Purtroppo il commercio non viaggia più con i tempi giusti ma vi è la continua rincorsa di arrivare prima. Succede che a fine ottobre già appaiano alcune decorazioni che richiamano il Natale, come se fosse necessario anticipare i tempi e rendere il Natale e la sua atmosfera meno magica ma molto commerciale. Che brutto vedere già tutto addobbato a Natale ben due mesi prima, tagliando due mesi di autunno che dovrebbero essere vissuti in avvicinamento spirituale delle festività. Eravamo abituati che a Natale, un paio di giorni prima, in famiglia si faceva l’alberello e il presepe e che la notte di Natale arrivava qualcuno a portare i doni, o a non portarli. Era un’atmosfera unica che con l’avvento del mondo moderno, dove tutto è trasformato in moneta sonante e dove bisogna percorrere i tempi per compensare i mancati guadagni o per farne ancora di più, ecco che la logica del guadagno prevale sul clima e su cosa deve essere il Natale, ai nostri tempi momento di grande riflessione sulla nostra vita. Invece le direzione dei grandi magazzini, poco importa sul clima e sull’atmosfera, importante è che con la scusa del Natale le persone spendano, spendano e a volte anche a vanvera, perché subdolamente stimolati da azioni apparentemente interessanti ma che nascondono i tranelli che il marketing insegna a chi deve convincere di spendere. Che brutto Natale dove devi farti notare perché fai il regalo più caro e bello. Eliminiamo i regali e comperiamo solo cose utili, magari dando a chi ne ha più bisogno quello che avremmo speso per fare la felicità estemporanea e di una frazione di secondo dei nostri cari. Regalate un gioco a vostro figlio e dopo due giorni sarà già dimenticato. Regalate un sorriso a una persona sola e ne sarete gratificati prima di tutto da voi stessi medesimi. Questo è il Natale che vorremmo ritornasse. Un Natale sincero di affettività e di riflessione con i propositi di migliorare sempre e comunque verso il prossimo.