché la nonna Angelina ci faceva trovare la torta di pane, di quelle di una volta. Ma alla testa di ogni evento vi era Andreino Pedrinis, mosso da un amore viscerale per questo comune. Redattore giornalista per il Giornale del Popolo, aveva una facilità nello scrivere quasi straordinaria. Riusciva nella sua mente ad elaborare multi idee e a esporle in maniera chiara semplice e certa. Non si è mai tirato indietro quando c’era da fare i pugni per salvaguardare o difendere gli interessi del comune, tanto che l’allora Presidente della Confederazione Bonvin si complimentò per la lotta innescata sul tragitto dell’autostrada. Lottò come un leone per evitare che il paese venisse ferito in due, e ottenne il tracciato attuale a valle senza deturpare tutto il sistema abitativo del comune. Correvano gli anni ’70 e l’allora segretario comunale si adopererò con tutte le forze per salvare l’abitato di Faido. Inutile dirlo vincendo questa guerra fredda dell’autostrada per consegnare un paese come ancora oggi è, integro nella sua bellezza abitativa e naturalistica. Ma ebbi modo di lavorare spalla a spalla con Andreino in occasione della ristrutturazione della parrocchia S.Andrea, una ventina d’anni fa, e sebbene ci trovammo spesso su posizioni diametralmente opposte, alla fine con la discussione abbiamo sempre trovato il giusto compromesso per consegnare una Parrocchia a Faido bella e funzionale con affreschi di grande valore. Era duro, ti guardava con la sfida negli occhi, ma poi trionfava sempre l’amore per il paese che lo portava a compromessi storici in tanti ambiti mettendo sempre la parola fine ad ogni opera che iniziava. Alla fine di questi lavori, con riunioni su riunioni mi regalò un suo libro di poesie con dedica “E’ stata dura ma ce l’abbiamo fatta, anche tu sei tosto!”. Di Andreino Pedrini serbo un ricordo di affettuosa coerenza, di schiettezza nell’esprimere le sue opinioni ma di una grande umanità che lo ha portato a servire il Comune con dedizione consegnandolo a noi fiorente. Non so se oggi siamo capaci di fare nostra l’eredità storica che ci è stata consegnata. Ora da 26 anni vivo con la famiglia a Faido e ne constato un certo degrado e poca passione per continuare a rendere Faido glorioso come un tempo. Ciao Andreino. (Roberto Bosia/ETC, giornalista affiliato a CH-Media)
Fonte della foto del 1969: http://www.ideesuisse.ch/251.1.html?&L=2