“Forse tutta quest’igiene di non sperare è un po’ ridicola. Non sperare dalla vita, per non rischiarla; considerarsi morto, per non morire. A un tratto tutto questo mi è sembrato un letargo spaventoso, allarmante; voglio che finisca”.
Tratto dal romanzo “L’invenzione di Morel” di Adolfo Bioy Casares.
E a proposito di letargo, animale o umano che sia, noi speravamo nelle riaperture per poter risvegliarci come gli orsi quando escono dal lungo sonno e piano piano recuperano tutta la loro forza. Sapevamo che il nostro riprendere il teatro, cioè riprendere la nostra vita, sarebbe stato solo a metà; che avremmo guardato con un solo occhio, sentito con un solo orecchio, danzato su una gamba sola, cantato con voce tenue, con una chitarra di solo tre corde, con un microfono spento, con solo 30 spettatori in sala…e degli incassi meglio non parlare.
Sapevamo che non potevamo avere tutto. Il poco sarebbe stato almeno qualcosa ma a prevalere è il nulla.
Continueremo il letargo e approfitteremo del lungo sonno per sognare ancora con più passione che mai.
Cordiali saluti dal Teatro Paravento e Buona Primavera a tutti!!