– Fa stato il discorso orale –
Lodevoli autorità, Gentili ospiti, Care delegate e cari delegati
Prima di entrare nel vivo della relazione presidenziale voglio porgere un caloroso saluto e un sentito ringraziamento al distrettuale delle società venatorie del locarnese composto da La Società cacciatori verzaschesi, La Diana delle Valli, la Società cacciatori del Verbano e la Diana Gambarognese, coordinate dal Presidente Manuele Esposito, che oggi ospita la nostra assemblea ordinaria qui a Brissago in questo luogo incantevole affacciato sul Lago Maggiore.
Sono certo che l’organizzazione dell’evento si rivelerà impeccabile e che tutti rientreranno soddisfatti dopo questa giornata.
Passo ora in rassegna i temi della relazione presidenziale che ho suddiviso, secondo uno schema oramai consolidato, in dieci capitoli.
1. Attività federativa
2. Fusioni società venatorie
3. Aspiranti cacciatori
4. Parchi nazionali
5. Grandi predatori
6. Caccia Svizzera
7. Pool Caccia-Pesca-Tiro
8. Tiro cantonale/prova periodica della precisione di tiro
9. Bandite/Zone di quiete
10. Gestione venatoria /rapporti con lo Stato
1. Attività federativa
L’attività del Comitato centrale e dei vari gruppi di lavoro è stata al solito molto fitta e densa di impegni su diversi fronti, con tutte le difficoltà del caso per un gremio dove vige il principio del volontariato.
Passerò brevemente in rassegna solo alcuni temi di cui ci siamo occupati.
• Iniziamo dalla comunicazione che, anche per una Federazione come la nostra, rappresenta un elemento centrale e da curare con grande attenzione. Un plauso e un ringraziamento doveroso alle nostre due punte di diamante Marco Viglezio e Patrick Dalmas, che curano con passione e competenza la comunicazione della FCTI e che si poggia su 3 pilastri: la rivista La Caccia, il sito web e la newsletter, strumenti che vengono offerti ai nostri associati, ma non solo, e che si presentano con contenuti di informazione e di divulgazione, con un occhio di riguardo anche agli aspetti grafici. Voglio in questa sede esprimere ai nostri due redattori i complimenti e il ringraziamento per questo importante lavoro a favore della caccia.
• Serate informative: quest’anno, a causa di molteplici impegni con cui siamo stati confrontati, abbiamo rinunciato a proporre la consueta serata informativa. Per il futuro intendiamo comunque tornare ad organizzare dei momenti di confronto su temi a carattere venatorio.
• Casa della caccia: due anni or sono avevamo chiesto all’AD l’autorizzazione a investire la somma di 25’000.- fr. per stipulare un diritto di compera per una superficie presso uno stabile in fase di edificazione a Giubiasco in cui avrebbe potuto trovare sede l’agognata Casa della caccia. Un gruppo di lavoro ad hoc formato da alcuni membri del Comitato ha esaminato il progetto ed è giunto alla conclusione che lo stesso presenta delle criticità difficilmente superabili dal punto di vista della sostenibilità finanziaria. Per queste ragioni il Comitato centrale ha deciso di rinunciare all’esercizio del diritto di compera. Tale rinuncia avrebbe dovuto comportare la perdita della somma di fr. 25’000.- versata a titolo di acconto e pena di recesso, ma grazie alla disponibilità e alla comprensione dimostrata dal promotore del progetto – che ringrazio – abbiamo concluso un accordo in base al quale ci verrà riversata la metà, ovvero 12’500.- fr. Segnalo che comunque a livello contabile questa perdita è stata interamente ammortizzata.
• Iniziativa sulla protezione degli animali: il 12 febbraio scorso il popolo ticinese è stato chiamato alle urne per esprimersi, fra gli altri temi, su un’iniziativa che chiedeva di inserire nella Costituzione cantonale una maggiore protezione degli animali. La FCTI, in collaborazione con FTAP, FTST e UCT si è impegnata per combattere questa iniziativa, ritenendola inutile, burocratica e costosa. Alla fine l’abbiamo spuntata sul filo di lana e per soli 35 (!) voti. Purtroppo siamo arrivati al voto popolare in quanto il GC, nella circostanza forse un po’ distratto, ha approvato – per altro con una buona maggioranza – questa iniziativa di Sabrina Aldi ciò che ci ha costretto a scendere in campo investendo tempo e anche risorse finanziarie. Tutto è bene quel che finisce bene (anche se è ancora pendente un ricorso per la riconta dei voti che mi auguro che il GC respingerà), ma mi sia concessa una bella tirata d’orecchie a quei deputati cacciatori o comunque vicini al nostro mondo, che non solo non hanno combattuto, come sarebbe stato lecito attendersi, questa insulsa proposta, ma addirittura l’hanno votata.
• Riorganizzazione FCTI: come preannunciato nel corso dell’ultima AD di Camignolo, il Comitato si è chinato sul tema della riorganizzazione degli organi federativi. E’ stato un lavoro piuttosto lungo, inevitabilmente complesso, ma alla fine siamo riusciti nell’intento di definire le linee guida della nuova struttura della FCTI. Le stesse sono state presentate in occasione dell’assemblea dei Presidenti deli distretti e delle Società lo scorso 30 gennaio a Pregassona. Nonostante non siano state espresse obiezioni di fondo, per evitare forzature il Comitato centrale ha deciso di procedere con un’ampia consultazione che coinvolga la base per cui, contrariamente a quanto promesso, non siamo ancora in grado di sottoporre all’AD le modifiche statutarie relative a questa riorganizzazione. Per questo motivo, alla trattanda nomine statutarie, vi chiediamo di concedere una proroga di un anno del mandato per il Comitato centrale per darci appunto il tempo necessario per procedere ad informare in dettaglio le società e gli associati e preparare le necessarie modifiche degli statuti che verranno presentate nel corso della AD 2018.
2. Fusioni società venatorie
Ancora delle buone notizie sul fronte delle fusioni di società venatorie. Dopo la nascita della nuova Società cacciatori Valli del Cassarate, scaturita dalla fusione della Gazzirola e dei Cacciatori Valcollesi e presieduta dal nostro Vice-Presidente Enrico Capra, anche in Malcantone le cose si stanno muovendo: è di alcune settimane fa la notizia che le società La Drosa e quella dei cacciatori Malcantonesi hanno fusionato dando vita alla Società La Drosa Malcantonese. Mi felicito con queste società per il coraggio e la lungimiranza dimostrate e formulo gli auguri di rito. Ma non è finita. Sono informato che anche le 4 società del distretto di Locarno stanno portando avanti dei colloqui per poter giungere ad una fusione sotto l’egida di una società che dovrebbe rappresentare l’intero distretto, analogamente a quanto avviene già oggi per la Vallemaggia e la Valle di Blenio; discussioni analoghe sono in corso anche in Leventina. Il mio auspicio è che gli sforzi siano coronati da successo e che ovviamente anche altre società seguano questi esempi virtuosi che perseguono l’obiettivo di difendere meglio e con maggiore forza gli interessi dei loro associati. Inutile aggiungere che ci sono ancora ampi spazi di manovra per cui continuiamo su questa via.
3. Aspiranti cacciatori
Sempre al centro della nostra attenzione rimane il tema della formazione degli aspiranti cacciatori, per la quale investiamo parecchio tempo e risorse per poter garantire ai futuri seguaci di Diana solide basi, non solo tecniche ma anche etiche.
L’anno scorso sono stati ben 92 i candidati che si sono presentati all’esame scritto, dei quali 18 (pari al 20%) sono stati bocciati.
Andamento analogo agli esami orali, dove sui 74 iscritti abbiamo avuto 17 bocciati, ovvero il 23%.
Alla prova di tiro per contro dei 57 annunciati solo 1 non ha superato l’esame.
Complessivamente dunque il tasso di bocciatura è stato del 36%, significativamente migliore rispetto a quello degli ultimi anni e questo è sicuramente una nota positiva.
Per quanto riguarda invece i candidati che si presentano quest’anno agli esami (fra l’altro proprio questa mattina è in corso la prova scritta), con 70 iscritti dobbiamo purtroppo registrare un calo rispetto all’anno precedente di quasi il 25%, un dato che speriamo non sia indicativo di un minor interesse per l’arte venatoria.
Un caloroso ringraziamento e un sentimento di riconoscenza va al collega di comitato Maurizio Riva responsabile dell’area formazione e esami (oggi assente per seguire la sessione scritta) e ovviamente a Eros Quadrelli e a tutti coloro che si dedicano con passione e dedizione alla formazione degli aspiranti, per preparare adeguatamente le future generazioni di cacciatori che garantiranno la continuità della nostra passione.
4. Parchi nazionali
Lo scorso 27 novembre 2017 il progetto Parcadula è naufrago nella consultazione popolare con un risultato piuttosto netto e che non lascia adito a dubbi. Dei 3 Comuni ticinesi coinvolti solo Acquarossa ha detto Sì, mentre Blenio e Serravalle lo hanno bocciato piuttosto chiaramente. Dopo 16 anni di lavoro e parecchi milioni investiti gli abitanti dei Comuni interessati hanno deciso liberamente e democraticamente che di questo progetto di Parco nazionale non ne volevano sapere. L’esito, piaccia o non piaccia, deve quindi essere rispettato anche se non è mancata qualche nota stonata, come quella di un sindaco della Valle Onsernone che ha incautamente tentato di insinuare che questo risultato è imputabile all’egoismo dei cacciatori. Troppa grazia, se così fosse! Per quanto la nostra categoria sia ritenuta forte, e questo ovviamente ci onora, non credo proprio che siamo in grado da soli di influenzare l’esito di una votazione popolare, tanto più che in questo caso la società dei cacciatori bleniesi, come del resto la FCTI, non hanno combattuto il progetto anche perché di fatto, almeno sul territorio ticinese, non ci sarebbero state limitazioni particolari per l’attività venatoria.
Discorso diverso per il Progetto di Parco nazionale del locarnese, dove invece vengono ipotizzate importanti, e dal nostro punto di vista inaccettabili, restrizioni al diritto di cacciare. Dico ipotizzate perché a tutt’oggi mancano molte informazioni per potersi esprimente in modo compiuto, anche perché il tutto viene gestito in modo poco trasparente. Si vocifera ad esempio che per completare le zone nucleo, che ricordo devono avere una superficie complessiva di almeno 75 km/q, si stia cercando di trovare un accordo con l’Italia per includere delle porzioni di territorio oltre confine. Un’ipotesi che appare quanto meno bizzarra e discutibile! Come si dice in questi casi, affaire à suivre…
Spero comunque che i promotori del Parco del locarnese abbiamo tratto qualche insegnamento da quanto successo al Parcadula e che non tirino troppo la corda. La nostra posizione non è cambiata: non siamo contrari ai Parchi nazionali, ma non siamo disposti ad accettare inutili e addirittura controproducenti limitazioni per la caccia. In ogni caso seguiremo da vicino gli sviluppi del progetto e se le società coinvolte ce lo chiederanno, potremmo anche scendere in campo per far sentire la nostra voce.
5. Grandi predatori
La questione grandi predatori continua a far discutere, sia a livello mediatico, fra la popolazione e ovviamente anche sul piano politico.
Continuano gli avvistamenti di orsi, lupi e linci su tutto il territorio svizzero, compreso ovviamente il Ticino. Sembra che un orso si aggiri fra i Cantoni di Uri e Svitto ma per il momento non è ancora stato localizzato; la presenza di un altro orso è stata recentemente segnalata in Engadina, ma anche in questo caso sembra che sia ancora uccel di bosco. Più grave la situazione per quanto riguarda i lupi che si stanno diffondendo sempre più, con l’inevitabile scia di danni agli animali domestici e ovviamente a quelli selvatici, ungulati in primis. Merita di essere segnalata la prima decisione di abbattimento di un lupo (trattasi di M75) del nostro UCP, in concomitanza con quella del Cantone Grigioni. La decisione deve avere sorpreso anche lo stesso M75, che ha deciso di trasferirsi a Nord delle Alpi per continuare le sue scorribande, sottraendosi così alla sentenza di condanna che gli era stata comminata.
Anche il numero di linci è in crescita, soprattutto nell’altopiano e in Svizzera romanda e ovviamente anche nelle Alpi anche se l’impatto di questa specie viene, a mio avviso colpevolmente, sottovalutato. Intanto ovviamente il malumore degli ambienti che subiscono le conseguenze della presenza di questi grandi predatori (contadini, allevatori ma anche cacciatori) non solo non si placa ma addirittura cresce coinvolgendo – e non poteva essere altrimenti – anche la politica.
Nonostante sia pendente una modifica della legislazione sulla caccia, che sostanzialmente dovrebbero permettere interventi di regolazione sulle popolazioni di lupo a determinate condizioni, in particolare qualora gli esemplari presenti sul territorio creano danni eccessivi ai greggi e anche agli effettivi degli ungulati, da più parti vengono richiesti interventi molto più drastici, come ad esempio sta facendo la Federazione dei cacciatori vallesani. Personalmente nutro qualche dubbio che sia questa la strada giusta da seguire, anche perché potrebbe vanificare quello che è stato ottenuto. Ad ogni buon conto, questa situazione di stallo deve essere superata al più presto, prima sia tropo tardi e che il problema scappi di mano.
6. Caccia Svizzera
Parecchi i temi di cui si è occupata l’associazione mantello delle federazioni cantonali di caccia, della quale sono membro di comitato unitamente al collega vice-presidente Enrico Capra.
Una delle attività più importanti è oramai diventato il lobbying politico, per cercare di influenzare le decisioni che vengono prese a livello di Consiglio federale e Parlamento affinché le nostre rivendicazioni vengano adeguatamente considerate.
Il problema principale con cui siamo confrontati al momento è quello della gestione dei grandi predatori e del lupo in particolare, che ha suscitato – come ho appena ricordato – un grande malumore presso i nostri colleghi cacciatori vallesani, notoriamente molto sensibili e determinati su questo tema, tanto che in una votazione consultiva alla loro recente assemblea dei delegati si sono pronunciati per un’uscita da Caccia Svizzera, alla quale viene rimproverato un atteggiamento troppo arrendevole sul tema lupo. Ci racconterà probabilmente di più il direttore della stessa David Clavadetscher in seguito ma mi sia concesso di sottolineare che, pur comprendendo la preoccupazione dei colleghi del vallese, ritengo che quella di abbandonare Caccia Svizzera non sia una decisione saggia, per non dire che sarebbe controproducente. A parte il fatto che Caccia Svizzera si sta adoperando da anni con impegno e determinazione per trovare una soluzione sostenibile, non va dimenticato che la legislazione in materia compete agli organi politici. Non mi resta che esprimere l’auspicio che alla fine il buon senso e la ragionevolezza prevalgano nell’interesse dell’unità del mondo venatorio svizzero.
Vi segnalo infine che sabato 10 giugno 2017 la FCTI avrà l’onore di ospitare in Ticino, e più precisamente a Bellinzona, l’assemblea dei delegati di Caccia Svizzera. Il collega di comitato Reto Pellanda, responsabile dell’area logistica, ha svolto un eccellente lavoro a livello organizzativo, e di questo lo ringrazio, per cui sono certo che i presenti rientreranno a casa con un ottimo ricordo dell’evento.
7. Pool Caccia-Pesca-Tiro
Sempre proficua collaborazione fra le tre federazioni (FCTI, FTAP e FTST) sui dossier che toccano, direttamente o indirettamente, le attività della caccia, della pesca e del tiro. Oltre alla già ricordata campagna per l’iniziativa sulla protezione degli animali, siamo sempre impegnati sul fronte stand di tiro a fianco dei tiratori. Da segnalare che lo scorso mese di marzo, dopo ben 25 anni l’amico Oviedo Marzorini ha lasciato la presidenza della FTST (diventandone Presidente onorario). Al suo posto gli è subentrato Doriano Junghi con il quale, unitamente al presidente della FTAP Urs Lüchinger e al segretario Maurizio Zappella, sono certo che continueremo la buona cooperazione avuta fino ad oggi.
8. Tiro cantonale/ prova periodica della precisione di tiro
Per quanto riguarda il prossimo tiro cantonale, che si terrà nei giorni 23-24-25 giugno, riferirà il collega Michele Tamagni all’apposita trattanda no. 9.
Il responsabile dell’area tiro Armando Baggi e il tutto il suo staff hanno come sempre lavorato alacremente per organizzare questo importante evento che non è solo una competizione ma è anche un momento di aggregazione fra cacciatori oltre che una buona occasione di allenamento al tiro.
Colgo l’occasione per lanciare un appello, o meglio per tirare la giacca, ai rappresentanti delle società presenti. Facciamo sempre più fatica a chiudere in pareggio i conti del tiro per cui sarebbe auspicabile che le società, che spesso hanno delle situazioni finanziarie buone, versassero un contributo (diciamo dai 100.- fr. in su) per assicurare la continuità di questo evento che vogliamo assolutamente mantenere a favore dei cacciatori. Non è ovviamente un obbligo ma è intendere come gesto volontario, che sarebbe molto apprezzato.
Da parte mia in ogni caso un ringraziamento a chi si adopera per garantire un corretto svolgimento della manifestazione e un caloroso invito a partecipare con entusiasmo.
Due parole sulla questione della prova periodica della precisione di tiro per tutti coloro che staccano la patente, come imposto dalla nuova ordinanza federale sulla caccia entrata in vigore alcuni anni or sono.
Mentre la quasi totalità dei Cantoni si è adeguata o è pronta per farlo, in Ticino abbiamo cincischiato per troppo tempo e purtroppo il termine ultimo imposto dalla citata ordinanza (ovvero 2017) sta per scadere senza che a tutt’oggi si sappia ancora cosa succederà. Ci sono stati degli incontri con l’UCP in cui abbiamo in cui sono stati coinvolti anche due rappresentanti della FCTI (Maurizio Riva e Renato Fiscalini). Da parte nostra abbiamo sottoposto da tempo una bozza di accordo per una sorta di mandato di prestazione in base al quale la FCTI si assumerebbe il compito di organizzare e gestire le prove obbligatorie di tiro per conto dello Stato.
Siamo coscienti che un presupposto importante per poter assolvere questo compito è quello di poter disporre di adeguate infrastrutture di tiro dotate, fra le altre cose, di bersagli elettronici ma anche che ci vengano concesse maggiori giornate di tiro.
Noi siamo disposti a fare la nostra parte, ma –pur riconoscendo che non è facile trovare delle soluzioni – chiediamo al Dipartimento di finalmente affrontare di petto il problema e darci delle risposte concrete a breve su come intende gestire questo compito.
9. Bandite/Zone di quiete
Il 1. agosto 2015 è entrato in vigore il nuovo decreto bandite che avrà una validità di 5 anni.
Come era prevedibile il piano delle bandite presenta qualche incongruenza ed è sicuramente perfettibile. Prima della scadenza prevista nel 2020, sarà nostro compito monitorare la situazione e individuare i correttivi da apportare in vista del prossimo piano bandite.
Procedono infine, e questa è una buona notizia, i lavori per l’istituzione delle zone di quiete per la selvaggina previste dalla relativa ordinanza federale. L’apposito gruppo di lavoro, del quale fanno parte anche due nostri rappresentanti (Viglezio e Cavanna), si sta avviando verso la conclusione e dovrebbe essere in grado di presentare il progetto prima della prossima estate. Seguirà la consultazione delle parti coinvolte (fra le quali ovviamente ci sarà anche le FCTI) con la speranza che il relativo decreto possa entrare in vigore ad inizio 2018.
10. Gestione venatoria/rapporti con lo Stato
E veniamo alla parte più importante della mia relazione, che non a caso ho lasciato per ultimo. Mi riferisco agli indirizzi di gestione per la prossima stagione venatoria che verranno presentati in seguito. La prassi è quella, oramai consolidata, che riassumo per sommi capi. Il comitato centrale ha dapprima proceduto ad analizzare attentamente i dati delle catture e tutte le informazioni rilevanti, elaborando poi alcune ipotesi di lavoro con cui abbiamo iniziato a confrontarci al nostro interno durante più riunioni. Una volta raggiunto un consenso a livello del comitato centrale, esercizio che è già di per sé piuttosto complicato, abbiamo coinvolto dapprima i presidenti distrettuali e in seguito anche quelli delle società in occasione dell’assemblea di Pregassona in cui abbiamo illustrato i risultati del nostro lavoro.
Successivamente i distretti e le stesse società, alle quali abbiamo messo a disposizione il documento con gli indirizzi di gestione che sono stati presentati, hanno avuto modo di confrontarsi a loro interno e con i loro associati e ci hanno infine trasmesso, tramite i rispettivi comitati distrettuali le proposte che sono scaturite. Quale ultimo passo, il comitato centrale ha vagliato tutte le proposte pervenute, decidendo quali integrare negli indirizzi che verranno presentati all’AD.
Questo in sostanza l’iter che abbiamo seguito. Può apparire magari un po’ macchinoso ma penso di poter dire che è in ogni caso democratico e rispettoso delle regole che abbiamo stabilito.
Nel confronto con l’anno scorso, quando non avevo mancato di esprimere alcune perplessità su come la procedura era stata interpretata e gestita in alcuni distretti, posso dire che questa volta è andata decisamente meglio, seppure con qualche immancabile nota stonata.
Siccome repetita iuvant, vorrei comunque ricordare a tutti quanto sia difficile trovare un denominatore comune quando si parla di gestione venatoria, che – a scanso di equivoci – non è una scienza esatta.
Quanto presenteremo in seguito è il frutto di un lavoro importante e di uno sforzo di mediazione che ha richiesto grande impegno e senso di responsabilità all’interno del Comitato centrale. Dire che questo è un compito non facile è un puro eufemismo.
Nessuno comunque pretende che ci sia necessariamente unanimità sulle proposte che abbiamo elaborato e nemmeno entusiasmo (non arriverei mai a tanto!), ma siate conspevoli che se vogliamo avere un minimo di chances di ottenere qualcosa, come credo di poter dire è avvenuto nel recente passato, dobbiamo dimostrare compattezza e unità di intenti.
Vi sarei pertanto grato, quando discuteremo degli indirizzi di gestione, se vorrete tener ben presente questo aspetto!
Per quanto riguarda l’andamento e il bilancio dell’ultima stagione venatoria vi rinvio, anche per evitare ripetizioni, agli interventi dei colleghi Viglezio e De Bernardis previsti alla trattanda 7.
Permettetemi comunque un paio di considerazioni su alcune questioni che ritengo importanti e che verranno comunque sviluppate in seguito.
• Camoscio: questo pregiato ungulato rimane un osservato speciale. Il tema è complesso e presenta molte sfaccettature per cui sarebbe semplicistico e riduttivo limitarsi a parlare della gestione venatoria, che sicuramente ha un impatto ma non è di certo l’unico fattore che incide sulla popolazione di questa specie. Per la stagione passata è stata introdotta una modalità di prelievo elaborata dalla FCTI e avallata dai delegati, non senza discussioni e anche qualche mugugno, nel corso dell’assemblea di Camignolo. Due erano comunque gli obiettivi che ci eravamo prefissati: da un lato una riduzione della pressione sul camoscio, con conseguente diminuzione delle catture, e dall’altro un miglioramento del rapporto fra i sessi con una minore possibilità di prelievo dei maschi. Si è trattato ovviamente di una soluzione di compromesso anche per evitare la soluzione più estrema auspicata dall’UCP che prevedeva l’obbligo di cattura della femmina non allattante per poter abbattere il maschio. A ragion veduta, possiamo senz’altro affermare che entrambe gli obiettivi che ho ricordato sono stati raggiunti, come illustrerà in seguito più in dettaglio Marco Viglezio. Alla luce di questo risultato incoraggiante, abbiamo pertanto ritenuto di proporre anche per la prossima stagione la conferma del regolamento 2016 in modo da poter fare una valutazione sull’arco di almeno 3-4 anni. Confidiamo pertanto che su questo punto, sempre che l’AD darà il proprio consenso, il Dipartimento accoglierà la nostra richiesta.
• Cervo: gli effettivi rimangono buoni nonostante gli importanti prelievi effettuati negli ultimi anni. Siamo comunque sempre convinti che occorrerebbe favorire maggiormente le possibilità di prelievo durante la caccia alta, in modo da abbassare il numero di capi da abbattere nella caccia tardo-autunnale e durante i periodi di protezione. Torneremo pertanto alla carica con alcune proposte già presentate in passato.
• Capriolo: la situazione in generale, fatta eccezione per alcune situazioni locali, non desta particolari preoccupazioni e a nostro avviso esistono i presupposti per aumentare leggermente la pressione.
• Cinghiale: sempre su buoni livelli le catture complessive, anche se la quota degli abbattimenti in GCC rappresenta oramai ca. oramai 1/3 delle catture totali. Troppo a nostro avviso per cui chiediamo che vengano adottati dei correttivi. Per quanto riguarda invece le modalità di caccia, insistiamo sulla reintroduzione della tassa sulla cattura delle scrofe trainanti, confortati in tal senso anche da quanto emerso dal seminario sul cinghiale che ha avuto luogo ad Olten lo scorso mese di marzo.
• Stambecco: l’UCP ha accolto la nostra richiesta di aumentare il prelievo di stambecchi tramite la caccia speciale, ciò che comporterà anche un numero maggiore di zone di caccia. A questo proposito ci saranno importanti novità sulle modalità di prelievo rispetto al passato, che stiamo discutendo in queste settimane con l’UCP. Non anticipo ancora niente ma posso dirvi che siamo a buon punto e che prossimamente verrete adeguatamente informati.
• Marmotta: secondo le nostre valutazioni vi è spazio per aumentare il prelievo di questo sciuride (tanto per fare un paragone ad es. in Grigioni ogni cacciatore ha diritto a prelevare 8 marmotte dal primo all’ultimo giorno di caccia e ne vengano catturate ca. 4’000 ogni stagione mentre in Vallese sono 5 esemplari a testa). Chiediamo pertanto un moderato ampliamento della possibilità di prelievo.
• Controlli: la scorsa stagione, a causa anche delle alte temperature registrate, ha dimostrato che occorre procedere a delle modifiche relativamente ai controlli dei selvatici. Ne va anche dell’igiene delle carni e della loro commestibilità (di recente sono fra l’altro entrate in vigore al riguardo delle prescrizioni federali decisamente più severe). Anche su questo tema formuleremo proposte puntuali volte a migliorare la situazione.
• Danni della selvaggina: l’anno scorso i danni rimborsati sono stati 760’000.- fr. contro gli 825’000.- del 2015. Continua quindi il trend positivo di diminuzione anche se non può essere sottaciuto che rimaniamo comunque il Cantone che paga il maggior importo per danni della selvaggina.
• Cani da traccia: pur non essendo un tema strettamente legato alla gestione, mi sembra giusto sottolineare l’importanza di questo servizio al cacciatore che viene offerto da un numero crescente di conduttori con i loro splendidi ausiliari. Quello di fare il possibile per recuperare un capo ferito, anche se non è esplicitamente sancito dalla legge, è un obbligo morale e di etica venatoria per ogni cacciatore. Un grazie ai membri dell’associazione Cani da traccia Ticino per il tramite del suo presidente Serse Pronzini, con l’invito a tutti a rivolgervi a loro in caso di bisogno.
• Caccia bassa: come sappiamo il tema è delicato e occorre muoversi con i proverbiali piedi di piombo. Ciò non di meno verranno formulare un paio di proposte che riteniamo ragionevoli e soprattutto sostenibili.
Mi avvio alla conclusione, non senza prima procedere ad alcuni doverosi ringraziamenti.
Innanzitutto all’on. Zali, a Moreno Celio e a Giorgio Leoni, che rappresentato il partner istituzionale della FCTI.
Il clima di lavoro, grazie anche al nuovo collaboratore scientifico Federico Tettamanti che ha portato impulsi positivi in seno all’UCP, è buono e potrei addirittura dire ottimo. Le divergenze di veduta e qualche inevitabile scontro non mettono di certo in discussione il costante dialogo e la proficua collaborazione che si è instaurata, che consente di confrontarci in modo aperto, schietto e non da ultimo rispettoso alla ricerca di soluzioni.
Un sentito grazie va infine ai colleghi di comitato e a tutte le persone che a vario titolo si adoperano per il bene della nostra amata federazione.
Mettere a disposizione con puro spirito di volontariato il proprio tempo libero, sottraendolo alla propria vita privata e spesso anche a quella professionale, merita la riconoscenza e la gratitudine di tutti i nostri associati. Questo impegno merita a mio avviso un semplice ma caloroso applauso da parte di tutti voi.
Vi ringrazio della vostra attenzione, ma soprattutto della fiducia e del sostegno che mi auguro vorrete confermarci anche in futuro.
Da parte nostra continueremo a lottare per difendere con forza, credibilità e autorevolezza gli interessi della caccia per il bene nostra comune passione.
VIVA LA CACCIA! VIVA LA FCTI